Si torna in Italia, ma occhio alla lunga discesona finale
Altri SportIl punto di GIANLUCA DONATO sulla settima tappa del Giro. Si parte da Innsbruck e dopo 244 km si rientra in Italia, a Chiavenna, dopo essere passati anche in Svizzera. Una frazione che ha la funzione, soprattutto, di stancare le gambe dei girini
di GIAN LUCA DONATO
Si torna in Italia dopo un'altra lunga pedalata. Potrei dire che non è la mia tappa. Si sale impercettibilmente (salvo qualche zampellotto) per oltre 200 km, superando milleduecento metri di dislivello (calcolate voi la percentuale); poi quasi 40 km con la strada che scende sempre; e li mi staccherebbe anche un bambino, visti i miei ormai famosi "blocchi" in discesa. Un altro Scarponi anche in questa tappa? Possibile, anche se forse Petacchi vorrebbe sfruttare l'occasione, vista l'ottima condizione che lo sorregge. Ci saranno delle fughe, magari più sostanziose di quella della Zillertal, ma tutto sommato la tappa che arriva a Chiavenna ha la funzione soprattutto di stancare o rigenerare le gambe dei girini.
Non dovrebbero esserci imboscate, anche se forse qualcuno degli sconfitti dell'Alpe di Siusi, come Scarponi e in parte Garzelli, proverà a recuperare. La tappa sarà sicuramente bella paesaggisticamente, ma la lunga discesa finale farà riflettere molti, davanti e dietro. Io sicuramente non attaccherò; o forse dovrei perché altrimenti perderei ore nel finale. Ma - per fortuna - scrivo e non corro. Anche se, per dovere di cronaca, continuo sempre a pedalare. Godendomi il paesaggio, l'aria e i colori del primo mattino, e perché no, cercando di sentirmi sempre meglio. Il Tour è vicino. Ma state tranquilli, non correrò neppure lì...
Si torna in Italia dopo un'altra lunga pedalata. Potrei dire che non è la mia tappa. Si sale impercettibilmente (salvo qualche zampellotto) per oltre 200 km, superando milleduecento metri di dislivello (calcolate voi la percentuale); poi quasi 40 km con la strada che scende sempre; e li mi staccherebbe anche un bambino, visti i miei ormai famosi "blocchi" in discesa. Un altro Scarponi anche in questa tappa? Possibile, anche se forse Petacchi vorrebbe sfruttare l'occasione, vista l'ottima condizione che lo sorregge. Ci saranno delle fughe, magari più sostanziose di quella della Zillertal, ma tutto sommato la tappa che arriva a Chiavenna ha la funzione soprattutto di stancare o rigenerare le gambe dei girini.
Non dovrebbero esserci imboscate, anche se forse qualcuno degli sconfitti dell'Alpe di Siusi, come Scarponi e in parte Garzelli, proverà a recuperare. La tappa sarà sicuramente bella paesaggisticamente, ma la lunga discesa finale farà riflettere molti, davanti e dietro. Io sicuramente non attaccherò; o forse dovrei perché altrimenti perderei ore nel finale. Ma - per fortuna - scrivo e non corro. Anche se, per dovere di cronaca, continuo sempre a pedalare. Godendomi il paesaggio, l'aria e i colori del primo mattino, e perché no, cercando di sentirmi sempre meglio. Il Tour è vicino. Ma state tranquilli, non correrò neppure lì...