Milano, vince Cavendish la tappa con protesta e polemica
Altri SportLa direzione del 92° Giro d'Italia comunica che la nona frazione non è valida ai fini della graduatoria generale. Di Luca: non era sicura per noi. Il patron Zomegnan: non condivido questa decisione
Il britannico Mark Cavendish ha vinto la nona tappa del 92° Giro d'Italia, la Milano-show, di 165 km. Il britannico ha battuto in volata, nell'ordine, l'australiano Allan Davis e lo statunitense Tyler Farrar. Danilo Di Luca rimane maglia rosa. La frazione è stata caratterizzata dalla protesta dei corridori, che hanno chiesto all'organizzazione di annullare i tempi per la classifica generale.
La protesta - Clamorosa protesta dei corridori impegnati al Giro d'Italia. Proprio nella tappa celebrativa di Milano, i girini si sono infatti fermati sulla linea bianca del traguardo a sei giri dalla fine per protestare sui rischi del circuito cittadino. "Chiediamo scusa al pubblico - ha parlato a nome del plotone la maglia rosa Danilo Di Luca, vicepresidente dell'Accpi - ma oggi non ce la sentiamo di rischiare, perché il circuito è troppo pericoloso. Continuiamo la tappa, ma non ce la sentiamo di spingere a tutta".
La decisione presa - La direzione di corsa del 92° Giro d'Italia di ciclismo ha comunicato che la tappa di oggi, la Milano-show, vero e proprio festival per i velocisti che si disputa sulla distanza dei 165 km, non sarà valida ai fini della classifica generale. Inoltre, non verranno assegnati i secondi di abbuono ai primi tre classificati; pertanto, i distacchi registrati all'arrivo non avranno effetti sulla graduatoria generale della corsa rosa. "La tappa odierna - fanno sapere dalla direzione di corsa - è considerata come un omaggio alla città di Milano, che ha dato i natali al Giro d'Italia nel lontano 1909".
Tutte le classifiche, dunque, rimarranno immutate, solo l'ordine d'arrivo verrà preso in considerazione ai fini della premiazione. La decisione sarebbe da ricondurre alla volontà degli organizzatori di evitare cadute nelle curve del tracciato meneghino, interamente pianeggiante, dove le velocità saranno elevatissime.
La spiegazione dei ciclisti - "Non riteniamo il percorso di oggi troppo sicuro per la nostra incolumità, per questo abbiamo chiesto e ottenuto dalla direzione di corsa di neutralizzare i riscontri cronometrici della nona tappa. Ci scusiamo con il pubblico, speriamo possa comprendere le nostre esigenze, ma andiamo avanti". Lo ha detto Danilo Di Luca, maglia rosa in carica, parlando in qualità di vicepresidente dell'Assocorridori. Milano non meritava questo trattamento, non capisco né condivido la decisione dei corridori - ha aggiunto Mario Cipollini, ex sprinter -. Non ne vedo il motivo. Se si corre in bicicletta, si rischia, chi ha scelto di fare questo mestiere lo sa benissimo. Non voglio fare la figura di quello che è sceso dalla bici e si indigna per queste cose".
La direzione del Giro non ci sta - "Non condivido la decisione adottata dai corridori, mentre avevo accettato la richiesta di neutralizzare i tempi della tappa di oggi. Il buon senso ci ha imposto di prendere questa decisione, anche sulla scia emotiva di quanto era accaduto ieri, dopo la caduta di Horrillo". Lo ha detto il patron del Giro d'Italia, Angelo Zomegnan, commentando la scelta degli atleti di procedere ad andatura poco sostenuta per limitare al massimo i rischi di possibili cadute, durante la nona tappa, la Milano-show. "Evidentemente trovano pericoloso un circuito già più volte affrontato - ha aggiunto Zomegnan - Questo circuito è simile a quello dell'Amstel Gold Race o a quello della Gand-Wevengem, spero solo che la gente non si ribelli. Una corsa si definisce tale quando parte e arriva, mentre viene annullata quando non si sa dove andare". "Abbiamo favorito i corridori - ha concluso il patron della corsa rosa - assestando il tracciato e togliendo possibili ostacoli: non trovo in linea questa posizione presa dai corridori. Per me questa è una excusatio non petita, accusatio manifesta da parte di qualcuno. Anche noi, comunque, nelle prossime ore, prenderemo le nostre decisioni".
La protesta - Clamorosa protesta dei corridori impegnati al Giro d'Italia. Proprio nella tappa celebrativa di Milano, i girini si sono infatti fermati sulla linea bianca del traguardo a sei giri dalla fine per protestare sui rischi del circuito cittadino. "Chiediamo scusa al pubblico - ha parlato a nome del plotone la maglia rosa Danilo Di Luca, vicepresidente dell'Accpi - ma oggi non ce la sentiamo di rischiare, perché il circuito è troppo pericoloso. Continuiamo la tappa, ma non ce la sentiamo di spingere a tutta".
La decisione presa - La direzione di corsa del 92° Giro d'Italia di ciclismo ha comunicato che la tappa di oggi, la Milano-show, vero e proprio festival per i velocisti che si disputa sulla distanza dei 165 km, non sarà valida ai fini della classifica generale. Inoltre, non verranno assegnati i secondi di abbuono ai primi tre classificati; pertanto, i distacchi registrati all'arrivo non avranno effetti sulla graduatoria generale della corsa rosa. "La tappa odierna - fanno sapere dalla direzione di corsa - è considerata come un omaggio alla città di Milano, che ha dato i natali al Giro d'Italia nel lontano 1909".
Tutte le classifiche, dunque, rimarranno immutate, solo l'ordine d'arrivo verrà preso in considerazione ai fini della premiazione. La decisione sarebbe da ricondurre alla volontà degli organizzatori di evitare cadute nelle curve del tracciato meneghino, interamente pianeggiante, dove le velocità saranno elevatissime.
La spiegazione dei ciclisti - "Non riteniamo il percorso di oggi troppo sicuro per la nostra incolumità, per questo abbiamo chiesto e ottenuto dalla direzione di corsa di neutralizzare i riscontri cronometrici della nona tappa. Ci scusiamo con il pubblico, speriamo possa comprendere le nostre esigenze, ma andiamo avanti". Lo ha detto Danilo Di Luca, maglia rosa in carica, parlando in qualità di vicepresidente dell'Assocorridori. Milano non meritava questo trattamento, non capisco né condivido la decisione dei corridori - ha aggiunto Mario Cipollini, ex sprinter -. Non ne vedo il motivo. Se si corre in bicicletta, si rischia, chi ha scelto di fare questo mestiere lo sa benissimo. Non voglio fare la figura di quello che è sceso dalla bici e si indigna per queste cose".
La direzione del Giro non ci sta - "Non condivido la decisione adottata dai corridori, mentre avevo accettato la richiesta di neutralizzare i tempi della tappa di oggi. Il buon senso ci ha imposto di prendere questa decisione, anche sulla scia emotiva di quanto era accaduto ieri, dopo la caduta di Horrillo". Lo ha detto il patron del Giro d'Italia, Angelo Zomegnan, commentando la scelta degli atleti di procedere ad andatura poco sostenuta per limitare al massimo i rischi di possibili cadute, durante la nona tappa, la Milano-show. "Evidentemente trovano pericoloso un circuito già più volte affrontato - ha aggiunto Zomegnan - Questo circuito è simile a quello dell'Amstel Gold Race o a quello della Gand-Wevengem, spero solo che la gente non si ribelli. Una corsa si definisce tale quando parte e arriva, mentre viene annullata quando non si sa dove andare". "Abbiamo favorito i corridori - ha concluso il patron della corsa rosa - assestando il tracciato e togliendo possibili ostacoli: non trovo in linea questa posizione presa dai corridori. Per me questa è una excusatio non petita, accusatio manifesta da parte di qualcuno. Anche noi, comunque, nelle prossime ore, prenderemo le nostre decisioni".