Nuoto, il "cagnaccio" Rosolino: io, il Signore del tempo
Altri SportPer gentile concessione del settimanale GIOIA oggi in edicola (leggi il pdf), l'intervista al campionissimo italo-australiano a poche settimane dal via ai Mondiali di Roma. Dove andrà a caccia della medaglia numero 61 della sua fantastica carriera
LEGGI L'INTERVISTA INTEGRALE DI GIOIA (in pdf)
Italo-australiano sulla carta, nei fatti veracemente napoletano, quasi 31 anni per un record di 60 medaglie, Massimiliano Rosolino sta per lasciare il Centro federale di nuoto, a Verona per il solito ritiro in quota, Sierra Nevada, che lo separa dai prossimi Mondiali, il 17 luglio a Roma. Dove cerca la medaglia numero 61.
Lo intervista il settimanale GIOIA oggi in edicola. Nella sua vita in acqua ha macinato almeno 30mila chilometri, calcola, e non è ancora stanco. Papà napoletano mamma australiana, come si sono conosciuti? "In Italia, mia madre sembra sia arrivata ieri, ce l’ha scritto in faccia: sono straniera.Ma è qui da un sacco di anni, era infermiera su una nave della Lauro". Dall’Australia a 6 anni si è trasferito a Napoli, com’è stato? "Venivo da spazi vasti: molto verde, scuole con giardini. Arrivo e mi buttano nella palestrina, mi dicono: tira la palla. Non l’ho presa bene: ero vivace, molto australiano. Per fortuna avevo un buon allenatore e una buona famiglia". È un tipo preciso? "Ci tengo che gli orari siano rispettati, che lo staff sia a disposizione e che nei ritiri si mangi bene...". Il resto è da scoprire nell'integrale dell'intervista. Appuntamento con lui a Roma, naturalmente.
Italo-australiano sulla carta, nei fatti veracemente napoletano, quasi 31 anni per un record di 60 medaglie, Massimiliano Rosolino sta per lasciare il Centro federale di nuoto, a Verona per il solito ritiro in quota, Sierra Nevada, che lo separa dai prossimi Mondiali, il 17 luglio a Roma. Dove cerca la medaglia numero 61.
Lo intervista il settimanale GIOIA oggi in edicola. Nella sua vita in acqua ha macinato almeno 30mila chilometri, calcola, e non è ancora stanco. Papà napoletano mamma australiana, come si sono conosciuti? "In Italia, mia madre sembra sia arrivata ieri, ce l’ha scritto in faccia: sono straniera.Ma è qui da un sacco di anni, era infermiera su una nave della Lauro". Dall’Australia a 6 anni si è trasferito a Napoli, com’è stato? "Venivo da spazi vasti: molto verde, scuole con giardini. Arrivo e mi buttano nella palestrina, mi dicono: tira la palla. Non l’ho presa bene: ero vivace, molto australiano. Per fortuna avevo un buon allenatore e una buona famiglia". È un tipo preciso? "Ci tengo che gli orari siano rispettati, che lo staff sia a disposizione e che nei ritiri si mangi bene...". Il resto è da scoprire nell'integrale dell'intervista. Appuntamento con lui a Roma, naturalmente.