Alpinismo, la pazza sfida al Cho Oyu di Moro & C.
Altri SportManca poco al via della Cho Oyu Trilogy Expedition 2009, una sfida estrema in Tibet per quattro fenomenali atleti: Simone Moro, Emilio Previtali, Hervé Barmasse e Lizzy Hawker, unica donna. Dopo l'ascesa scenderanno in snowboard, mountain bike e di corsa
TUTTO SULLA SPEDIZIONE AL CHO OYU
Manca solo una settimana all’inizio della Cho Oyu Trilogy Expedition 2009. Dalla metà di settembre alla fine di ottobre 2009, The North Face® sosterrà infatti il sogno di quattro dei suoi atleti globali, impegnati ad affrontare un’ambiziosa spedizione multisportiva sulle montagne dell’Himalaya tibetana che comprenderà alpinismo d’alta quota, discesa in snowboard, corsa endurance e mountain biking. Gli atleti - Simone Moro, Emilio Previtali, Hervé Barmasse e Lizzy Hawker - collaboreranno con autentico spirito di squadra, aiutandosi l’uno con l’altro per raggiungere insieme un grande sogno.
Dopo un periodo di acclimatamento nella valle del Khumbu in Nepal, la prima fase della spedizione consisterà nella scalata del Cho Oyu al confine tra Tibet e Nepal. Con i suoi 8201 metri, il Cho Oyu è la sesta montagna più alta al mondo. Simone Moro ed Hervé Barmasse tenteranno la salita in stile alpino di una nuova via lungo la difficile parete sud-ovest, mentre Emilio Previtali e Lizzy Hawker tenteranno di raggiungere la vetta lungo la tradizionale via sulla parete nord.
Durante la seconda fase della spedizione, Emilio tenterà la discesa del Cho Oyu in snowboard, se possibile lungo una linea pura e diretta mai tentata prima. La terza fase della spedizione vedrà gli atleti di ritorno a Kathmandu, ciascuno in base alle proprie “attitudini”: Simone Moro e Lizzy Hawker di corsa, mentre Emilio Previtali ed Hervé Barmasse in mountain bike. Il tragitto che porta dal campo base del Cho Oyu a Kathmandu, a piedi o in bicicletta, è piuttosto impegnativo: circa 450 km attraverso alti passi tibetani prima di raggiungere il Friendship Bridge attraverso il confine tra Tibet e Nepal e di scendere infine verso la valle di Kathmandu. Questa spedizione sarà un’incredibile sfida endurance per ciascun atleta a modo suo. Ognuno di essi tenterà l’impossibile, andando a sondare i propri limiti fisici e mentali.
Manca solo una settimana all’inizio della Cho Oyu Trilogy Expedition 2009. Dalla metà di settembre alla fine di ottobre 2009, The North Face® sosterrà infatti il sogno di quattro dei suoi atleti globali, impegnati ad affrontare un’ambiziosa spedizione multisportiva sulle montagne dell’Himalaya tibetana che comprenderà alpinismo d’alta quota, discesa in snowboard, corsa endurance e mountain biking. Gli atleti - Simone Moro, Emilio Previtali, Hervé Barmasse e Lizzy Hawker - collaboreranno con autentico spirito di squadra, aiutandosi l’uno con l’altro per raggiungere insieme un grande sogno.
Dopo un periodo di acclimatamento nella valle del Khumbu in Nepal, la prima fase della spedizione consisterà nella scalata del Cho Oyu al confine tra Tibet e Nepal. Con i suoi 8201 metri, il Cho Oyu è la sesta montagna più alta al mondo. Simone Moro ed Hervé Barmasse tenteranno la salita in stile alpino di una nuova via lungo la difficile parete sud-ovest, mentre Emilio Previtali e Lizzy Hawker tenteranno di raggiungere la vetta lungo la tradizionale via sulla parete nord.
Durante la seconda fase della spedizione, Emilio tenterà la discesa del Cho Oyu in snowboard, se possibile lungo una linea pura e diretta mai tentata prima. La terza fase della spedizione vedrà gli atleti di ritorno a Kathmandu, ciascuno in base alle proprie “attitudini”: Simone Moro e Lizzy Hawker di corsa, mentre Emilio Previtali ed Hervé Barmasse in mountain bike. Il tragitto che porta dal campo base del Cho Oyu a Kathmandu, a piedi o in bicicletta, è piuttosto impegnativo: circa 450 km attraverso alti passi tibetani prima di raggiungere il Friendship Bridge attraverso il confine tra Tibet e Nepal e di scendere infine verso la valle di Kathmandu. Questa spedizione sarà un’incredibile sfida endurance per ciascun atleta a modo suo. Ognuno di essi tenterà l’impossibile, andando a sondare i propri limiti fisici e mentali.