Josefa ricorda: "Germania Est non vuol dire solo doping"
Altri SportL'ex olimpionica azzurra della canoa ripensa agli anni dello sport in Germania prima della caduta del Muro, di cui oggi ricorrono i 20 anni esatti: "Loro avevano una struttura all'avanguardia, la loro ricerca era molto avanzata". LA GALLERY
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"Il sospetto del doping di stato nell'ex Germania Est c'è sempre stato, ma ho sempre pensato che non fosse solo quello. Loro avevano una struttura all'avanguardia, la loro ricerca era molto avanzata". Josefa Idem, ex olimpionica azzurra della canoa, ma nata nella Germania Ovest, ricorda così gli anni dello sport in Germania prima della caduta del Muro di Berlino.
Quel giorno di venti anni fa la Idem si era da poco già trasferita in Italia. "Ma nella stagione '89 si capiva che qualcosa stava cambiando - ha raccontato questa mattina intervenendo a 'Radio Anch'io lo sport' -. Si poteva parlare con gli atleti dell'Est. Prima erano sempre controllati, sotto osservazione. Io li ho cercati e ho potuto fare nuove amicizie. L'aria era cambiata, prima invece i contatti erano inesistenti. La prima volta che ricordi fu ai Mondiali dell'81: allora era impossibile avvicinarli, ma avevamo lo stesso contatti nascosti. Quegli atleti poi non li ho più rivisti, forse qualcuno aveva fatto la spia...".
"Il doping di stato nella Germania Est ha messo in difficoltà molti atleti dopo la caduta del Muro. La loro vita è cambiata in maniera radicale quando il Muro è crollato: senza il controllo dello stato, si chiedevano come avrebbero fatto a proseguire, dovevano adeguarsi ad un mutamento epocale. Tanti di loro non sapevano cosa stava succedendo, lo hanno capito solo una volta che è caduto il segreto. E sono rimasti choccati...".
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