Non solo Gianni Morandi, quando lo sport è molto rock

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Elton John nel 1977 acquistò il team per cui faceva il tifo da bambino, ovvero i 'calabroni' del Watford
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Il cantante emiliano presidente onorario del Bologna? Sì, perché tra musica e pallone è sempre stato amore a prima vista, basta ricordare Elton John e gli Oasis in Gran Bretagna. Ma in Francia capita col rugby e negli Usa, in Nba, con Iglesias e Jay-Z

Non solo Morandi. Tra musica e pallone è sempre stato amore a prima vista, come testimonia la miriade di inni delle varie squadre lanciati in tutto il mondo da cantanti di successo. Alcuni di loro poi si legano ai colori del cuore anche in modo piu' diretto, con ruoli dirigenziali o perfino da proprietari.

Per un Gianni Morandi che ora diventa presidente onorario del Bologna c'è stato un Elton John che nel 1977 acquistò il team per cui faceva il tifo da bambino, ovvero i 'calabroni' del Watford. L'autore di 'Crocodile rock' e tantissimi altri successi ne è stato il proprietario dal 1977 al 1987 (epoca in cui riuscì a rifilare l'oggetto misterioso Luther Blisset al Milan) e dal 1997 al 2001. Ceduto definitivamente il club, ha tenuto per sé il ruolo di presidente onorario.

I fratelli Liam e Noel Gallagher, anima degli Oasis, sono sempre stati legatissimi al Manchester City: non essendosi convinti ad entrare come comproprietari nel club prima dell'arrivo degli sceicchi (ci fu un timido approccio anni fa, e ne venne fuori l'idea di portare Paolo Maldini ai 'Citizens', ma tutto fini' nel nulla), Noel ha voluto comunque affittare 'a vita' due file di tribune allo stadio, mentre dal vecchio Maine Road ha portato via, come cimeli, un pezzo di porta e alcune zolle del campo.

Simbolo non solo del reggae ma anche del calcio giamaicano è considerato Bob Marley, che prima di dedicarsi definitivamente alla musica giocava a football correndo dietro al pallone negli spiazzi polverosi di Trenchtown e poi ha continuato a farlo nei momenti liberi dagli impegni musicali. "Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore: il football significa libertà e creatività", spiegò una volta l'autore di "No woman no cry", che venne sepolto con un pallone (più la sua chitarra Gibson e una piantina di marijuana) nella bara. La nazionale giamaicana lo adottò, alla memoria, come presidente onorario in occasione dei Mondiali di Francia '98.

Semplici finanziatori, ma mai dirigenti, sono stati Gilberto Gil, idolo del pop brasiliano, e lo scrittore Jorge Amado per il Bahia Esporte Clube, club tornato di recente alla ribalta con la promozione nella massima serie dopo tanti anni in serie B e C. Negli Usa è invece amore fra musica e basket Nba, non solo per via dei rap suonati prima, durante e dopo le partite. Proprio due rapper fra i più famosi, il ricchissimo Jay-Z (340 milioni di dollari guadagnati in carriera, e marito di Beyoncé) e l'altro 'paperone' Nelly, sono diventati comproprietari rispettivamente dei New Jersey Nets e dei Charlotte Bobcats. Al loro fianco, come azionisti di maggioranza, nomi illustri come quelli del magnate russo Mikhail Prokhorov (che ha preferito la pallacanestro ad un'avventura nel calcio italiano con la Roma) e dell'ex fuoriclasse Michael Jordan.

Azionista di minoranza di un club della Nba è stato anche Julio Iglesias con i Miami Heat, ma visto che il suo vero amore rimane il calcio (ed il Real Madrid, di cui è stato portiere nelle giovanili) lo spagnolo ha poi ceduto la sua quota. Nel rugby si parla di un possibile coinvolgimento dirigenziale nel Benetton del trevigiano 'doc' Red Canzian, componente dei Pooh, intanto agli onori della cronaca è balzato l'imprenditore italo-francese Max Guazzini. Quando cantava si faceva chiamare Manuel Guazzi ma ebbe poca fortuna, passando poi a fare l'addetto stampa dell'amica Dalida. In seguito, passato ad altri tipi di 'business', è diventato milionario e padrone assoluto dello Stade Francais, club di Parigi per il quale ha sempre fatto il tifo. Con le idee del calendario dei giocatori nudi e vestendoli con maglie a fiori disegnate da Kenzo o con le serigrafie di Andy Warhol, ha fatto dello Stade un autentico fenomeno di moda e costume ma gli e' rimasta la voglia di cantare al festival di Sanremo.

C'è poi, tra le popstar, chi preferisce al pallone il rombo dei motori. Come il 'Blasco' che tenne a battesimo nel '98 un team di moto 125. Nel 2000 ha vinto il mondiale con Locatelli in sella. In fondo, il Vasco Rossi Racing aveva uno slogan facile: vado al massimo.