Doping, il nuovo integratore che ha incastrato Asafa Powell
Altri SportDopo la domenica nera dell'atletica mondiale, che ha incassato la positività di Tyson Gay, Asafa Powell ed altri atleti giamaicani, il quotidiano The Gleaner ha puntato il dito contro l'oxilofrine, una sostanza assunta in gruppo dagli sprinter caraibici
Nel pieno della bufera doping, che domenica ha coinvolto l’atleta statunitense Tyson Gay oltre ad un gruppo di sprinter giamaicani con Asafa Powell in testa, sarebbe stata individuata la causa delle clamorose positività. Secondo il quotidiano The Gleaner, il primo a pubblicare la notizia dei cinque sportivi caraibici senza farne i nomi, ci sarebbe l’uso di un nuovo integratore rivelatosi fatale ai controlli antidoping del giugno scorso. In particolare, nel loro gruppo di allenamento, Asafa Powell e Sherone Simpson avrebbero fatto uso di un integratore alimentare contenente la sostanza stimolante incriminata, l’oxilofrine. Sia Powell che la Simpson si allenano con il ‘MVP Track Club Jamaica’, allenato da Stephen Francis. La novità è che, tra gli altri tre atleti risultati positivi al test, non ne farebbero parte velocisti: Nesta Carter, inizialmente indicato dalla stampa britannica, non sarebbe quindi implicato.
I precedenti – La vicenda non è la prima che infanga l’atletica giamaicana, dal 2008 ai vertici della scena mondiale dello sprint. Lo scorso 15 giugno Veronica Campbell-Brown, campionessa del mondo in carica dei 200 metri, era stata sospesa a titolo provvisorio dopo la positività al controllo antidoping sottopostole a maggio. Nel 2009 Yohan Blake, futuro campione del mondo dei 100 a Daegu 2011, era risultato positivo per uno stimolante nel corso dei Trials giamaicani ed era stato sospeso per tre mesi, nonostante rischiasse uno stop di due anni. Simile la questione di Shelly-Ann Fryser-Price, campionessa olimpica dei 100 metri nel 2008 e nel 2012, risultata positiva ad un analgesico, lo oxycodone, ma vittima di uno squalifica morbida (sei mesi) poiché il farmaco era utilizzato per curare un problema ad un dente.
Powell a Lignano – Il 30enne velocista giamaicano, in Italia e già frequentatore della località marittima scelta come sede per gli allenamenti, ha immediatamente preso le distanze dall’accaduto. L’albergo dove Powell soggiornava è stato perquisito dalla polizia italiana che, stando alle dichiarazioni su Twitter del giamaicano, avrebbe arrestato un suo preparatore fisico reo di aver fornito gli integratori alimentari per i quali è risultato positivo all’antidoping. Coach Stephen Francis, anch’egli a Lignano Sabbiadoro, ha provato a ridimensionare l’accaduto: “Asafa è tranquillo, sarà una giornata normale con i soliti allenamenti”.
Iaaf, “Programma antidoping credibile” – Parole di Nick Davies, portavoce della Federazione internazionale d’atletica, che ha inoltre affermato come il movimento “ne esca rinforzato, non indebolito, nel momento in cui siamo in grado di scoprire un nuovo caso e abbiamo il pieno sostegno di tutti gli atleti, di tutti gli allenatori o responsabili che credono in uno sport pulito”. Davies, attraverso un comunicato, ha poi concluso: “L’impegno della Iaaf in materia di lotta al doping nell’atletica è incrollabile. Abbiamo un dovere morale nei confronti della maggior parte degli atleti che credono in uno sport pulito”.
I precedenti – La vicenda non è la prima che infanga l’atletica giamaicana, dal 2008 ai vertici della scena mondiale dello sprint. Lo scorso 15 giugno Veronica Campbell-Brown, campionessa del mondo in carica dei 200 metri, era stata sospesa a titolo provvisorio dopo la positività al controllo antidoping sottopostole a maggio. Nel 2009 Yohan Blake, futuro campione del mondo dei 100 a Daegu 2011, era risultato positivo per uno stimolante nel corso dei Trials giamaicani ed era stato sospeso per tre mesi, nonostante rischiasse uno stop di due anni. Simile la questione di Shelly-Ann Fryser-Price, campionessa olimpica dei 100 metri nel 2008 e nel 2012, risultata positiva ad un analgesico, lo oxycodone, ma vittima di uno squalifica morbida (sei mesi) poiché il farmaco era utilizzato per curare un problema ad un dente.
Powell a Lignano – Il 30enne velocista giamaicano, in Italia e già frequentatore della località marittima scelta come sede per gli allenamenti, ha immediatamente preso le distanze dall’accaduto. L’albergo dove Powell soggiornava è stato perquisito dalla polizia italiana che, stando alle dichiarazioni su Twitter del giamaicano, avrebbe arrestato un suo preparatore fisico reo di aver fornito gli integratori alimentari per i quali è risultato positivo all’antidoping. Coach Stephen Francis, anch’egli a Lignano Sabbiadoro, ha provato a ridimensionare l’accaduto: “Asafa è tranquillo, sarà una giornata normale con i soliti allenamenti”.
Iaaf, “Programma antidoping credibile” – Parole di Nick Davies, portavoce della Federazione internazionale d’atletica, che ha inoltre affermato come il movimento “ne esca rinforzato, non indebolito, nel momento in cui siamo in grado di scoprire un nuovo caso e abbiamo il pieno sostegno di tutti gli atleti, di tutti gli allenatori o responsabili che credono in uno sport pulito”. Davies, attraverso un comunicato, ha poi concluso: “L’impegno della Iaaf in materia di lotta al doping nell’atletica è incrollabile. Abbiamo un dovere morale nei confronti della maggior parte degli atleti che credono in uno sport pulito”.