Medagliere mondiale: la Russia batte gli Usa. Italia flop

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La Isinbayeva esulta sul gradino più alto del podio, contribuendo alla raccolta di ori russi. "Solo" argento per l'americana Jennifer Suhr (Foto Getty)
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IL BILANCIO. Al termine dei Mondiali di atletica di Mosca, i padroni di casa battono per la prima volta i rivali: 7 ori a 6. Terza la Giamaica, trascinata da Bolt e Fraser-Pryce. Piange il medagliere azzurro, con il solo argento della Straneo

Giocava "in casa", e alla fine ha vinto. Al termine dei Mondiali di atletica di Mosca, il medagliere parla chiaro: per la prima volta la Russia ha battuto gli Stati Uniti con 7 ori contro i 6 degli americani. Da sottolineare, però, che gli storici rivali hanno collezionato più medaglie complessive (25 a 17).
Tre i casi in cui lo smacco è stato "diretto", con un atleta russo sul gradino più alto del podio e un americano appena sotto, e tutti e tre tra le donne. A partire dalla discussa (per le dichiarazioni sui gay) Yelena Isinbayeva, che ha dominato il salto con l'asta davanti alla Suhr, fino alla Skolina, che nell'alto ha battuto la Barrett, per finire con la staffetta 4x400.
Terza con 6 ori la Giamaica (nove medaglie in tutto), trascinata dai suoi sprinter: sia Usain Bolt che Shelly-Ann Fraser-Pryce hanno fatto tris (vincendo entrambi l'oro nei 100 m, nei 200 m e nella staffetta 4x100) e le sei medaglie d'oro sono presto spiegate.

Italia come Botswana e Finlandia - Discorso molto diverso, purtroppo, per l'Italia, che ora si interroga su come risollevare le sorti della propia atletica. Gli azzurri chiudono al 26° posto (su 33 paesi presenti nel medagliere!) con il solo argento della Straneo nella maratona donne, curiosamente la prima medaglia assegnata nella manifestazione: da lì in poi, più nulla. Davvero troppo poco. Sullo stesso piano dell'Italia anche Botswana, Finlandia, Ungheria e Qatar.
Un risultato "insoddisfacente", come l'ha definito lo stesso presidente della Fidal, Alfio Giomi, tracciando il bialncio della spedizione azzurra e sottolinenando come ci sarà bisogno di "molto lavoro", "cambiando la mentalità dei nostri atleti, ma anche quella dei nostri tecnici, rafforzando l'esperienza internazionale".

Occhio ai Paesi emergenti - "C'è molto da lavorare - ha osservato Giomi - ancor più di quanto pensassi all'inizio. E' vero, venivamo da un ciclo lunghissimo di due mesi di manifestazioni in giro per l'Europa, ma più cresce il livello dell'evento e più ci si rende conto che l'atletica italiana non è adeguata".
"Non perché ci si dovesse aspettare qualcosa di più - aggiunge il dt Massimo Magnani - ma alcune cose non sono andate come dovevano. Non è stato, come si pensava alla vigilia, il Mondiale degli assenti, ma una rassegna di grande qualità con generazioni emergenti di altri Paesi con i quali dovremo tutti fare presto i conti".

Europei 2020 a Roma? - Una prima idea per il rilancio dell'atletica italiana arriva proprio da Giomi, che al termine dei Mondiali ha annunciato: "Stiamo progettando di candidare Roma agli Europei del 2020 e di organizzare in Italia un circuito di meeting con un altro evento al livello del Golden Gala, magari a Milano, per ricostruire un evento tipo la Notturna, facendo leva anche sulle opportunità offerte dall'Expo". Un primo passo, per evitare, in futuro, di ritrovarsi a commentare medaglieri così poveri.