Mondiali pallamano, la Danimarca è ancora campione

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La Danimarca si conferma campione mondiale per la seconda volta. È la terza medaglia d'oro in cinque anni. Decisivo il portiere Niklas Landin, già vincitore della Champions League a dicembre con i tedeschi del Kiel. La stella Mikkel Hansen MVP del torneo. Danesi squadra da battere anche alle Olimpiadi di Tokyo

La finale era inedita, la vincente no. Come due anni fa, la finale mondiale della pallamano incorona la Danimarca. E come due anni fa tutto accade all’esito di una sfida tutta scandinava. Stavolta a cadere non è la Norvegia ma la Svezia, che al Cairo si batte allo stremo, regge per tre quarti di gara, ma poi si arrende ad esperienza e maturità della squadra allenata da Nikolaj Jacobsen. Nel 26-24 conclusivo spiccano più le parate del portiere Niklas Landin che le giocate di Mikkel Hansen, l’uomo più atteso. Certo, il vichingo di Helsingør segna sette reti – sono 48 in tutto il torneo – e alla fine ritira (con merito) il premio di MVP della manifestazione, ma gli interventi del compagno di squadra tra i pali sono quelli che fanno realmente la differenza sui tentativi svedesi di rientrare in partita nell’ultima porzione di gara.

 

Alla Svezia non mancherebbe nulla per vincerlo, il Mondiale. Ma in queste partite, si sa, decidono i dettagli, gli attimi, le piccolezze. O i tiri parati come quelli di Landin, che chiude con una percentuale mostruosa del 41% e si regala la soddisfazione di vincere, assieme al fratello Magnus, Champions League con i tedeschi del Kiel e Mondiali con la sua nazione nel giro di soli 33 giorni. La storia recente della pallamano parla indiscutibilmente danese: 13 medaglie dal 1967 a oggi, 19 vittorie filate ai Mondiali – record di sempre – e terza medaglia d’oro degli ultimi cinque anni tra Olimpiadi (2016) e Mondiali (2019, 2021). Per il triplete mancherebbe l’Europeo, che comunque in bacheca ci è già finito due volte tra 2008 e 2012. E comunque nel 2022 si rigioca in Ungheria e Slovacchia.

In patria l’entusiasmo è alle stelle. Del resto la selezione maschile di pallamano è stata l’unica, assieme alla nuotatrice Pernille Blume, a regalare alla nazione una medaglia d’oro alle Olimpiadi estive di Rio. Roba di cui essere orgogliosi e anche per questo il principe ereditario danese Federico non ha esitato a definire “incredibilmente bello” il trionfo. Se però la pallamano ha una peculiarità, di certo quella è il rimettere tutto sempre in discussione in tempi tremendamente brevi. Dalla settimana prossima i campioni danesi, come tutte le altri grandi stelle di questi Mondiali egiziani, torneranno in campo tra i rispettivi campionati e la Champions League. Ritmi serratissimi, roba da 50 o 60 partite a stagione. Con una squadra da battere: la Danimarca, ovviamente.