Il caso Schwazer mina la credibilità dell'antidoping: ora sono gli atleti ad avere paura

Atletica

Lia Capizzi

Il caso Alex Schwazer. Sul fronte della giustizia ordinaria bisogna attendere la decisione del Gip di Bolzano. C’è comunque una sconfitta, è la credibilità del sistema antidoping. Proprio sulla base di questo processo, tra anomalie e possibili sotterfugi, il discorso è da allargarsi a tutti gli sport. Potrebbe aumentare la paura degli atleti: devono avere fiducia nei controlli ma allo stesso tempo sono loro i meno tutelati

SCHWAZER: "ARRIVEREMO A MIA COMPLETA INNOCENZA"

SCHWAZER E IL GIALLO DEL DNA

Questa di Alex Schwazer resta una vicenda divisiva nell'opinione popolare, nei discorsi di tutti i giorni. O credi che Schwazer sia innocente o credi che sia colpevole. Sui social, al bar, per strada, se ne parla molto, ognuno con la propria opinione. Il nostro dovere, in questa sede, non è prendere una posizione o una decisione. Quest'ultima spetta al Gip di Bolzano Walter Pelino che si è preso del tempo per decidere, a maggior ragione dopo il lunghissimo incidente probatorio di giovedì 12 settembre durante il quale non sono mancate le tensioni tra le parti, il confronto serrato per esempio tra il perito della Wada Emiliano Giardina e il Colonnello Giampietro Lago a capo dei Ris. Il Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri per oltre un anno ha analizzato e confrontato le provette di Schwazer arrivando ad evidenziare l'enorme differenza di concentrazione di DNA, tre volte e mezzo superiore quello della campione B rispetto al campione A.

Le anomalie del Dna fanno specie perché sono eclatanti ma si sommano ad altre anomalie, chiamiamoli pure forti sospetti, su tutto il sistema antidoping: i prelievi, la catena di trasporto e di deposito. Alcuni dettagli di questo processo fanno rabbrividire, provette che dovrebbero essere protette e invece non lo sono. Il discorso, sia chiarò, non riguarda solo Schwazer ma tutti gli atleti in generale. Vengono sottoposti a controlli e sono costretti a fidarsi di chi prende in consegna le loro provette dentro le quali c'è una vita intera, tra allenamenti e sacrifici. Sono mani fidate? Si, ovvio, perché sono gli ispettori antidoping. Se però un dubbio incrina questa fiducia cosa accade? Ogni controllo antidoping rischia di diventare un incubo Ha ragione Schwazer quando a noi di Sky Sport dice: "Un atleta non ci pensa, pensa che non possa succedere a lui". Quindi, a prescindere da come finirà questo processo, a prescindere da cosa pensiate voi, se Schwazer sia innocente o colpevole, è evidente che nel mondo dell'antidoping l'anello debole siano gli atleti. Le persone che rendono avvincente ed epico lo sport risultano essere le meno tutelate.