Sawang Janpram, l'atleta più anziano del mondo

Io me lo ricordo bene Snoopy, lo spericolato bracchetto inventato dalla fantasia di Charles Monroe Schultz, seduto sul tetto della propria cuccia, con la sciarpa rossa al vento e il caschetto verde di cuoio calzato in testa, mentre interpreta in uno dei suoi frequenti giochi diruolo di un intrepido asso della Prima Guerra Mondiale, ritto alla cloche del suo biplano Sopwith Camel, in perenne duello aereo con il Barone Rosso, il tedesco Manfred von Richtofen. Lo ricordo perfettamente, con gli occhialoni calati a celare lo sguardo da duro. Ecco, quegli stessi occhialoni - in verità, anche persino un po’ fantozziani, precisi per correre in bicicletta la mitica coppa Cobram, sperando di scampare il temibile tratto dalla cima del Diavolo alla Trattoria del Curvone - li ho rivisti pochi giorni fa indosso a un distinto signore thailandese, tale Sawang Janpram, che per l’occasione sfoggiava anche un bel paio di ginocchiere e un completino dai colori sgargianti rossi e blu, con disegni vagamente ispirati alle forme delle saette e una bella bandiera del suo Paese sul lato destro del torace. Tra il petto e l’addome una sorta di pettorina appiccicata con degli spilli, recante un numero di serie invero abbastanza inquietante, quasi da agente segreto: M00001. Come direbbe una celebre catchphrase della pubblicità, ‘a Sawang pare piaccia vincere facile’, in quanto quel numero altro non è la certificazione della sua rispettabilissima iscrizione ai World Master Games, un grande evento multisportivo internazionale molto simile alle Olimpiadi, che si tiene ogni quattro anni e che ha come finalità quella di promuovere atleti di mezza età e consentire loro - anche da anziani - di poter proseguire una carriera agonistica e mantenere una vita sana. E nel 2025, l’edizione, che per due anni era saltata a causa della pandemia e tornerà solo nel 2027 in Giappone, si è tenuta a Taipei. E M00001 stava a significare che Sawang fosse il primo atleta iscritto nella categoria degli ultra centenari della fascia di età superiore ai 100 anni. E pure l’unico. Un dato importante per un atleta iscritto a ben quattro discipline: 100 metri piani, lancio del disco, lancio del giavellotto e getto del peso. Medaglia d’oro assicurata. A patto di sopravvivere alla data della gara, allo sforzo agonistico e pure all’orario fissato per la premiazione. Perché, non sembri cinico da parte mia, gareggiare da soli a quell’età assicura il premio finale solo nel caso in cui si riesca effettivamente a portare a termine l’impegno sportivo. E’ anche per questo che ai World Master Games il servizio medico è accurato ed è numeroso soprattutto per gli atleti che superano le fasce d’età oltre i 65 anni. E si tratta di una organizzazione incredibilmente gigantesca, proponendo in cartellone non solo atletica leggera e nuoto, ma anche rugby a 15 e calcio a 11, baseball e softball, taekwondo e karate, tiro con l’arco e pétanque, badminton e tennis, tennis tavolo e basket, volley e canoa, canottaggio e ciclismo, danza standard e danza latina, beach volley e fresbee, sollevamento pesi e squash. Sì, è vero, fanno parte del programma anche orientamento sulla media distanza e salvataggio in acqua e i maligni ci ricamano su leggendo l’età di molti partecipanti, ma la cosa lascia il tempo che trova. A Taipei si sono ritrovati 25.950 atleti di 107 Nazioni. Una Babele. E Sawang era fra quelli, unico partecipante nelle sue categorie. Fortunello… e così ha corso, ha gettato, ha lanciato e ha vinto. Quattro medaglie d’oro per sé e per la Thailandia. Un successone. Tanto nessuno gli chiederà mai quanti fossero a cimentarsi con lui nelle gare per il podio. Di sicuro però due avversari li aveva: l’età e la fatica e li ha battuti entrambi. E di questo bisogna rendergli tutto il merito che gli spetta. Sawang Janpram è un ex preside in pensione e a quanto pare ha scoperto come fermare il tempo, dunque. E ha deciso di impiegarlo fruttuosamente ogni giorno della propria vita, facendoselo amico, in omaggio a quel detto thailandese che ammonisce che ‘ammazzare il tempo è un peccato peggiore dell’omicidio’. Quindi, nessun astio verso i minuti, i giorni, gli anni che sono passati da quando ha smesso di recarsi ogni mattina in ufficio, a scuola, a sovrintendere al lavoro degli insegnanti e all’apprendimento degli studenti e molta voglia di vivere e continuare a investire sulla propria vita. Padre di cinque figli, si è dedicato a loro e alla sua fattoria, nella quale ha coltivato dolcissimi e puzzolentissimi durian e alberi della gomma. Ogni giorno si è presentato puntuale al mercato locale e con la moglie - finchè gli è stato possibile - ha passeggiato e corso. Poi il posto della signora Janpram l’ha preso la figlia Siripan, che ha gareggiato insieme al padre, nella categoria fino ai 75 anni, vincendo due medaglie d’oro e una d’argento: “Sono così orgogliosa di mio padre, perché riesce ancora a fare questo e perché è forte. Ha portato onore alla nostra famiglia. La gente lo ammira ovunque vada…”. In due settimane, Sawang a Taipei ha monopolizzato l’attenzione generale, diventando una celebrità. Tre o quattro volte alla settimana, la coppia trotterella sulla spiaggia vicino alla loro casa a Rayong, nella Thailandia orientale. Rayong è una cosiddetta città maggiore del Paese, una ‘thebasan nakhon’, di oltre sessantamila abitanti, situata proprio sulla costa del Golfo di Thailandia a sud est di Bangkok, la capitale. In città tutti chiedono a Sawang come faccia a tenersi in forma. Lui sorride e con semplicità risponde che “a volte mi piace camminare, a volte correre, a volte lanciare il peso o il giavellotto, a seconda di cosa devo fare per le gare…”. Per incontrarlo, in fondo, è sufficiente frequentare il mercato locale settimanale, lo Star Fresh Market, il mercato coperto più grande di cibo fresco della città, dove tutti fanno acquisti di carne, pesce, verdure e frutta per le loro famiglie. E anche Sawang va ancora. Ogni tanto, a casa, mira e rimira e lustra le sue medaglie, più di sessanta, conquistate nel tempo. E dire che da Master ha cominciato a fare sul serio solo da una quindicina di anni. “Avevo 90 anni, mia figlia Siripan ne aveva sessanta e temeva che io potessi ridurmi come molti dei miei coetanei, finiti a passare i loro giorni distesi in un letto. Ma a me già da tempo frullava in testa l’idea di mettermi a fare sport…”. “L’attività fisica migliora la nostra vita e permette di incontrare tanta gente che si allena come me. La vita diventa più vivace, ci si sente meno soli. Specialmente dopo che si è perduta la compagna di una vita. Ci sono i figli, è vero, ma hanno le loro famiglie, i loro problemi. E allora ecco che lo sport aiuta. Molto. Adesso posso dire di essere totalmente concentrato sullo sport…”. E a 105 anni Sawang è in perfetta forma. Quando nella Taipei Arena, il Kaohsiung National Stadium, hanno chiamato in pedana i vivaci lanciatori del peso delle categorie detà 80+, 85+, 90+ per essere presentati, Sawang sembrava persino più giovane di qualche ottuagenario anagraficamente molto meno anziano di lui. Comunque vada, Sawang ha affrontato tutte le sue sfide e se nel getto del peso ha raggiunto ben più dei quattro metri in ognuno dei cinque tentativi a disposizione, suscitando applausi e acclamazione da parte di concorrenti assai più giovani, nei 100 metri piani se l’è invece presa comoda. Trasformando la sua gara solitaria in un orgoglioso 100 metri piano, ma non troppo. Completati nel rispettabilissimo tempo di 38”55, poco meno di quattro secondi ogni dieci metri. Che a 105 anni, è entusiasmante. Con lo sguardo fisso sul traguardo. E come lo Snoopy di Charles Monroe Schultz mi piace immaginare che dentro di sé abbia recitato la formula magica… “ecco il grande velocista che corre scattante tra le corsie nemiche… la sua missione è conquistare il fio di lana teso dai taiwanesi a cento metri dal punto di sorvolo… ‘t's a ‘Long Way to Tipperary’…”. Invece probabilmente, ansimando, non avrà visto l’ora di concludere la sua fatica da concorrente più anziano della sua categoria. A suo modo un record invidiabile e invidiato. La manciata di spettatori presenti allo stadio lo ha applaudito con calore e incitato negli ultimi metri, novello Dorando Pietri, con i piedi pesanti e le gambe un po’ legnose. Ma Sawang è arrivato in fondo, con gli occhi determinati della tigre famelica. Perché, come dice il proverbio thai, ‘la tigre non cambia i suoi istinti’ e Sawang non avrebbe rinunciato a quel successo per nulla al mondo. E a chi gli ha chiesto dopo l’arrivo se sarà in Giappone nel 2027, quando avrà 107 anni, con molto ottimismo ha risposto: “farò di tutto per essere anche lì, non so in che disciplina gareggerò. Prenderò più avanti ogni mia decisione. Posso solo dire che non dipenderà dalla mia volontà. Ma solo dalla mia salute…”

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Lucio Rizzica