Europei indoor di Appeldorn, la grande occasione dell'atletica italiana

Agli Europei indoor di Appeldorn, città con il ben poco invidiabile record di essere la più piovosa d’Olanda, l’Italia dell’atletica ha una grande occasione: esibire la forza del nostro movimento in assenza di tanti big. Per scelta o per specialità non è presente nessuna delle cinque medaglie d’oro di Tokyo: niente Tamberi e Jacobs, niente 4x100 e niente Stano e Palmisano. Non c’è poi la meravigliosa Battocletti che sulle lunghe distanze sfida alle pari le donne degli altipiani e il Sottile che a Parigi, con Gimbo battuto dalle coliche renali, si era arrampicato sino a sfiorare la medaglia dell’alto. Eppure, la spedizione azzurra resta straordinariamente competitiva, in grado di puntare a tre ori e un bottino di 6-7 medaglie. Potere di un movimento che dopo i fuochi artificiali dell’Olimpiade giapponese ha continuato a sviluppare e produrre talenti in serie. Appeldorn sarà la grande occasione per Mattia Furlani, che dopo le meraviglie del 2024 è già volato a Torun a 8.37, sconfiggendo al quattordicesimo tentativo Mitiadis Tentoglou, la divinità greca che lui stesso ha piazzato nel suo personale Olimpo come punto di riferimento. Nessuno ha idea di quali siano i limiti di un ventenne che ama il basket e tifa per la Roma, 20 anni compiuti il mese scorso, ed è possibile l’Olanda segni la prima grande conquista di un ragazzo che respira sport e atletica sin dall’infanzia, gestito in pedana da mamma Kathy Seck. Probabile derby azzurro nel peso con Leonardo Fabbri e Zane Weir a lottare per il titolo: numero uno e numero due delle graduatorie continentali dell’anno, campione europeo all’aperto contro il detentore del titolo al coperto per una doppietta che non è nelle speranze ma nei numeri: i fatti, diceva Winston Churchill, sono argomenti testardi. Duplice possibilità di medaglia anche nel triplo, dove all’Andy Diaz già bronzo a Parigi ma sempre con qualche acciacco a incatenarlo, si è aggiunto un Andrea Dalla Valle ritrovato dopo un paio di stagioni tribolate, con un 17.36 agli assoluti di Ancona che ad Appeldorn potrebbe valere una medaglia anche di metallo pregiatissimo. Se la vedranno, l’oriundo cubano e il piacentino, con il tedesco Max Hess, che pare aver finalmente dato ragione a chi, nelle categorie giovanili, gli pronosticava un grande futuro. Paese di santi, poeti e navigatori, ma pure di saltatori. Detto di Furlani e dei triplisti, proverà ad atterrare lontano anche Larissa Iapichino, già argento due anni fa ad Istanbul, portando in pedana la rabbia per quella medaglia che a Parigi è stata soltanto sfiorata. Incontrerà Malaika Mihambo , la tedesca vincitrice di tutto e che in inverno con i risultati ha dimostrato che la classe non conosce il passaggio delle primavere. Saltano, in alto, pure Manuel Lando e Matteo Sioli, quest’ultimo al primo anno nella categoria senior ma che agli Assoluti di Ancona è volato, e non di poco, oltre i 2.28. Una medaglia qui, senza Tamberi e Sottile, avrebbe un significato straordinario. E poi Zaynab Dosso, la velocista che dopo aver vinto i 60 al meeting di Torun ha spiegato a chi la intervistava che il segreto di una squadra italiana così forte stava nella pasta: lo può ben dire lei, cresciuta a Rubiera, in quell’Emilia dove di primi se ne intendono. Sfiderà l’elvetica Mujinga Kambundij e la polacca Ewa Svoboda e con avversarie così quotate entrare nel pronostico è già un miracolo. Quello che sugli ostacoli proverà a realizzare Lorenzo Simonelli, il campione europeo di Roma sui 110, l’argento mondiale dei 60 dietro l’invincibile Grant Holloway. Si è infortunato a gennaio al raduno a Tenerife, la stagione indoor sembrava compromessa e invece sarà al via: la logica direbbe che non ha speranze, ma dall’altra parte c’è il talento di Lollo. Nel dubbio il suggerimento è di puntare sul secondo.

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Nicola Roggero