Con un punteggio incredibile (268 colpi, -20), il più basso mai realizzato nella storia della competizione, Dustin Johnson si è preso la prima giacca verde della sua carriera. Il numero uno del world ranking torna a vincere il Masters Tournament per la prima volta dal 2002 (quando trionfò Tiger Woods)
Nessuno come lui. Il padrone del golf mondiale mascile Dustin Johnson ha sbaragliato tutti ad Augusta ed è il nuovo re del Masters Tournament. Il 26enne di Columbia (South Carolina) ha scritto la storia conquistando, con un totale di 268 (-20) colpi – il punteggio più basso mai realizzato nella competizione - la sua prima "Green Jacket". È la prima volta dal 2002 che un leader del world ranking torna a imporsi in Georgia, l'ultimo fu Tiger Woods. Proprio al californiano Johnson ha sfilato la giacca verde con Woods, campione uscente, che ha chiuso il torneo al 38° posto. Dal sogno del 2019 all'incubo del 2020. Sull'Amen Corner, dove lo scorso anno Francesco Molinari aprì le porte al successo dell'asso americano, Woods ha spedito la palla in acqua per tre volte alla 12 (par 3), chiudendo la buca in 10 colpi. Realizzando il peggior score della sua carriera, su una singola buca, in un evento del PGA Tour.
La gioia di Johnson con moglie e fratello
Sul green, la festa è tutta per Johnson che piange di gioia e abbraccia al traguardo il fratello caddie e la moglie Paulina. "Poter condividere questo trionfo con la mia famiglia - ha spiegato - è una sensazione unica e bellissima. Sono talmente contento che faccio fatica a parlare". Per il 36enne è la seconda vittoria in un Major: era dal 2016 (anno del trionfo allo Us Open) che lo statunitense non vinceva un torneo del Grande Slam. Secondo nel 2019, diciannove mesi dopo - nel primo Masters dell'era Covid, in scena a porte chiuse - Johnson è riuscito nel capolavoro. Con una prova incredibile ha ipotecato il titolo nel "moving day", chiuso con 4 colpi di vantaggio su un terzetto d'inseguitori, tra questi anche l'australiano Cameron Smith e il sudcoreano Sungjae Im, che non si sono mai arresi e hanno chiuso la competizione al secondo posto (273, -15). Poi, nel round finale, dopo qualche errore di troppo (due bogey consecutivi alla 4 e alla 5, fino a quel momento aveva realizzato altrettanti bogey in 57 buche), Johnson ha lasciato agli avversari solo le briciole.