Una crepa nella Ryder Cup

La crepa si è aperta durante l’ultima edizione di Ryder Cup a Roma. Il gesto plateale di Patrick Cantlay ha fatto il giro del mondo: l’americano, giocatore di Team Usa, durante l’ultima edizione, quella italiana al Marco Simone Golf & Country Club, si era rifiutato di indossare il cappellino della squadra in segno di protesta. Protesta per cosa? Perché i giocatori non hanno mai ricevuto remunerazioni per apparire in Ryder Cup. A distanza di un anno le cose sono davvero cambiate. In un momento storico in cui il golf, nel suo assetto mondiale, si sta trasformando anche a causa degli investimenti del fondo arabo PIF . Il posizionamento di questo nuovo circuito, che vanta l’affiliazione di molti giocatori americani ingolositi da ingaggi milionari, ha convinto diversi professionisti a scegliere di lasciare il Pga tour o il Dp World Tour. Questo effetto di assuefazione al denaro probabilmente ha contaminato anche un territorio ‘neutro’ come la Ryder Cup. Ed ecco come sono andate le cose. Prima l’anticipazione del ‘The Telegraph’ in cui il giornalista autore del pezzo si sbilancia sulla cifra che ingrasserà il conto corrente dei dodici componenti della squadra americana: 400 mila dollari a testa. Poi le dichiarazioni ambigue di alcuni giocatori tra cui Tiger Woods. Qualche settimana dopo l’ufficialità: nel 2025 al Bethpage , in occasione della 45esima edizione della Ryder Cup, gli americani percepiranno 500.000 dollari ciascuno . Una cifra, per come sono abituati oggi i giocatori di golf, che non sposta nulla . Ma quello che va a intaccare è il senso profondo di questa competizione sportiva: la Ryder Cup significa far parte di qualcosa che è più grande del singolo, una filosofia tramandata di generazione in generazione. Da cent’anni a questa parte uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo si gioca solo ed esclusivamente per la gloria. Le dichiarazioni di Rory Mcilroy rendono l’idea: “Personalmente vorrei pagare per avere il privilegio di giocare la Ryder Cup”. “Le due forme più pure della competizione nel golf sono la Ryder Cup e le Olimpiadi, e in parte dipende proprio dal loro valore intrinseco di purezza. Una realtà sportiva dove il denaro non è preso in considerazione”. Anche il capitano di Team Europe per il 2025, Luke Donald, ha fatto sapere di non avere nessun interesse nell’essere pagato: “Conveniamo tutti che cinque milioni potrebbero essere meglio spesi per il bene del Dp World Tour nel supportare gli altri eventi o da destinare per il Challenge Tour” ha detto. Questa al momento è la posizione degli europei. Non irrilevanti sono i numeri delle Ryder Cup che da sempre genera milioni di dollari sia in Europa che negli Stati Uniti. L’edizione di Roma 2023 per esempio ha prodotto oltre 9 milioni di sterline di profitti da un fatturato di oltre 100. A oggi, per come stanno le cose, sembra che gli americani vogliano riempirsi le tasche. Come del resto l’organizzazione dell’evento: il biglietto giornaliero per assistere a una singola giornata della prossima edizione al Bethpage Black Course di Farmingdale è fissato a 750 dollari. Keegan Bradley, che guiderà team Usa, ha già annunciato che donerà tutto in beneficenza. Il numero 1 del mondo Scottie Scheffler ha precisato: “Tutti noi americani siamo disposti a giocare la Ryder gratuitamente. Ma se hanno deciso di pagarci, penso sia una fantastica notizia. Non credo che questo fattore possa togliere qualcosa allo spettacolo della competizione". Come diceva Gino Bartali: “Il bene si fa e non si dice”. Con l’augurio che questa crepa nella Ryder Cup non si allarghi troppo raggiungendo anche l’Europa.

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Francesca Piantanida