Paris, la nuova capitana dell'Italia di ginnastica ritmica: "Orgoglio e responsabilità"

Laura, hai assunto un ruolo nuovo e importantissimo: quello di capitana di una squadra completamente rinnovata in un quadriennio che sta per ricominciare. Qual è la parte di tutta questo preambolo che ti affascina di più? “È una squadra giovanissima e ricoprire questo ruolo in una squadra così giovane mi riempie di responsabilità, ma sono felice di affrontarlo con le mie compagne, perché poi in pedana ci entriamo in cinque, gareggiamo in sei e ognuna di noi è importante allo stesso modo. Penso che il capitano debba un po' compattare la squadra, unire tutte le menti e i fisici di cinque ragazze che poi in pedana devono essere completamente sincronizzate nella stessa direzione” Hai parlato di cinque ragazze, qui siete molte più di cinque. Un po' a tutte le tue compagne ho chiesto la stessa cosa, di raccontarci come è stato il primo impatto con questo centro, che cosa rappresenta per voi, che cosa ha rappresentato arrivare qui, da dove siete partite, insomma. Ci racconti la stessa cosa anche tu? “Io sono arrivata in Nazionale nel 2018. Penso che un po' per tutte le ginnaste sia il coronamento di un sogno arrivare qui. Sicuramente è molto impattante entrare in questa Accademia, iniziare una vita completamente nuova, lontane da casa, con compagne di vita che poi diventano praticamente sorelle. Ho iniziato che ero una delle più piccole, adesso mi ritrovo ad essere la più grande, quindi è strano. Si impara a convivere e condividere tutto dalla mattina alla sera, una cosa che al di fuori di questo ambiente non riesci a trovare allo stesso modo. La cosa che ti rimane di più di questo sport è proprio la convivenza e la quotidianità con la tua squadra” Tu hai vissuto sia le Olimpiadi di Tokyo che quelle di Parigi in un periodo particolarmente complicato. Paris, che peraltro è il tuo nome, quasi un presagio… Che cosa hai portato a casa da quelle due esperienze e in che cosa ti aiuterà in questo nuovo ruolo averle vissute? “Sono state due esperienze molto diverse sotto molti aspetti. Tokyo penso che sia stata un'Olimpiade a sé per svariati motivi. Era periodo di Covid, quindi era tutto isolato e diverso. Poi ho partecipato a Tokyo come riserva quindi l’ho vissuta con tanta emozione, ma anche un po' dall'esterno. Invece le Olimpiadi dell'anno scorso sono state fin dal primo istante ricche di emozioni fortissime. È stato tutto meravigliosamente magico dall'inizio alla fine, con quella medaglia di bronzo che siamo riuscite a conquistare. E sì, hai ragione, portava quasi il mio nome quella medaglia. E non l'ho voluto dire fino alla fine, un po' per scaramanzia, ma penso che sì, un po' fosse scritto nel destino” A Parigi la capitana era Alessia Maurelli. So che tutte voi avete sempre guardato a loro con ammirazione e stima, quasi come fossero il vostro punto di arrivo. Da questo punto di vista, qual è l'eredità che il vecchio gruppo delle farfalle ti lascia? “Beh, io sono arrivata qui, come dicevo prima, che ero la più piccolina, quindi le guardavo veramente... Erano i miei idoli fin da piccola, quindi mi faceva quasi strano potermi allenare con loro e poter imparare ogni giorno qualcosa di diverso. Mi hanno lasciato tanto, insegnandomi moltissimo su aspetti tecnici, ma anche di vita e caratteriali. A loro va un ringraziamento grandissimo. Se oggi riesco ad affrontare con così tanta leggerezza questo nuovo ruolo, penso sia sicuramente merito loro” Ti avrei chiesto proprio questo, con quale spirito e quale responsabilità avresti affrontato questo nuovo incarico e già me l'hai raccontato tu. Una cosa che si percepisce in voi, guardando la vostra routine è l’energia positiva. È un solo una sensazione esterna o anche dall'interno state vivendo questo momento con questo stato d'animo? “Sì, diciamo che stiamo lavorando molto sulle nostre teste perché penso che sia il 50% di quello che serve. Non serve solamente la fisicità, ma anche la mentalità, in questo sport soprattutto. Quindi sì, cerchiamo ogni giorno di partire col giusto mood per poter affrontare al meglio l'allenamento e cerchiamo di aiutarci a vicenda, perché essendo comunque in cinque in pedana anche questo ci aiuta. Quando una è un po' più giù, la compagna ha l'obbligo e la responsabilità di tirarla su e di portare a termine l'allenamento nel migliore dei modi” Se tu dovessi definire con un aggettivo la personalità delle farfalle di questo nuovo ciclo, come la definiresti? “Mi vengono in mente due parole: freschezza ed energia” C'è una parola nuova, che proviene dal bulgaro, che mantiene il legame col passato, ma che in parte guarda al cambiamento: ‘Peperuda’. Significa farfalla. Il vento è quello bulgaro. Quanto questa nuova allenatrice vi sta trasmettendo il vento di cambiamento? “Sicuramente è stato un grande cambiamento per tutte noi. Lei è riuscita ad inserirsi nel gruppo veramente molto bene. Ci trasmette un sacco di energia positiva, che è quello su cui stiamo lavorando appunto in questi mesi e penso che abbia trovato fin da subito la modalità giusta per prenderci, per poter lavorare bene su di noi” Vi sta aprendo anche ad un modo di pensare e di relazionarvi più internazionale, perché per esempio le sessioni di allenamento si fanno anche con l'inglese. Da questo punto di vista è una novità. Penso anche per te. Quanto è complicato? Quanto invece vi stimola? “All'inizio pensare di non parlare la stessa lingua della nostra allenatrice un po' ci spaventava. Ma è stato fin da subito veramente tutto molto facile, anche poter comunicare con lei. Lei si esprime benissimo in inglese. Noi non siamo madrelingua, però qualcosa capiamo e in più ci stiamo pian piano anche noi esercitando. Sicuramente ci aiuta e ci fa piacere anche poter ampliare le nostre conoscenze” Dal punto di vista proprio tecnico, invece, che cosa pensi che cambierà e se cambierà qualche cosa? Perché l'esercizio su cui state lavorando è un esercizio di ottobre- Mariela è arrivata da pochi mesi. In che modo sta dando la sua impronta? “Sicuramente gli esercizi che su cui stiamo lavorando erano già pronti per andare in gara. Sicuramente questa impronta di cui parli si vedrà molto meglio l'anno prossimo. Cambieremo gli attrezzi, creeremo degli esercizi nuovi e penso che l'anno prossimo sarà una novità un po' per tutti. Una nuova scoperta” E a proposito di questo, invece, quale approccio ci sarà verso Milano e verso il Mondiale che sta per arrivare? L’ultimo Europeo è stato comunque importante… Che cosa ti aspetti? “Stiamo lavorando molto bene in questi ultimi giorni in palestra in preparazione appunto alla World Cup di Milano. Abbiamo subito dopo un'altra gara in Romania in preparazione ai Mondiali a Rio di fine agosto, che sono l’appuntamento più importante. Abbiamo buone sensazioni, ma di sicuro dobbiamo perfezionare ancora le ultime cose con le possibilità che avremo in queste due competizioni. Lavoriamo e vedremo” È una responsabilità grande quella di essere capitana? Sei orgogliosa di questo ruolo? “Sì, sono molto orgogliosa e penso che sia una responsabilità bella grande. Ma da quando ho affrontato questo nuovo ruolo, in realtà, le mie compagne l'hanno reso più facile del previsto. Ero quasi più preoccupata da questo ruolo, ma le mie compagne non vedono l’ora di imparare nuove cose. Quindi io cerco di trasmettere a loro tutta l'esperienza che ho accumulato in questi anni. Ma loro sono piene di energia, di voglia di fare, quindi...” C'è qualcosa che da bordo pedana non avevi considerato e invece adesso stai rivalutando? Oppure che avevi sottovalutato e adesso ti rendi conto che invece è più complicato da gestire di quanto ti immaginassi? “In realtà faccio questo sport da veramente tanti anni ed è vero che fare il ruolo del capitano è un po' diverso, ma alla fine il lavoro sulla pedana è sempre lo stesso. Quindi ero pronta a questo nuovo inizio. E lo stiamo affrontando bene, come una squadra bella compatta” Con che occhi dovranno guardarvi gli spettatori da casa in queste prove? “Penso che sarà bellissimo ed emozionante in ogni caso guardarci da casa, tanto per chi ci guarda da casa quanto per noi su quella pedana. Ci farà un sacco piacere avere il tifo sia lì a Milano che appunto dalla tv. Ci darà la carica e l’energia giusta per affrontare al meglio tutto quello che ci aspetta nei prossimi mesi” Obiettivo Los Angeles 2028. Come ci arriverete? “Gli obiettivi vanno presi a quadrienni e da settembre sarà un lavoro di tre anni molto intenso e concentrato. Un bel percorso che spero ci porterà nelle migliori condizioni a presentarci a Los Angeles 2028” A Los Angeles, se tu avessi possibilità di pescare dal bagaglio di famiglia, cambieresti ritmica con ciclismo? “Penso di no. Sono molto contenta di aver scelto la ginnastica ritmica seguendo mia sorella più grande che faceva già questo sport e quindi penso di aver fatto la scelta giusta”.

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Sara Cometti