Summer McIntosh, la nuova stella del nuoto ha solo 18 anni

Non affermo certo una novità se - ripescando dalle mie memorie scolastiche - ribadisco ora che la genetica è importante, in quanto vettore ereditario delle caratteristiche che vengono trasmesse da una generazione all’altra e anche della variabilità che esiste fra gli individui. E neppure esprimo un concetto rivoluzionario se sottolineo che il processo di induzione delle informazioni contenute nel DNA veicolato non garantisce né miracolose evoluzioni, né origina obbligatoriamente dei risultati direttamente proporzionati alla qualità dei dati trasmessi. Tuttavia, talvolta accade. E se e quando accade, allora la vita si manifesta in tutto il suo misterioso spettacolo. Il prodotto finale della combinazione genetica fra un ex atleta, giocatore di hockey su ghiaccio e di baseball di modeste ambizioni e una nuotatrice di eccellente valore, capace di arrivare fino al team nazionale, di disputare un’Olimpiade e diventare un personaggio di livello internazionale, aveva - diciamo così - tutti gli ingredienti di base per essere un frutto potenzialmente vincente. Nel primo caso, quello della figlia maggiore, le informazioni genetiche hanno originato una buona pattinatrice artistica, non lontana dalle vette dell’eccellenza. Nel secondo caso, il corredo genetico ha dato vita a una nuotatrice che molto prima della maggiore età è diventata una stella mondiale. Tutto questo per dire che nella famiglia assai canadese dei McIntosh non si è mai respirata un’aria ‘normale’, ma si è sempre respirato ‘sport’. Greg, il padre, è stato agonista a livello di ‘college’, la mamma Jill C. Horstead ha invece difeso i colori del Canada ai Giochi Panamericani del 1983, ai Pan Pacifici del 1985, ai Giochi del Commonwealth del 1986, ma soprattutto alle Olimpiadi del 1984 a Los Angeles, dove ha vinto la finale B dei 200 metri farfalla ottenendo così il nono posto olimpico assoluto. La figlia maggiore Brooke, invece, pattina sul ghiaccio, ha vinto un bronzo alle Olimpiadi invernali Jrs di Losanna nel 2020 e oggi gareggia per la Spagna insieme a Marco Zandron. Fasciata dal suo costumino olimpionico color ‘tanti sogni e molte fantasie’, Summer non giocava con bambole e videogiochi, ma scattava foto sulle piastrelle del Pan Am Sport Centre con Penny Oleksiak, una delle atlete più belle e decorate del Canada , in preparazione per le Olimpiadi di Rio de Janeiro. Penny si allenava e Summer fantasticava su sé stessa e una spedizione futura ai Giochi della quale magari fare parte. A pensarci oggi, Oleksiak ha partecipato a tre olimpiadi. E Summer già a due. Ed entrambe faranno parte della squadra canadese ai Mondiali di Singapore 2025. La realtà è ben diversa ora, soprattutto a pensare che la favorita indiscussa per portare a casa tre o forse quattro, persino cinque medaglie e tutte d’oro sarà proprio Summer McIntosh. Una bella prova di come la potenza genetica sia la forza più dirompente che esista. Forse proprio la stessa forza che fa sbilanciare Summer quando preannuncia che alle prossime Olimpiadi di Los Angeles farà di tutto per conquistare cinque medaglie d’oro: quindi questi mondiali di Singapore saranno solo una tappa di avvicinamento al 2028. E anche un primo serio banco di prova nel duello con il cronometro e quel record mondiale deli 800 mt sl che Katie Ledecky detiene da 12 anni. Se ieri si trattava di fantasie e di sogni, oggi nessuno sorride più nell’accostare Summer McIntosh a grandi del nuoto come la Ledecky o Michael Phelps. E non sarà un caso che nella sua stanzetta lei tenga ancora appese citazioni di Katie e abbia un gatto di nome Mikey… Molti la considerano già una delle atlete canadesi più dominanti della storia e lei di questo sente già la responsabilità: "Sapere di avere così tanti canadesi che mi sostengono significa il mondo per me. Ogni volta che indosso la bandiera canadese, cerco di indossarla con orgoglio e di rendere orgoglioso il mio Paese". Summer McIntosh ha trascorso gran parte di quest'anno ad allenarsi in Francia col coach francese Fred Vergnoux, già tecnico della spagnola Mireia Belmonte, oro olimpico nel 2016 nei 200 farfalla: "Fred è il migliore in assoluto. Lo adoro. Ci divertiamo tantissimo insieme. Abbiamo legato davvero in fretta. Mi ha spinto oltre ogni limite e mi ha insegnato tantissimo. È un genio nel nuoto e so di potermi fidare di lui". Fred ha anche allenato Alice Mizzau; era con Matteo Giunta e Stefano Franceschi a esultare per la prima medaglia mondiale della storia della 4×200 azzurra femminile, trascinata da Federica Pellegrini all’argento a Kazan 2015. Summer è al centro di una strana triangolazione tecnica che prevede non solo Vergnoux, ma anche il suo allenatore ufficiale a Sarasota con gli Sharks Brent Arckey, e in Texas anche Bob Bowman, antico mentore di Phelps. E a quanto pare il prodigio sta realizzandosi: è maturato ad Antibes e sui Pirenei per un ciclo di lavoro che ha dato subito i suoi frutti su una fuoriclasse. McIntosh ha definito questo semestre europeo “il migliore della mia carriera, Vergnoux è stato assolutamente incredibile durante tutto questo cammino negli ultimi mesi. Mi ha davvero portato al livello successivo in questo sport e mi ha spinto oltre”. E se il lavoro proseguirà, con altre specificità con Arckey e Bowman, intanto Fred è nello staff del Canada per i Mondiali. Nel limbo è invece finita la povera Belmonte… Mentre Summer McIntosh stava crescendo e a Victoria - ai Trials - abbatteva per la terza volta il primato mondiale nei 400 misti, siglando il nuovo record canadese nei 200 dorso, Vergnoux era a bordo piscina: "Sta facendo sembrare normali cose assolutamente straordinarie e dobbiamo assicurarci che la gente sappia che non è normale. Summer è di un altro livello. Ho allenato molti nuotatori, ma non ho mai visto nessuno come lei. È unica. E sa quello che vuole". Ciò che Summer vuole è sicuramente l’essere considerata una delle migliori nuotatrici di sempre. E sa di non essere più in acqua con il ruolo di cacciatrice, ma di essere oramai diventata lei la preda: “Il primo record mondiale è stata sicuramente una sorpresa. Non pensavo di riuscirci, ma ora so che grazie al mio allenamento posso superare i limiti di questo sport". A quanto pare Summer ha preso alla lettera le citazioni di Katie Ledecky appese ai muri della sua stanzetta, ricordate? Eppure, avrebbe potuto respirare dopo aver vinto tre medaglie d'oro a Parigi e aver poi collezionato altri ori e record mondiali ai mondiali in vasca corta di Budapest. Invece no. "Alle Olimpiadi l'obiettivo era di vincere quattro ori e non ci sono riuscita, quindi ero affamata di più e questo mi ha tenuta motivata in vista di questa stagione". E a Singapore a luglio non andrà certo per fare la comparsa, ma andrà per fare le prove generali per conquistare cinque ori negli eventi individuali. A diciotto anni ci si sente invincibili e anche abbastanza sfrontati da sfidare il mondo, ma non si faccia l’errore di pensare che Summer si sia montata la testa. Nei Trials ha battuto i record mondiali nei 400 m stile libero, nei 400 m misti e nei 200 m misti. Ha fatto segnare il terzo tempo più veloce di sempre negli 800 m stile libero e il secondo nei 200 m farfalla. Summer è semplicemente sicura di sé e ripensa spesso a quando era piccola e guardava le gare e pensava che sua mamma sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi ci fosse arrivata sì, ma solo in una Finale B. E che questo a lei non sarebbe mai successo, perché i bambini hanno diritto ai sogni e anche a realizzarli. Con la medaglia al collo e un peluche fra le mani, dopo ogni premiazione, Summer guardava il pubblico e poi si concedeva alla folla. Gettava il peluche sugli spalti e regalava la medaglia d’oro. Le ha regalate tutte e cinque a dei bambini, spronati così a inseguire i loro sogni, mentre la loro eroina si privava dei suoi trofei più importanti. I ricordi dei record. "Vedere la loro reazione è stato dieci volte meglio che conservare quelle medaglie in una scatola dei ricordi. Le guardo solo un po'. Poi preferisco regalarle e diffondere la gioia a chi le conserverà con affetto. È bello poterli ispirare e festeggiare con loro. È il minimo che io possa fare, in attesa delle prossime Olimpiadi. Avevo l'obiettivo era di vincere quattro ori e non ci sono riuscita, quindi ero più affamata e questo mi ha tenuta motivata in vista di questa stagione". Summer è una perfezionista, riguarda le registrazioni delle sue gare, cerca di capire dove può recuperare i pochi centesimi persi fra una bracciata e l’altra ed è convinta di poter fare ancora meglio. "Gli atleti che battono i record mondiali sono piuttosto autocritici e credo che sia questo che mi spinge ad andare avanti. "Non credo esista una gara perfetta. Non l'ho ancora fatta. I 400 metri stile libero ci sono andati molto vicini. Ma so che posso diventare molto più forte e che le mie virate possano migliorare ancora tanto". Il Canada stravede per lei, lei - diciannove anni ad agosto - è concentratissima su sé stessa: il giorno dopo aver battuto il suo terzo record mondiale in cinque giorni, era di nuovo in piscina: un doppio allenamento, due sessioni. Sa che i bambini la stanno guardando e vuole esserne il modello trainante. Lei che a 14 anni era la più giovane della squadra canadese selezionata per le Olimpiadi di Tokyo 2020nel 2021. Lei che nel 2022 divenne una star mondiale al suo debutto ai Campionati mondiali di nuoto a Budapest, vincendo i 200 metri farfalla e i 400 metri misti individuali, battendo il record mondiale juniores in entrambi, ma soprattutto conquistando anche l'argento nei 400 metri stile libero, proprio alle spalle del suo mito Katie Ledecky. Lei che, in fondo, era destinata all’acqua, col talento naturale, la genetica, la madre, la voglia di migliorare tutti racchiusi dentro di sé e in quella magnifica ambizione che la sta portando chissà dove. Summer, che una volta notata nei primi club locali e reginetta delle prime gare in piscina, non si è più voltata indietro né ha avuto dubbi o indecisioni. Con un livello di dedizione altissimo. Lei, che si ferma a piangere solo quando assiste alla proiezione di ‘Titanic’, perché proprio non ce la fa a non commuoversi davanti alla storia strappalacrime di Jack e Rose. Che impazzisce per Bora Bora e che preferirebbe dieci ore di vasche ininterrotte a un pomeriggio passato a rassettare e rimettere in ordine la propria stanzetta. Lei che ha un nome così caldo e solare che è impossibile immaginarla senza sorriso sulle labbra. Summer McIntosh, che ama assistere alle gare di Formula 1, alle corse di cavalli e alle partite di calcio. Ma non cambierebbe il nuoto con nulla al mondo. Ma che forse rinuncerebbe a una seduta di allenamento solo per un pomeriggio da passare nel cottage di famiglia con la sorella Brooke e i genitori a giocare come tanto tempo prima a carte , dove poter lasciarsi andare. È competitiva anche lì. Ascoltando ‘Pyramids’ di Frank Ocean e sognando un viaggio di vacanze seduta accanto al rapper ‘Drake’, magari sul suo aereo personale, l’AirDrake. Ma prima le Olimpiadi, naturalmente…

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