Ian Matteoli: “Sogno la medaglia olimpica come il mio idolo Jacobs”

Sorriso e semplicità. È ciò che colpisce di Ian Matteoli, snowboarder classe 2005 unico azzurro presente agli Swatch Nines, l’evento non competitivo che quest’anno ha visto protagonisti a Schilthorn 50 tra i migliori snowboarder al mondo. Un solo obiettivo: divertirsi e sperimentare. E Matteoli l’ha fatto insieme all’amico Marcello Grassis, snowboarder della Nazionale B che ha ripreso le acrobazie di Ian. Lo snowboarder, piemontese di nascita ma che ora vive nelle Marche, è tra le grandi speranze italiane per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Nato a Bardonecchia, ma cittadino del mondo. Ian lo ha già girato grazie a papà Andrea - conosciuto come 'Matiu' - ex snowboarder che ottenne 17 podi in Coppa del Mondo tra il 1989 e il 1996. Matteoli jr. ha un talento cristallino: è stato il primo italiano di sempre sul podio in una gara di big air di Coppa del Mondo , è stato il primo atleta ad aver eseguito un front side 2160 e un cab 2160, e quest’anno ha ottenuto due podi in Coppa del Mondo in big air e concluso al secondo posto nella classifica di specialità. Un interessante biglietto da visita per il futuro, quello che nel freestyle stanno costruendo insieme lui e i fratelli Flora e Miro Tabanelli. Ian, prima volta agli Swatch Nines. Un evento non competitivo del genere, a fine stagione, può essere un laboratorio per nuovi trick? “È un evento pazzesco con un park e un contorno bellissimo, una bella esperienza. Il setup è super creativo, ci si può esprimere molto bene. A fine stagione un evento così, dopo un calendario pesante di Coppa del Mondo e gare di qualificazioni per i Giochi, è perfetto. Ti fa rilassare e provare cose nuove, senza pressioni e in massima tranquillità. In vista della prossima stagione si possono provare nuovi trick”. Tuo papà Andrea è stato il tuo primo maestro e idolo. Quali ricordi porti dentro con lui? “Mio papà mi ha messo sulla tavola quando avevo due anni. Pian piano ho iniziato a fare le prime curve, poi sono entrato nei primi park. Ho portato avanti questa passione che mi è sempre piaciuta. Mio padre mi è sempre stato vicino, portandomi a snowboardare quando poteva. Ho passato tanti momenti insieme a lui, abbiamo girato il mondo insieme. Ricordo una foto da piccolo: avevo una tavola minuscola e lui mi teneva attaccato a una corda. Il primo podio 20 anni dopo mio padre? È una coincidenza particolare, quando l’ho scoperto ero stupito”. Come giudichi la tua stagione? “Sono contento della stagione, soprattutto della prima parte con il secondo posto nella classifica di big air. Mi sono preparato bene per i Mondiali di St. Moritz, ma non ho reso come volevo nelle finali per concludere la stagione competitiva al top. Questo è lo sport, anche da qui ho imparato tante cose in vista della prossima stagione che sarà la più importante della mia carriera”. Appunto, la prossima stagione. Tra meno di un anno ci saranno i Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina e farai il tuo debutto a livello olimpico. Quali sono le tue sensazioni e che obiettivo ti poni? “Avere l’Olimpiade in casa è un evento che capita una volta nella vita. Voglio arrivare al massimo della mia forma, a livello fisico, tecnico e mentale. Cercherò di arrivare senza aspettative, voglio solo fare del mio meglio perché sarà la mia prima Olimpiade. I Giochi sono mentalmente più impegnativi della Coppa del Mondo, nonostante il format sia lo stesso”. Insieme a Flora e Miro Tabanelli state riscrivendo la storia del freestyle italiano. Senti questa responsabilità e che rapporto hai con loro? “Anche grazie ai loro risultati si parla molto di più del freestyle. Nella mia carriera vorrei far conoscere sempre di più lo snowboard e farlo diventare mainstream in Italia. La visibilità è aumentata, lo sport adesso è più seguito e spero continui così. Con Flora e Miro Tabanelli abbiamo calendari diversi, ma durante la stagione ci incontriamo spesso negli eventi FISI e in Esercito. Sono due amici, soprattutto con Miro c’è un bellissimo rapporto”. Nel 2023 hai affrontato un brutto infortunio: rottura della milza e lesione dell'ileo dopo una caduta in allenamento. Come hai superato quel momento? “Avevo appena centrato il mio primo podio in Coppa del Mondo, ero in squadra B e non facevo tutte le gare di Coppa del Mondo. Mi stavo preparando per i Mondiali ed ero felice di come stesse andando la stagione. Vedere i Mondiali dalla televisione per un infortunio era stato un grande dispiacere. Quello stop, però, mi ha dato maggiore determinazione per tornare più forte di prima, soprattutto sul piano fisico per prevenire gli infortuni. Anche a livello mentale, per gestire meglio gli allenamenti e ridurre i rischi infortuni”. Com’è Ian fuori dalla pista? “Fuori dalle piste sono come tanti altri, mi piace stare con gli amici. Questa estate non avrò tanto tempo da dedicare a loro, sarò fuori per gli allenamenti e dovrò dare il massimo, però mi piace stare in compagnia”. Quali sono i tuoi idoli dentro e fuori la pista? “Ho tanti idoli. In pista è Taiga Hasegawa. Fuori dalla pista ammiro tantissimo Marcell Jacobs, come atleta e personaggio. Mi piace tanto il suo stile”. Tra un anno, ad aprile 2026, Ian Matteoli sarà contento se… “Tra un anno sarò felice se farò del mio meglio, ma l’obiettivo è una medaglia olimpica. A quel punto sarò contento”.

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