A Trento non sanno più come fermarsi, la Dolomiti Energia scappa in classifica

Nove vittorie in nove partite, testa della classifica a punteggio pieno con 4 punti di vantaggio sulle inseguitrici. Non era mai accaduto che iniziasse un campionato in modo così sorprendente e positivo, eppure l’Aquila Basket Trento continua a scrivere e riscrivere pagine di una stagione che è gia storica. E non è un caso. Certo, alla base c’è una squadra in enorme fiducia, un gruppo unito, un clima sereno e tanta alchimia, tutte condizioni indispensabili per costruire un progetto solido e duraturo. E’ sotto gli occhi di tutti, giocano bene insieme, si divertono in campo e fanno divertire gli spettatori. Ma tutto questo come si costruisce? Gran parte del merito va sicuramente a Paolo Galbiati, allenatore in grado evidentemente di toccare le corde giuste motivando e tirando fuori il meglio da ciascun giocatore, e all’intera squadra che in campo si è proprio trovata. “Devo dire la verità, sono proprio un bel gruppo. Hanno una bella chimica dentro e fuori dal campo, stanno bene insieme. Sono un gruppo vintage, – ride coach Galbiati - nel senso che quando andiamo in trasferta giocano insieme a carte, fanno giochi di società. Si vede proprio il piacere e il gusto di stare insieme e questo aiuta sul parquet, nei momenti delicati a stare insieme meglio, in quelli belli a stare insieme benissimo”. Ma sarebbe però riduttivo dire che il successo di Trento si basa solo ed esclusivamente sulla fiducia reciproca tra giocatori e coach. Sono tanti piccoli tasselli che si sono ben incastrati, frutto di un lavoro costante che rende il tutto un meccanismo oliato alla perfezione, tanto da renderlo fin troppo semplice e naturale. Se diamo un’occhiata ai numeri, la cosa evidente è il ritmo alto e la rapidità di gioco. Trento è il sesto miglior attacco del campionato ed è terza per possessi offensivi giocati a partita, ben 88,1, dimostrandosi una squadra che corre molto. “La squadra ha talento, ed è un gruppo che accetta le richieste e i ruoli. – prosegue il coach - Ognuno sa bene cosa può e deve portare all’interno di ogni partita e anche per lo stile di pallacanestro che giochiamo, sa che ci sono spazi per tutti quanti. Siamo in grado di distribuire il minutaggio e giocare con il nostro ritmo senza dispendio di energie. Inoltre abbiamo una discreta fisicità, il che aiuta”. Fisicità e atletismo che le permettono di dominare anche sotto canestro: è prima per rimbalzi totali e per rimbalzi difensivi , e questo è un vero fattore che le concede di sfruttare numerose seconde possibilità. Non è un caso infatti che abbia chiuso otto partite su nove segnando più di 80 punti, di queste ben quattro a quota 90 e oltre e una – la terza giornata, contro Varese – toccando i 106. Una formazione che segna molto, e che lo fa molto bene: tira con quasi il 53% da due, ma è dall’arco ad essere particolarmente pericolosa, con il 41,8% è seconda, poco dietro Brescia. Il potenziale offensivo è notevole, con tre prime punte che sono ormai un riferimento: Myles Cale, Jordan Ford, Anthony Lamb. Come descriverli? “Ho visto Ford due estati fa a Las Vegas e mi sono innamorato, perciò sono felice di essere riuscito a portarlo in squadra. E’ eccezionale, parte dalla panchina senza protestare ed è una persona super positiva, il classico studente preferito dai professori, così angelico e con i suoi modi gentili. Cale è stato il primo nome a cui abbiamo pensato in fase di costruzione della squadra perché io volevo fisicità sul perimetro sia in attacco sia in difesa. Lui invece è il finto secchione, sta al suo posto ma sa anche essere molto divertente. E Lamb è un giocatore che senza infortunio non avremmo mai visto con la nostra canotta. Lui è il casinista invece, il giocherellone. Sono tre ragazzi con tre caratteri completamente diversi, che si sono integrati alla perfezione”. Sono tutti e tre ampiamente tra i migliori 20 giocatori del campionato per efficienza offensiva. Cale per esempio è il miglior tiratore da tre di tutta la Serie A, con il 61,3%, e terzo per tiri totali . Lamb invece, che negli ultimi due match contro Pistoia e Napoli è stato decisivo con 27 punti in entrambe le gare, è il quarto miglior giocatore per punti segnati del campionato. Anche in questo caso però sarebbe davvero un peccato dire che Trento vince solo ed esclusivamente grazie a loro. La squadra infatti chiude quasi sempre con quattro giocatori in doppia cifra nel roster, più precisamente è successo in sette partite su nove, e in due di queste i giocatori sono stati addirittura cinque. Limitarsi però ad analizzare soltanto l’attacco è un ulteriore errore. “Rispetto alle mie esperienze passate abbiamo una buona transizione difensiva, - conclude Paolo Galbiati - quando siamo connessi e freschi, e anche quello aiuta molto perché alziamo il ritmo e quindi c’è qualche possesso in più”. Guardando in modo attento i numeri si nota infatti che Trento è anche la quarta miglior difesa della Serie A, concedendo 0,9 punti per possesso agli avversari, che in sostanza segnano un canestro circa ogni due azioni. Forse arrivati a questo punto non stupisce neanche troppo, è l’ulteriore dato che dimostra la completezza del gioco della squadra di Galbiati. E dunque cosa significa? Nel concreto alla fine i numeri si traducono in campo e quello che si vede è, appunto, un gioco fluido e dinamico, un basket entusiasmante di un gruppo unito e ben amalgamato. Insomma, un meccanismo oliato alla perfezione. Fin troppo semplice.

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A Trento non sanno più come fermarsi, la Dolomiti Energia scappa in classifica

Andrea Colnago