Vertemati: "Così ho riportato Udine in Serie A. Ora vogliamo una storia diversa"

Sedici anni dopo l’ultima volta Udine torna in serie A. Un successo arrivato con due giornate di anticipo, dopo un campionato da assoluta protagonista e dominato da metà stagione in poi. E’ inutile nasconderlo, la società se l’era posto come obiettivo, essere competitivi e raggiungere la promozione. Certo, farlo così, con due giornate di anticipo, da miglior attacco della stagione e dominando la classifica, ha davvero reso tutto ancora più speciale. Centro di un progetto che ha visto la società friulana brillare c’è Adriano Vertemati, coach classe 1981, con una breve e sfortunata parentesi già in serie A, con Varese nel 2021/2022, e con diversi anni alle spalle come vice al Bayern Monaco. Esperienze che lo hanno aiutato a diventare l’allenatore che è oggi, e che hanno contribuito a costruire una squadra che in 37 giornate ha un record di 29 vittorie e solo 8 sconfitte. E’ soddisfatto, coach Vertemati, e ancora sorride pensando alla tripla di Alibegovic che ha consegnato la vittoria e la promozione a Udine. “L’emozione che provo è di soddisfazione mista a sollievo – confessa – Anche perché l’ultimo mese e mezzo è stato veramente ad alto tasso di pressione visto che essendo primi ed essendo Rimini una squadra che non ha mai mollato, non potevamo sbagliare. Soprattutto le partite in trasferta, le ho vissute tutte con grandisisma pressione, dovevamo vincere a tutti i costi. Perciò, sì, c’è grande entusiasmo per aver raggiunto questo risultato insieme ai ragazzi con grandissimo anticipo, ma anche un po’ di sollievo che sto provano in questi giorni per avercela fatta”. Un obiettivo, quello della promozione, che Udine non ha mai tenuto nascosto. Anche l’anno scorso la società ci era andata molto vicino, uscendo in semifinale contro Cantù. “Sicuramente ci siamo dati l'obiettivo, e ce lo siamo dati anche l’anno scorso, di essere competitivi per vincere, che non significa che l'obiettivo unico era vincere – spiega coach Vertemati - Quando sono arrivato a Udine la prima cosa che mi ha chiesto il presidente è che la squadra giocasse bene. Se la squadra avesse giocato bene, avrebbe avuto anche delle chance di vincere. Uno degli obiettivi era anche riappassionare una piazza già grandemente appassionata di basket, per una squadra che è stata il miglior attacco del campionato e che dunque è stata anche molto piacevole da vedere”. Ma quando hanno capito che la promozione era veramente alla portata? “Direi che la vera partita che ha segnato il fatto che noi capissimo che era quel punto nelle nostre mani e quindi che ci fosse quella concreta possibilità, è stata la vittoria in casa con Cantù nel girone di ritorno”. Quella è stata la svolta, da lì, una seconda parte di stagione dominata da una squadra che ha segnato spesso più di 90 punti a partita, esaltando il pubblico che numeroso ha sostenuto la cavalcata della formazione friulana. Non senza qualche difficoltà ovviamente. “La prima parte, compresa la pre stagione, è stata particolarmente complicata dal punto di vista fisico – confessa Adriano Vertemati - I primi 15/20 giorni abbiamo fatto un lavoro duro, ma molto condizionato dal caldo, abbiamo sofferto tantissimo le temperature altissime che c’erano a Udine, prima di poter andare via. Abbiamo dunque affrontato un precampionato complicato, di rincorsa, con prestazioni poco convincenti che ci hanno portato alla prima di campionato a Rimini che non eravamo pronti a competere per 40 minuti in trasferta contro una squadra così forte. Dopo abbiamo sfruttato un paio di turni abbastanza favorevoli, e poi abbiamo perso il derby con Cividale. L’avvio è stato abbastanza complicato, però proprio quella partita in trasferta a Cividale persa di un possesso ha fatto sì che ci sedessimo con ancora più maturità e responsabilità, che ci guardassimo negli occhi, soprattutto i giocatori, insomma, e si stabilisse una comunione di intenti ancora più forte”. Indicare la partita più bella, emozionante, esaltante, esclusa ovviamente l’ultima vittoria contro Rimini che ha regalato la promozione, è invece molto più faticoso per il coach. “Abbiamo fatto tante partite belle, essendo il miglior attacco della stagione, abbiamo fatto partite da oltre 90 punti. Una incredibile, questa ancora nel girone d'andata, quella in trasferta a Verona dove abbiamo vinto di 30 punti e dove secondo me abbiamo giocato in maniera splendida. E poi tutte le partite casalinghe del girone di ritorno con le squadre di alta classifica come Fortitudo, Rimini, la stessa Verona, Cantù, sono state delle battaglie. Insomma faccio fatica a sceglierne una. Tra tutti questi scontri diretti del girone di ritorno direi che quella più bella è stata a Rieti. Ecco, quella è stata un’altra vittoria che ha dato grande consapevolezza perché è un campo complicato, vinta dopo un match punto a punto, ecco quella forse ha segnato un ulteriore passo avanti”. Insomma, il coach è soddifatto di come la squadra ha approcciato alla stagione, e alle sfide più complicate. E’ orgoglioso di un gruppo che ha saputo crescere e amalgamarsi al meglio puntando dritto verso la serie A. Ma qual è il segreto di questa squadra? “Dal punto di vista della pallacanestro Io credo che la chiave sia stata la nostra capacità di andare a rimbalzo d'attacco – spiega con sicurezza – Il nostro stile di gioco, non supportato da una grande capacità, volontà, desiderio di andare a rimbalzo d'attacco, che poi anche una cosa su cui si lavora, non sarebbe stato sostenibile. Il resto lo ha fatto la grande maturità di un gruppo di giocatori quasi tutti intorno ai 30 anni, che hanno saputo rinunciare a qualcosa di loro stessi in una rotazione a 10 abbastanza complicata ma necessaria, per metterlo a disposizione della squadra, facendo un passetto indietro, per poter essere tutti più coinvolti. Inoltre credo che abbiano tutti giocato vicini al loro massimo livello, e questa è la cosa che stupisce maggiormente. Non c’è un giocatore che spicca più di un altro, mi sembra che tutti abbiano giocato una delle loro migliori stagioni. E sono convinto che se chiedete ai miei giocatori, risponderanno tutti che questa è stata una delle migliori stagioni, se non la migliore, di sempre. E devo dire che questa cosa non è assolutamente scontata, cioè che un gruppo come questo, riesce insieme a fare click”. Il campionato non è ancora finito, bisogna onorare le ultime partite, poi si potrà pensare alla prossima stagione in serie A. “Adesso ci aspetta un angosciante finale di stagione in cui dobbiamo giocare purtroppo senza grandi motivazioni e poi un attimo di tranquillità operosa – racconta il coach - Nel senso che ci dovremmo sedere con il club, con il presidente, con il direttore sportivo e ripartire secondo me prima di tutto dalla struttura, dall'organizzazione generale, capire dove poterla rafforzare, e poi parallelamente cominciare a ragionare sulle conferme e sulla prossima squadra, visto che ci saranno da inserire diversi giocatori stranieri in più. Ecco però è un lavoro che faremo piano piano, quotidianamente, sfruttando questo piccolo vantaggio che siamo guadagnati di tempo sulle altre”. Un progetto che però vede Adriano Vertemati sempre al centro. Il coach che ha riportato Udine in serie A dopo 16 anni, sarà lo stesso che esordirà sulla panchina nella massima serie la prossima stagione. Non la sua prima volta in questa categoria, Vertemati iniziò con Varese la stagione 2021/2022 ma terminò prematuramente la sua esperienza a gennaio 2022 dopo l’esonero. Questa sarà però una storia diversa, ce lo conferma. “La vivrò molto diversamente, perché questa è stata conquistata sul campo con un gruppo di lavoro che andrà avanti insieme, con un club e un allenatore che si conoscono già e quindi sarà un po' più facile, per me, essere me stesso, portare avanti quella che è la mia idea insieme a quella del club, quindi mi sento molto più protetto in questa situazione rispetto a quella precedente”. Idee chiare e organizzazione sono alla base del progetto di Udine che non vede l’ora di iniziare la prossima stagione. E allora, ci vediamo in serie A.

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Andrea Colnago