La LBA non sarà solo una questione tra Milano e Bologna

Alla vigilia della stagione 2025/2026 una domanda viene spontanea tra gli appassionati: torneremo a vedere uno scontro tra Milano e Bologna? Partiamo dal presupposto che dalla pandemia in poi abbiamo assistito a un vero e proprio duopolio. È ancora molto presto per dirlo: sono le squadre più lunghe e meglio attrezzate per arrivare fino in fondo, ma la stagione è lunghissima, pensando anche a quante energie porterà via l’Eurolega . Sono le due favorite, sì, ma bisognerà vedere l’andamento della stagione, guai a pensare che non possano perdere colpi solo perché hanno un roster completo e di grande livello. IL PUNTO SU BOLOGNA La Virtus Bologna ha perso i suoi due grandi leader tecnici e carismatici, Belinelli e Shengelia. Il secondo, soprattutto, era stato il protagonista dell’ultima cavalcata scudetto. È un roster diverso da quello della scorsa stagione, ha cambiato tanto per essere a immagine e somiglianza di coach Dusko Ivanovic: una squadra che punta forte sulla difesa come prima cosa, per recuperare il possesso in fretta e correre in contropiede. Ha inserito Carsen Edwards, capocannoniere dell’ultima Eurolega, Smailagic e Vildoza, giocatori di spessore internazionale, pur mantenendo un’ottima struttura di italiani che sanno tenere bene il campo e portare minuti di qualità, senza tirarsi indietro di fronte alle responsabilità. Dai nuovi acquisti si capisce che la missione, oltre a fare bene in campionato, è cercare di migliorarsi in Eurolega, una competizione dove il livello è sempre più alto. Bologna è una squadra cambiata, paradossalmente in meglio, nonostante abbia perso i suoi leader. La Virtus ha di fatto chiuso un ciclo, oggi è una squadra proiettata più verso il futuro, per esempio con l’acquisizione di Saliou Niang, che nonostante i 21 anni sembra già un veterano. All’interno dello spogliatoio perdere dei punti di riferimento così importanti ‘forza’ a ritrovare coesione di gruppo e a cercare un nuovo equilibrio. Non è detto che i giocatori più importanti facciano in automatico quel passo in più: a volte si pensa che il leader sia semplicemente il giocatore che fa più punti. Non è così. È una questione di ruoli, non di scoring. Quante volte la scorsa stagione abbiamo visto Alessandro Pajola guidare il gruppo? Intanto ci sarà da capire a chi Ivanovic chiederà più responsabilità, poi sarà la squadra a creare in autonomia un proprio equilibrio. Anche più volte all’interno della singola stagione. Perché in un roster di questo livello, con un calendario così fitto, bisogna essere bravi a trovare in ogni partita un leader diverso. IL PUNTO SU MILANO Passando all’altra grande favorita per lo scudetto, Milano ha mantenuto un roster più simile a quello dell’anno scorso rispetto a quanto fatto da Bologna. Il cambiamento forse più grande per l’Olimpia è stato in panchina, dove a fianco di Ettore Messina si è seduto Peppe Poeta, tornato dopo la meravigliosa stagione alle guida di Brescia. La vittoria della Supercoppa è un buon inizio, per quanto ci si arrivi in un momento delicato della stagione, di fatto nel pieno della preparazione. Non escludo che abbiano giocato la finale pensando anche alle due trasferte di Belgrado, per l’avvio di Eurolega. Non si è visto ancora molto della mano di Poeta, nonostante coach Messina abbia ammesso che il futuro è suo. Conoscendolo, sarà per lui un anno di studio intenso, dove guarderà e imparerà tantissimo. Milano ha costruito il roster anche pensando ai prossimi anni, quando la squadra sarà la sua. Dovranno essere bravi a trovare una loro sintonia, per quanto Poeta nutra un grande rispetto nei confronti di Messina, si è notato durante la finale di Supercoppa: arriva all’Olimpia non per essere un vice allenatore, quanto più un ‘co-allenatore’. Sul parquet non ci sarà più Mirotic, andato al Monaco, ma in tanti sono pronti a prendere il suo posto. Nelle prime due di Eurolega è emerso il talento di Marko Guduric, il giocatore forse più portato per essere il leader tecnico di Milano. Un altro elemento importante sarà Josh Nebo, di fatto un nuovo acquisto, infortunato per quasi tutta la stagione scorsa: un atleta eccezionale, molto verticale, che in un roster come quello dell’Olimpia mancava. Come non menzionare anche Lorenzo Brown, veterano affermatissimo, e Quinn Ellis, a cui sono stati già dati minuti e un ruolo importante nel roster nonostante la giovane età e l’arrivo da Trento. E poi ancora Nico Mannion e Leandro Bolmaro, decisivi nei primi impegni stagionali. Milano è squadra lunga e fortissima, in ogni partita potrebbero pescare un protagonista diverso: come Bologna, più di Bologna, l’obiettivo primario sarà l’Eurolega. Menzione per Bryant Dunston, che dall’alto dei suoi quasi 40 anni non sposterà tanto a livello di gioco ma sarà un elemento chiave con la sua personalità per fare da collante in un gruppo che inevitabilmente, in una stagione così lunga, avrà anche dei momenti di difficoltà. CAPITOLO BRESCIA E TRENTO Sia Brescia sia Trento vengono da due stagioni meravigliose. Entrambe hanno cambiato guida tecnica, pur seguendo due filosofie differenti. La Germani ha tenuto l’ossatura della finale scudetto, trascinata da Della Valle e Bilan. Non fosse arrivata la chiamata di Milano, anche Peppe Poeta sarebbe ancora lì, lasciando presagire un altro campionato di primo livello. La scelta di Matteo Cotelli come nuovo coach va nella direzione della continuità: è un uomo della società, conosce l’ambiente e i giocatori. Il roster è molto simile a quello del 2024/25, l’unica aggiunta è stato di fatto C.J.Massinburg. Sarà avvantaggiata da queste poche modifiche, oltre che dal fatto di giocare le coppe: spalmando il lavoro su tutta la settimana sarà più concentrata e affamata per fare bene in campionato. L’asse Della Valle-Bilan sarà ancora una certezza. Attenzione a Ivanovic, giocatore sì devastante ma che deve ancora entrare in ritmo, e a Ndour, che se dovesse replicare il rendimento della scorsa stagione potrebbe essere un fattore anche ai playoff. Cotelli ha dichiarato che il playbook è rimasto all’80% quello di Poeta: non so quanto ci sia di verità e quanto di strategia. Forse entrambe. Perché cambiare dopo essere andati così bene? Nel corso del campionato di certo porterà anche qualcosa di diverso , anche solo per il fatto di non essere prevedibili, visto che il basket è uno sport di continui aggiustamenti. Trento al contrario ha cambiato tantissimo anche a livello di roster. Non mi stupisce, è la filosofia della società: scegliere i profili giusti, valorizzarli e poi lasciarli partire. Averlo fatto anche dopo i risultati dell’anno scorso è una decisione coerente. È una squadra che avrà bisogno di tanto tempo e di tanto lavoro: coach Cancellieri sotto questo punto di vista è l’uomo ideale. I tifosi hanno ancora negli occhi la Coppa Italia vinta, dovranno essere bravi a dare sostegno la squadra in un momento in cui si sta cercando di riaprire un ciclo, che è sempre complesso. Sono giovani, sono nuovi e in cerca di un nuovo equilibrio: almeno fino a Natale saranno da ‘lavori in corso’. Parlando di gioventù e di talento, sono molto curiosa di vedere all’opera Cheickh Niang, il fratello di Saliou, ex Trento passato di recente alla Virtus Bologna. Visti dal campo sono molto simili, fisicamente e anche tecnicamente: l’uso della linea di fondo, il gioco senza palla, il senso del posizionamento, ricordano quelli di Saliou. Con coach Cancellieri potrà lavorarci tanto e bene, migliorando in maniera esponenziale proprio come fatto dal fratello maggiore a Trento. È un giocatore atletico, dinamico, sorridente e molto istintivo, una caratteristica non comune nel basket di oggi. La sua crescita potrebbe seguire in fotocopia quella di Saliou, a patto che si prenda i suoi tempi. LE ALTRE Trapani viene da una stagione clamorosa. La maggior parte delle volte è difficile riuscire a riconfermarsi, soprattutto considerando che avranno anche la BCL . Sarà un modo nuovo di interpretare e vivere le partite: doppio impegno settimanale, organizzare le trasferte, calibrare i riposi, una routine stravolta. Certo, quando inizieranno i playoff saranno abituati a giocare con quella frequenza, quel ritmo gara li aiuterà. Anche Trieste ha costruito una buona squadra, è una società che inizia il campionato sempre con grandi ambizioni. Mi incuriosiscono anche Cantù, che ha tenuto l’ossatura della promozione, Venezia, che pare avere un roster di qualità, e Tortona, con Mario Fioretti alla prima esperienza come capo allenatore. Tante le incognite dietro alle big, con Olimpia Milano e Virtus Bologna che comunque partiranno con i favori del pronostico. Ci sarà tanto, tantissimo, da vedere.

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Chicca Macchi