Arsenal, il calvario di Cazorla: otto operazioni dal 2013
Premier LeagueDall'amichevole Spagna-Cile a oggi: la storia del tremendo calvario di Cazorla. Otto operazioni al tendine della caviglia, sfiorata anche l'eventualità di un'amputazione della gamba. E ora la voglia di tornare a giocare: "Nessuno credeva in me, ma io l'ho fatto"
Santi Cazorla e il suo calvario. Una storia di infortuni straziante quella che ha coinvolto il centrocampista dell’Arsenal, che da più di un anno non scende in campo con la maglia dei Gunners. Dal 2013 (giorno del primo infortunio) a oggi ben otto operazioni al tendine della caviglia, che ne hanno inevitabilmente frenato - e quasi concluso - la carriera. A raccontare la sua storia è stato oggi il quotidiano spagnolo Marca, che ha pubblicato anche le impressionanti foto del suo piede, fortunatamente in via di guarigione: il classe 1984, infatti, da gennaio potrebbe tornare a giocare in Premier League, nonostante i pareri dei medici fino a poco tempo fa fossero tutt’altro che ottimistici.
Spagna-Cile: l’inizio dei tormenti
Tutto inizia da Spagna-Cile, amichevole che si disputa nel lontano 2013: quel giorno, Cazorla era uscito dal campo per un infortunio al piede destro, che sarebbe poi stato il primo di una lunghissima serie. Nonostante i fastidi successivi all’incidente, lo spagnolo continua a giocare con buona regolarità: “Il dolore era talmente forte che nel riscaldamento quasi mi mettevo a piangere. Una volta che mi ero scaldato, però, diventava sopportabile”. Il primo lungo stop nel dicembre del 2015, quando si sottopone al primo intervento chirurgico, che interessa però il ginocchio destro: rottura del collaterale. I problemi al piede, intanto, persistono: pur di giocare, Santi decide di procedere con alcune infiltrazioni, utili ad alleviare i fastidi. Nel 2016, però, l’operazione al tendine della caviglia diventa inevitabile.
Il calvario
Un’intervento delicato, quello alla caviglia destra. Con i medici inglesi pessimisti: “Mi hanno detto che se fossi riuscito a tornare a giocare con mio figlio in giardino mi sarei dovuto considerare soddisfatto”, racconta Cazorla. L’inizio di un incubo, il calcio che si allontana: “Il primo obiettivo era di ricominciare a camminare”. La riabilitazione procede però bene, anche se un anno dopo lo spagnolo necessita di un nuovo intervento, questa volta al tendine della zona plantare: tre settimane previste per il recupero, che si sarebbero presto rivelate molte di più. La ferita, infatti, anche dopo numerosi “ritocchi” non riesce a chiudersi: otto le operazioni per cercare di sistemare il problema, senza mai raggiungere una soluzione definitiva. Una situazione mai vista, con il tallone che stava andando in cancrena: “Intanto ricominciavo a giocare, mi dicevano che stavo bene. Ma la ferita non mi si cicatrizzava, continuava ad aprirsi, si infettava: a volte si vedeva anche il tendine scoperto…”.
Il ritorno in Spagna, l’incredibile scoperta, la riabilitazione
La follia dei medici inglesi porta Cazorla a ripensarci: tornare in Spagna era un priorità. A maggio si affida al dottor Sanchez, esperto della città di Vitoria. In Inghilterra non si era trovata una soluzione al suo problema: “Una volta entrato nella sala operatoria, il dottore guarda il piede e si mette le mani nei capelli”, racconta il centrocampista. “Aveva notato la tremenda infezione, che aveva danneggiato parte del calcagno e mangiato il tendine d’achille: mancavano 8 centimetri di tessuto!”. Tre i batteri scoperti dai medici spagnoli, che subito lo mettono sotto antibiotico. Santi si sottopone a numerosi trattamenti di successo, tra i quali anche l’esportazione di una parte di pelle (in copertina, ndr) dal braccio, quella con il tatuaggio: la speranza tornava ad avere colore. E pensare che, se non fosse stata individuata in tempo, quell’infezione avrebbe anche potuto portare all’amputazione della gamba. Il 29 maggio, il dottor Sanchez ha effettuato l’ultimo intervento di ricostruzione del tendine: un nuovo inizio.
La guarigione e la voglia di tornare
Cazorla ha trascorso l’ultima estate a esercitarsi, per recuperare la forma e per ultimare il processo di riabilitazione. Nonostante un edema osseo abbia frenato il suo recupero, le sensazioni del fantasista dell’Arsenal sono buone. Intanto, è arrivato anche il rinnovo del contratto da parte del club inglese, che in segno di sostegno lo porterà con sé fino a giugno 2018. “Non potrò giocare fino a gennaio, ma poi tornerò”, assicura Santi. Ottimista, finalmente, e con il sorriso sulle labbra. Il sostegno, quello, non gli è mai mancato, soprattutto da parte dei suoi compagni di club e nazionale: “Quasi ogni giorno ricevo messaggi da parte di Silva, Villa, Iniesta”. E la fine del calvario è vicina: “È un sollievo, sapendo tutto quello che ho passato. Non è stato un semplice infortunio, come credeva invece la gente. In pochi confidavano in me, ma io sì”.