
Olanda, la 'rivoluzione' degli anni '70: dal calcio totale alle prime wags. LE FOTO
Gli anni Settanta sono stati profondamente segnati dal "Calcio totale" dell'Olanda di Michels e Johann Cruijff, una vera e propria rivoluzione tattica e di costumi, fuori dagli schemi, con le mogli ammesse nei ritiri dell'Ajax regina d'Europa e della Nazionale due volte finalista ai Mondiali, "perchè l'amore non fa male ai campioni". Le signore oranje sono state le antesignane delle "wags" di oggi

La definizione di "Calcio totale" trova la sua impersonificazione nella figura leggendaria di Johan Cruijff, tre volte Pallone d'Oro (1971, '72 e al '74), il giocatore completo per eccellenza: classe, fisico, intelligenza tattica, carisma, imprevedibilità, tutto. L'alter ego perfetto per l'allenatore Rinus Michels, discepolo di Jack Reynolds, che plasmò una squadra - anzi due, l'Ajax e l'Olanda - capace di muoversi costantemente negli spazi, in un continuo interscambio dei ruoli in campo, il difensore che diventa attaccante e viceversa, divertendosi come matti!

Trascinati dal "Profeta" Cruijff e - tra gli altri - Gerrie Muhren, Johan Neeskens, Johnny Rep, Ruud Krol, i Lancieri vincono svariati trofei nazionali e internazionali, tre volte consecutive la Coppa dei Campioni, dal 1971 al 1973, la prima con Michels in panchina (dal '72 allenerà il Barcellona) e le altre due con il tecnico rumeno Stefan Kovacs, che continuò nel segno del "Totaalvoetbal" ereditato dal suo predecessore.
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Nel 1974, per la parentesi dei Mondiali tedeschi, Michels prende la guida dell'Olanda che incanta, ribattezzata "Arancia Meccanica": vince 5 partite su 6 e si presenta alla finale con i padroni di casa da favorita. Ma il sogno degli olandesi dura poco, il solito Gerd Mueller ribalterà l'iniziale vantaggio di Neeskens regalando alla nazionale capitana da Franz Beckenbauer la seconda coppa del mondo della loro storia.

Nonostante la sconfitta gli oranje di Michels vengono accolti da trionfatori nella capitale Amsterdam, ricevuti con tutti gli onori nel palazzo Huis ten Bosch dalla regina Juliana.

Tra i segreti di quella meravigliosa squadra le signore "arancioni", ammesse nei ritiri, cancellando così ogni tabù. "Perchè l'amore - sosteneva Michels - non fa male ai campioni". Leader delle "wags" ante litteram la moglie di Cruijff, la bellissima Danny Coster (foto di Joost Evers)

Johan e Danny in una foto degli anni Settanta, quando i social erano un miraggio ed erano principalmente le riviste a "condividere" le notizie riguardanti la vita dei calciatori oltre il campo.

Johnny Rep e la moglie Trudy durante i Mondiali del 1974, tra una partita e l'altra...

Neeskens, "gemello del gol" di Crujff, sposò Maryan Schuphol qualche giorno dopo la fine dei Mondiali, il 16 luglio del 1974.

Il suo rigore-lampo (dopo appena un minuto dall'inizio) nella finale contro la Germania Ovest.

E ancora Muhren e la moglie Gerrie Kroon.
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"Pelè bianco" - come fu soprannominato da Gianni Brera - sposò Danny Coster il 2 giugno del 1968, nell'anno della rivoluzione studentesca.
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La coppia ha avuto tre figli: Susila, Chantal e Jordi, che seguirà le orme del padre, calciatore del Barcellona e oggi allenatore (foto Rob Mieremet)

La storia di quell'Ajax - e in parte di quell'Olanda - coincise con l'addio di Cruijff nell'estate del 1973, "offeso" per non essere stato eletto capitano dalla squadra (che eleggeva il suo leader per votazione). Johan raggiunge il suo maestro Michels a Barcellona, che da quel momento diventerà casa sua: riporterà i blaugrana alla conquista della Liga dopo 14 anni di astinenza, diventato l'Olandese volante per la memorabile rovesciata di tacco contro l'Atletico Madrid. E chiamerà appunto suo figlio Jordi, come il patrono della città catalana. Da allenatore del Barça vincerà 4 campionati e la prima Champions della loro storia, battendo in finale nel 1992 la Sampdoria. E a Barcellona morirà, il 24 marzo del 2016.

Dopo la delusione del 1974 e il terzo posto agli Europei del '76, nel 1978 l'Olanda ci riprova in Argentina, ma senza Cruijff, che decide di non partire per i Mondiali. Sconfitta - tra le polemiche - ancora una volta in finale e nuovamente dai padroni di casa della competizione.

La rivincita degli oranje arriverà esattamente 10 anni dopo, in Germania, in occasione degli Europei del 1988. Alla generazione di Cruijff e Neeskens è succeduta quella altrettanto forte dei Gullit, Rijkard e Van Basten, con un denominatore comune: in panchina siede di nuovo il "mago" Michels. E sarà un trionfo.

Nella finale contro l'Unione Sovietica di Valerij Lobanovs'kyj prima Gullit e poi van Basten (con uno dei gol più belli nella storia del calcio) regalano il primo trofeo internazionale all'Olanda e una gioia incredibile a Michels.

I tre "Tulipani" faranno anche la fortuna del Milan, portando avanti la "filosofia" (specialmente Gullit) della Cruijff-generation
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Ci vorrà ancora un olandese per riportare l'altra parte di Milano in cima all'Europa: con Wesley Sneijder nel 2009 sbarca in Italia anche la bellissima Yolanthe Cabau, una delle "wag" più amate nell'anno del Triplete dell'Inter.

Dopo la vittoria della Champions Sneijder "rischia" di vincere veramente tutto, arrivando a un passo dalla conquista del Mondiale in Sudafrica con la sua Olanda, sconfitta in finale dalla Spagna.
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Anche nel 2010 il ct dell'Olanda - nella fattispecie Bert van Marwijck - decide di "aprire" il ritiro della Nazionale a mogli e fidanzate, concedendo 2 giorni liberi ai giocatori prima della finale con gli spagnoli. Senza ottenere però gli effetti sperati.

Venendo ai giorni nostri un'altra olandese ha rapito il cuore dei tifosi italiani, e soprattutto del difensore della Juventus Matthijs de Ligt: l'incantevole modella AnneKee Molenaar (foto Instagram @annekeemolenaar)

Annekee e de Ligt, vivono a Torino e studiano insieme italiano

Ma Annekee è nel mondo del calcio da sempre: il papà è stato una bandiera dell'Ajax negli anni '80, è il secondo in alto nella foto, accanto a un giovanissimo Frank Rijkaard.

Eccolo qualche anno fa insieme a Cruijff, erano grandi amici.

Annekee allo stadio insieme alla mamma, come in un ideale "fil... orange" che lega le generazioni di wags olandesi (foto Instagram @AnneKee Molenaar)