
Lukaku, il suo 2020 all'Inter: da trascinatore a sfortunato protagonista. FOTO
Annata straordinaria per l'attaccante e leader dell'Inter di Conte, con numeri da record, miglior marcatore in assoluto nelle competizioni europee. Un anno segnato però anche da due episodi molto sfortunati: l'autogol nella finale di Europa League e la "parata" su Sanchez che avrebbe potuto regalare ai nerazzurri la qualificazione agli ottavi di Champions

Ma è ingiusto e ingeneroso ricordare il 2020 di Lukaku per quei due "peccati" veniali. La sua è stata un'annata da incorniciare: per i gol - 40, tra club e Nazionale - e il grande lavoro di sacrificio in campo, oltre che per le sue doti di leadership: un uomo e un giocatore, Romelu, sempre più elemento imprescindibile per la squadra di Antonio Conte.

Lukaku battezza il 2020 come aveva chiuso il 2019: con due gol, nel 3-1 dell'Inter a Napoli. Per il belga sono ora 14 i centri in campionato dopo i 12 messi a segno nella prima parte di stagione. Una vittoria nel segno della Lu-La (il terzo sigillo nel posticipo del San Paolo è di Lautaro, il 30° della coppia) che permette alla squadra di Conte di agganciare in vetta la Juventus, straripante contro il Cagliari nel pomeriggio.

Ancora Lautaro "on fire" l'11 gennaio al Meazza contro l'Atalanta, che si fa sorprendere dal solito gol-flash dell'argentino - al 4', dopo una bella triangolazione con il "gemello" Romelu - ma poi rimedia con Gosens e sfiora la vittoria (nel finale Muriel sbaglia il rigore del 2-1, ipnotizzato da Handanovic).
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Tre giorni più tardi, in Coppa Italia, Lukaku fa meglio del Toro (lasciato a riposo da Conte, che non rinuncia praticamente mai al suo numero 9) e impiega soltanto 21 secondi per scardinare la difesa del Cagliari, ospite al Meazza, sfruttando il retropassaggio errato di Oliva. E firma anche la terza rete - con tanto di "inchino" - nel 4-1 dei nerazzurri, che volano ai quarti.

Nelle successive gare di campionato contro Lecce e ancora Cagliari il bomber di Anversa non incide e i nerazzurri incappano nel terzo 1-1 di fila, scivolando a -3 dalla Juve (siamo alla 21^ giornata) e perdono Lautaro per due giornate, espulso per proteste, costretto a saltare il derby.

Il 29 gennaio Lukaku rimane a secco anche nella vittoria per 2-1 con la Fiorentina, a San Siro, nel quarto di Coppa Italia (segnano Candreva e Barella). Ma è decisivo nel 2-0 di Udine, con una doppietta (il secondo su rigore). Pronto per il Milan...

L'Inter arriva alla notte del derby a -3 dalla Juve, sconfitta a Verona. Dopo un primo tempo da incubo, gli uomini di Conte rimontano da 0-2 a 4-2 e agganciano i bianconeri in vetta. Lukaku mette la firma sul poker, di testa, come all'andata. Esprimendo tutta la sua gioia sui social: "C'è un nuovo re in città...".

L'entusiasmo per la vittoria nel derby si attenua leggermente per la sconfitta casalinga subita con il Napoli (1-0) nella semifinale d'andata di Coppa Italia; più pesante il ko del 16 febbraio all'Olimpico con la Lazio, che sorpassa i nerazzurri - ora terzi - e si porta a -1 dalla Juve capolista.

Il 20 febbraio l'Inter trova il riscatto nell'andata dei Sedicesimi di Europa League con il 2-0 in casa dei bulgari del Ludogorets. Gara risolta nella ripresa, con il primo gol "italiano" di Christian Eriksen e la ciliegina finale di Lukaku, entrato nell'ultimo quarto di gara al posto di Lautaro.

Lukaku è ormai l'idolo indiscusso della tifoseria nerazzurra, e di una fan speciale, Donatella Versace, che lo invita alla sua sfilata nella Milano Fashion Week insieme alla mamma.

Ma a Milano - e nel mondo - alleggia già il fantasma del virus: in un San Siro a porte chiuse per l'emergenza Covid-19, i nerazzurri guadagnano l'accesso agli ottavi di Europa League vincendo anche la gara di ritorno con il Ludogorets grazie al 2-1 di Lukaku, preservato nel finale da Conte in vista del big-match con la Juventus.

L'8 marzo - dopo un lungo tira e molla sulla decisione di disputare o meno il match - allo Stadium va in scena il Derby d'Italia, senza pubblico, che sarà anche l'ultima partita di Serie A prima della "sosta" forzata per il lockdown. La Juventus vince 2-0 e mantiene la vetta della graduatoria, a +1 sulla Lazio e a +9 sull'Inter (che dovrà recuperare la gara con la Samp).

Lukaku "chiude" con 23 reti: 17 in campionato, 2 in Champions, 2 in Europa League e 2 in Coppa Italia. Saranno mesi lunghissimi, in attesa del ritorno alla "normalità". Romelu - come i compagni - si allena in garage... a casa e individualmente fino al 25 maggio, quando la squadra si ritrova ad Appiano Gentile per prepararsi alla ripresa.

Il 21 giugno l'Inter torna in campo dopo oltre 3 mesi per il recupero con la Samp e riparte... da Lukaku, che al 10' sblocca il match e s'inginocchia, con il pugno destro al cielo, in nome di George Floyd - l'afroamericano ucciso da un agente di polizia a Minneapolis il 25 maggio - e del movimento anti-razzista Black Lives Matter. Il raddoppio è di Lautaro, per il 2-1 finale firmato ancora LU-LA: Juve a -6.

Tre giorni più tardi l'Inter ospita il Sassuolo, per un "pazzo" 3-3, aperto proprio dal penalty di Lukaku. Nelle successive vittorie contro Parma (2-1) e Brescia (6-0) il belga non sfonda, e non serve il suo gol per evitare la sconfitta a San Siro con il Bologna.

A Verona è costretto a lasciare il campo al 76' per un infortunio agli adduttori che gli farà saltare Torino e Spal, battuti rispettivamente 3-1 e 4-0, con i nerazzurri ora secondi a -6 dalla Juve a 5 giornate dal termine.

Romelu si rivede con la Roma il 19 luglio, lanciato nella mischia all'Olimpico da Conte negli ultimi 20 minuti, sufficienti al belga per fissare il risultato sul 2-2 (su rigore, all'88').

Torna titolare la partita seguente, ma con la Fiorentina a San Siro è soltanto 0-0. Sabato 25 luglio realizza una doppietta a Marassi nel 3-0 al Genoa (segna anche Sanchez) che tiene aperto il campionato... fino a domenica sera, quando la Juve batte la Samp e si laurea matematicamente campione d'Italia.
L'Inter vince anche contro Napoli e Atalanta, consolidando il secondo posto e chiudendo a -1 dalla Juventus. Per Lukaku i gol totali in questo primo anno di Serie A sono 23: soltanto Stefano Nyers (26) e il brasiliano Ronaldo (25) avevano fatto meglio al debutto nel nostro campionato. Ma la stagione non è ancora finita...

Il 5 agosto riprende anche l'Europa League, dagli ottavi: sul "neutro" di Gelsenkirchen l'Inter batte 2-0 il Getafe ancora grazie a Lukaku - sempre più leader - e al raddoppio di Eriksen, appena entrato.

I nerazzurri si ripetono ai quarti, a Düsseldorf, dove fanno fuori il Bayer Leverkusen con un capolavoro del belga e Barella, tornando in una semifinale europea a 10 anni di distanza dall'ultima volta (Inter-Barcellona di Champions). Per Romelu è la 9^ partita consecutiva (considerando anche le 5 giocate con l'Everton nel 2014-15) con almeno un gol nella competizione: un record.

Il 17 agosto - ancora all'Esprit Arena di Düsseldorf - l'Inter strapazza 5-0 lo Shakhtar Donetsk e vola in finale contro il Siviglia. Una notte magica per Lautaro Martinez (futuro papà, esulta col "pancione") e Lukaku, autori di una doppietta a testa (il 2-0 è di Danilo D'Ambrosio).

Nella finale di Colonia fa tutto Lukaku: abile a procurarsi e trasformare il rigore del vantaggio dopo appena 5 minuti; impreciso sul potenziale 3-2 a tu per tu con Bono (che farà esclamare a Conte quel "Romelu mio..."); quanto sfortunato nella deviazione sulla rovesciata del 3-2 di Diego Carlos che decide il match.

Una delusione cocente per l'Inter e per il bomber, "ricompensato" dall'enorme affetto dei tifosi nerazzurri su Twitter con l'hashtag "we love you Rom", che convince il giocatore a rompere il silenzio: "Quello che è successo - scrive sui suoi account social - mi ha fatto arrabbiare, ma reagirò. Una cosa è certa: questa esperienza ci renderà migliori, l'Inter non è morta".

Una stagione comunque strepitosa quella di Lukaku, autore di 34 reti in 51 partite (record eguagliato del "Fenomeno" Ronaldo) e una media di un gol ogni 123 minuti. Punto di riferimento irrinunciabile per allenatore e squadra, sia a livello tattico che umano. Premiato, infine, come migliore giocatore dell'Europa League, un successo personale che dedica alla famiglia, ai compagni, a Conte e ai tifosi.

Dopo qualche settimana di vacanza, Lukaku torna in campo il 26 settembre per la prima della stagione 2020/21, contribuendo alla "pazza" rimonta dell'Inter a San Siro - che riapre a mille tifosi - con la Fiorentina, ribaltata 4-3 nel finale. Alla seconda arriva la doppietta - un classico, ormai - nel 5-2 di Benevento.

Dopo il "digiuno" nell'1-1 dell'Olimpico con la Lazio (a segno Lautaro, in rete anche nelle prime due giornate) Lukaku vola a Londra con il Belgio, ma il suo gol non evita il ko in Nations League con l'Inghilterra. Tre giorni dopo, il 14 ottobre, trascina alla vittoria con due reti i Diavoli Rossi in Islanda.

Il 17 ottobre è già derby, ma l'Inter perde la stracittadina al cospetto di uno scatenato Zlatan Ibrahimovic, autore di due reti. Lukaku accorcia, ma non basta.

Il 21 ottobre l'Inter ha l'occasione di rifarsi al Meazza nel debutto in Champions contro il Borussia Moenchengladbach: Lukaku "rimedia" alla serata infelice di Vidal, che provoca il rigore trasformato da Bensebaini e poi tiene in gioco Hofmann per il gol del momentaneo vantaggio dei tedeschi. Il belga, che aveva sbloccato il risultato in avvio di ripresa, trova la doppietta al 90' sugli sviluppi di un corner.

Ancora un gol di Romelu nel 2-0 di Marassi contro il Genoa, sfortunato - come tutta l'Inter - in casa dello Shakhtar, fermato dalla traversa. Uno 0-0 che complica i piani europei di Conte, che dovrà fare a meno del belga - problema agli adduttori - nel match di Madrid (poi perso 3-2) e a Parma (2-2).

Il bomber si rivede per uno spezzone nell'1-1 di Bergamo con l'Atalanta e torna a pieno regime il 18 novembre, trascinando con due gol alla Danimarca di Eriksen il suo Belgio alle semifinali di Nations League.

Contro il Torino è una furia: doppietta di reti e assist nel 4-2 ai granata, il miglior viatico per affrontare la sfida fondamentale di Champions con il Real Madrid.

Ancora una volta l'Inter si complica la vita da sola: l'espulsione per proteste di Vidal condiziona maledettamente la partita al Meazza, vinta due zero dai Blancos. Ma è sempre Lukaku - in rete anche nel 3-1 al Bologna - a dare un'ultima chance di qualificazione ai compagni, con l'ennesima doppietta, nel 3-2 a Moenchengladbach.

Il 9 dicembre, contro lo Shakhtar, l'Inter dovrà vincere e sperare che Real a Borussia non facciano il "biscotto". Gli spagnoli fanno di un sol boccone i tedeschi... e i nerazzurri si mangiano le mani con gli ucraini, che resistono anche grazie alla sfortunata "parata" di Lukaku sul colpo di testa a botta sicura di Sanchez. Lo 0-0 condanna la squadra di Conte all'ultimo posto nel girone e addio Europa.

In campionato è tutta un'altra storia: Lukaku è una macchina da guerra e segna nelle restanti partite con Cagliari, Napoli e Spezia, contribuendo all'ultimo successo al Bentegodi - il settimo consecutivo dell'Inter - con una super prestazione. L'ennesima di un anno pazzesco, condito da 35 gol in nerazzurro (4 in Champions, 7 in Europa League, 22 in campionato, 2 in Coppa Italia) e 5 con il Belgio. Chapeau.