C'era una volta a... San Siro: Inter-Milan, il film di un derby da "Oscar"

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Alfredo Corallo

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Nella notte degli Oscar Inter e Milan hanno regalato uno show degno di Hollywood: per sceneggiatura originale, gli attori protagonisti (Lukaku e Ibrahimovic su tutti), la scenografia e la colonna sonora delle due tifoserie, le regie "alternate" di Conte e Pioli. Proprio come in un film: con un primo e un secondo tempo...

"Una vita è troppo poco. Una vita sola non mi basta. Se conti bene non sono neanche tanti giorni. Troppe cose da fare, troppe idee. Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano le balle? Perché penso che è passato un altro giorno...". C'era una volta a... San Siro e all'orizzonte il ricordo di una notte da Oscar, un déjà vu che affonda nel Mare Nostrum dei primi anni Novanta, la spedizione di un'Armata Brancaleone abbandonata su un'isola greca che si ritrova come d'incanto a Hollywood, alla conquista del Vello d'Oro... del Cinema. Perché senza gli slanci poetici del seppur "rude" sergente Nicola Lo Russo - che in borghese è il milanista di ferro Diego Abatantuono - il regista (interista) Gabriele Salvatores non avrebbe potuto plasmare quel capolavoro che è Mediterraneo. E cosa ne sarebbe stata dell'epica di questo derby senza il "bellicoso" avvio del Milan e il "morso" del suo comandante Ibrahimovic? Se la stracittadina milanese si è dimostrata degna di un Oscar per la migliore sceneggiatura originale, pazza e imprevedibile, il merito andrebbe riconosciuto insomma a tutte le componenti in gioco: alla scenografia e alla colonna sonora prodotte dalle due tifoserie; alla regia "alternata" (una per tempo) dei due allenatori; alla "versatilità" degli interpreti in campo:  che se dovessimo spiegare/ in pochissime parole/ da Razzie Awards a premi Oscar e viceversa...

Zlatan Ibrahimovic
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And the Madonnina goes to...

Nella magica serata che ha regalato il primo Oscar a Brad Pitt, un altro "biondo", l'olandese Stefan de Vrij (che era appena nato nel marzo del 1992 quando Salvatores e Abatantuono trionfavano a Los Angeles) si è guadagnato il premio di migliore attore non protagonista. Perché sì, è vero che il difensore dell'Inter ha completato la rimonta da 0-2 a 3-2, ma - tecnicamente - non era tra i candidati al ruolo centrale... del film, pensati dall'Academy per Lukaku e Ibra. Che non hanno deluso le aspettative della platea, strameritando la statuetta, anzi "le" statuette: ex-aequo come migliori attori protagonisti, appunto; miglior cortometraggio per Romelu (il video nello spogliatoio!) e un Oscar speciale alla carriera per l'immortale Zlatan. Unanime, poi, il verdetto della giuria sui migliori effetti speciali per il "visionario" Christian Eriksen (anche lui del '92, come "capitan" Brozovic) e a quella punizione surreale da casa sua, che ha ridisegnato le leggi della fisica, degna del Gravity  di Alfonso Cuarón.

Si arriva ai 10

Non era esattamente lo Space Shuttle Explorer ma tale dovette sembrare nel 1941 agli spaesati soldati di Mediterraneo l'aereo che piombò sulla spiaggia, proprio nel bel mezzo della partitella, forse la scena più famosa del film: Lorusso in porta sicuro di parare il rigore ("ti sto ipnotizzando, eh nasino, vai, è già parato") e lo scalcinato "apparecchio" guidato dal tenente Carmelo La Rosa (alias Antonio Catania, altro interista "nella vita"), sempre più grande e minaccioso alle spalle dell'ignaro sergente baffuto. Interisti e milanisti come in Marrakech Express, con il solito Diegone e il nerazzurro Fabrizio Bentivoglio, ancora diretti da Salvatores, che ispirò il leggendario "Italia-Marocco" di Aldo, Giovanni e Giacomo, bravi solo un tempo, come il Milan di Rebic e Ibra. Con il risultato che la vittoria, l'aggancio alla Juve in vetta e l'Oscar alla migliore interpretazione del derby è andato all'Inter di "Joker" Antonio Conte; e un interrogativo perseguiterà per un po' Stefano Pioli, che sentiva già la statuetta in pugno: "Meraviglioso, bello, bello... ma intanto come abbiamo fatto a perdere 4-2?".

Antonio Conte
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