I Pokémon stanno conquistando il mondo del calcio

Indovinello: sono tosti e prorompenti, tutti differenti, scoppiettanti, furbi e accattivanti, sempre più frizzanti, magici e sgargianti. Chi sono? Per chi è cresciuto tra la fine degli anni ’90 e i primi Duemila la soluzione potrebbe essere immediata, perché sono gli attributi con cui venivano definiti i Pokémon nella sigla italiana della prima stagione dello show, trasmessa nel 2000. In realtà la soluzione è: i calciatori. Anche se a ben pensarci sono entrambe risposte molto valide, non fosse perché il franchise miliardario creato dalla matita di Satoshi Tajiri ha raggiunto un successo tale da essere sempre più parte integrante dell’universo del pallone. L’ultimo caso noto è quello del campionato indiano, che si è concluso un paio di settimane fa con la vittoria del Mohun Bagan in rimonta contro il Bengaluru grazie a un gol al 96esimo del centravanti australiano Jamie Maclaren. La notizia interessante, più del secondo titolo in tre anni della formazione di Calcutta, è che lo sponsor principale della finale del torneo siano stati proprio i Pokémon, con cinque Pikachu subentrati addirittura a metà partita per intrattenere il pubblico con un balletto durante l’intervallo. La federazione indiana ha dichiarato che questa scelta, oltre al lato commerciale di un fenomeno mondiale come i Pokémon, ha avuto come obiettivo quello di attirare un pubblico più giovane e interattivo, facendo leva sui social media per aumentare la visibilità del calcio locale. Qualcosa di simile è avvenuto anche da noi nell’estate nel 2024, quando lo scorso giugno a Coverciano il brand giapponese è stato partner della FIGC per il Grassroots Festival, evento di fine stagione che ospita società giovanili provenienti da tutta Italia, che ci sono cimentate in varie attività sempre a tema calcio e Pokémon. E per stare in tema, non tutti sanno che un pezzo importante della nostra Nazionale come Federico Chiesa, oggi in forza al Liverpool, è un grande appassionato della serie e anche un grande collezionista delle carte da gioco di Pikachu e soci, che da qualche anno a questa parte hanno preso d’assalto il mercato, generando un business milionario che ha coinvolto anche personaggi dello sport e dello spettacolo. Non poteva essere da meno anche il Giappone, la patria dei Pokémon, che durante il Mondiale del 2014 scelse proprio Pikachu come mascotte ufficiale della spedizione in Brasile. La squadra dell’allora ct Alberto Zaccheroni, nel corso della rassegna, indossò persino un’uniforme con il disegno del simpatico mostriciattolo giallo sotto al logo di Adidas, sponsor tecnico della federazione nipponica. Ma non finisce qui. A febbraio Antoine Griezmann, stella dell’Atletico Madrid, si fermò a bordo campo dopo la partita di Coppa del Re contro il Getafe per scambiare la sua maglia da gioco con David Pozuelo, in arte ‘Darizard’, lo streamer e collezionista più famoso di tutta la Spagna : la maglia numero 7 dell’Atletico per due nuovissime confezioni di carte Pokémon, con tanto di momento immortalato sui social e grandi sorrisi per entrambi. Il premio di fan più accanito va però al social media manager del Lens. La formazione francese, nell’ultima sessione invernale di calciomercato, ha presentato ai suoi tifosi il nuovo acquisto Jeremy Agbonifo come se fosse appena uscito da un pacchetto di Pokémon Pocket, l’ultimissimo gioco per smartphone rilasciato dal franchise a ottobre, che nel giro di sei mesi ha ottenuto un successo planetario e più di 120 milioni di download. Insomma, oggi i coloratissimi mostriciattoli giapponesi sono un fenomeno di massa, probabilmente ancora di più di quanto non lo fossero 25 anni fa, quando fecero la loro comparsa sul mercato. Lo slogan del brand era, ed è tuttora, “Gotta catch’em all”, “Acchiappali tutti”, ma forse vale più il contrario, perché sono loro ad aver conquistato il mondo del calcio.

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