Danilo ha ancora tanti sogni da realizzare, tra Libertadores e futuro

Sono trascorsi esattamente dieci mesi da quando Danilo e la Juventus si sono separati. “Sapevo che questo giorno prima o poi sarebbe arrivato, ma non si è mai davvero pronti”, aveva scritto il brasiliano nella sua toccante lettera di addio ai colori bianconeri, ultimo atto ufficiale da capitano della Juve. Con Thiago Motta, al tempo allenatore della Juventus, la scintilla non era mai davvero scoccata e così si era arrivati alla separazione. Sofferta, tormentata. “Forse è per rispettare e lottare tanto per questi valori che non posso più fare parte di questo progetto”, aveva continuato a spiegare. Per poi concludere con un messaggio d’amore per i tifosi: “Ricordatevi, ci riconosceremo ovunque nel mondo, solo con uno sguardo. Siamo la gente della Juventus!”. E quel ‘ovunque nel mondo’ per Danilo è diventato il Brasile, l’unico posto che l’ex capitano bianconero può chiamare ‘casa’ più di Torino. Rio de Janeiro. Flamengo. La sua squadra del cuore. Da qui è ripartito Danilo. Convinto dal progetto del nuovo Ds José Boto, che ha scelto il difensore brasiliano per portare leadership e personalità nello spogliatoio. E la decisione si è subito rivelata giusta: in meno di un anno i trofei vinti sono già tre e presto potrebbero diventare cinque. A due giornate dalla fine, i rossoneri sono primi nel campionato brasiliano a +5 sul Palmeiras secondo. E questo sabato, alle 22 italiane, si giocheranno la Copa Libertadores in finale sempre contro i biancoverdi di San Paolo. Una doppia sfida che, se vinta, potrebbe portare il Flamengo in paradiso. Per Danilo, leader della squadra e da sempre tifoso del Fla, una responsabilità enorme. Ma anche un’emozione difficile da spiegare a parole: “Il sogno di giocare per il Flamengo è rimasto sopito per un po' e pensavo che non si sarebbe mai realizzato. Durante un media day mi hanno chiesto com'è vivere un momento come questo giocando per la mia squadra del cuore. Ho detto che non so come spiegarlo, lo saprò solo quando lo vivrò” ha raccontato a GeGlobo. Ma c’è di più. Per Danilo, che una Libertadores l’ha già vinta con il Santos nel 2011, questa finale è davvero speciale anche per un altro motivo. Come annunciato da lui stesso, il prossimo potrebbe essere il suo ultimo anno da calciatore e non sa se avrà l’opportunità di giocare un’altra partita del genere. “Non ho problemi a dire che è terrificante pensare di smettere di giocare. È spaventoso, inizia una nuova vita. Non so cosa farò. Anche se restassi nel calcio, sarebbe un nuovo ruolo” ammette senza timore di mostrarsi debole. Ma come in campo ama anticipare gli attaccanti avversari, anche nella vita Danilo gioca di anticipo e non vuole farsi trovare impreparato. E così ha già iniziato a progettare il suo futuro. Ha iniziato a frequentare un corso di giornalismo online e ha fondato una piattaforma, Voz Futura, in cui – insieme ad alcuni giornalisti – racconta storie che possano ispirare altre persone. Da anni Danilo lotta contro lo stereotipo del calciatore ignorante e crede che tanti colleghi, come lui, possano fare qualcosa importante per la società. “Il calcio è crudele: se parli di un argomento con cui la gente non è d'accordo, verrai criticato, ed è più facile tacere, non dire nulla, stare in silenzio. Una cosa che non mi piace molto qui in Brasile è che limitiamo troppo i giocatori al semplice ruolo di calciatori. Il che è già tanto, ci sono molte responsabilità, molti obblighi, ma possiamo essere poliedrici. Possiamo affrontare molti problemi, molte situazioni, purché non interferiscano negativamente con la nostra attività principale, che è quella di atleta”. E proprio da qui nasce, durante il periodo della pandemia, l’idea di creare Voz Futura, uno spazio dove Danilo vuole raccontare storie di resilienza che possano ispirare e motivare la società. Di recente ha prodotto un documentario su Benvindo Fonseca, ex ballerino diventato una figura di riferimento nella danza internazionale negli anni 90, e primo Ballerino africano del Balletto Gulbenkian, che verrà trasmesso in tutti i voli TAP Air Portugal. Ma anche prima della nascita di Voz Futura, Danilo si è sempre impegnato nel sociale. Nel 2015 ha fondato Futuro Re2ondo, un’associazione che permette a bambini in difficoltà economica di giocare a calcio ma anche, e soprattutto, di ricevere cure mediche che non potrebbero permettersi. Oltre alla crescita sportiva, l’associazione insegna competenze socio-emotive ai bambini, che sono seguiti anche da psicologi. La salute mentale è un aspetto che Danilo ha molto a cuore, avendo vissuto anche lui, in prima persona, dei momenti di difficoltà. In un’intervista al Guardian ha raccontato di aver sofferto di depressione ai tempi del Real Madrid e di esserne uscito grazie all’aiuto di un professionista: “È stato il culmine dei miei problemi mentali perché è il club più grande del mondo. Ci sono stati momenti in cui sembrava che non ricordassi più come si gioca a calcio. Le critiche mi facevano davvero male. Ero completamente ostaggio delle critiche, dei social media, di tutto. È stato allora che ho iniziato a lavorare con uno psicologo sportivo”. Da quel momento Danilo ha capito l’importanza della salute mentale nel calcio: “Quando i club si renderanno conto di quanti giocatori stanno perdendo a causa di problemi emotivi e psicologici, ci penseranno due volte e inizieranno a investire perché questo è un valore tecnico e finanziario per la squadra. E questo è disgustoso perché non gli importa dell'essere umano. Dobbiamo umanizzare di più il calcio”. Non a caso, ha già annunciato che, dopo aver smesso di giocare, si iscriverà all’università per studiare psicologia. Pur avendo già iniziato a pensare al suo futuro, il rendimento di Danilo in campo è sempre di alto livello. Nel Flamengo di Filipe Luis viene impiegato soprattutto come centrale della difesa a quattro e, come emerge dai dati di Soccerment, eccelle in diversi aspetti. È tra i centrali del campionato brasiliano che effettuano più passaggi progressivi e che partecipano di più al gioco di squadra : numeri che mettono in mostra la sua importanza nel Flamengo e sottolineano la sua propensione a contribuire alla costruzione del gioco. E lo fa con grandissima qualità: è al primo posto tra i centrali del campionato brasiliano per precisione nei passaggi corti e lunghi . Ma anche a livello difensivo sa essere decisivo: è al primo posto per palloni recuperati e per duelli aerei difensivi vinti . Numeri di altissimo livello, che certificano il valore di un giocatore ancora in grado di fare la differenza. E allora perché pensare di smettere? Gli infortuni continuano a tormentarlo. In questa stagione Danilo si è dovuto fermare diverse volte e convivere con il dolore inizia a diventare faticoso. Gli infortuni sono un compagno di viaggio ingombrante e, per questo, la prospettiva del ritiro si avvicina. Ma una cosa è certa: Danilo non ha ancora chiuso i conti con il calcio. Ha ancora voglia di mettersi in gioco, di spingere oltre la fatica, di provare a vincere. A cominciare da sabato, quando farà di tutto per regalare al suo Flamengo la Copa Libertadores. Il futuro può aspettare: adesso c’è un trofeo da inseguire e, forse, da sollevare al cielo.

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Danilo ha ancora tanti sogni da realizzare, tra Libertadores e futuro

Emiliano Tomasini