Bundesliga, perché Bayern-Bayer è il Der neue Klassiker

Der neue Klassiker. Traduzione: der vuol dire "il", neue significa "nuovo" e Klassiker… Vabbè quello lo sanno tutti. No? Ok, in Germania chiamano così la partita dell’anno, il manifesto della Bundesliga in giro per il mondo. E allora perché nuovo, non era mica Bayern Monaco-Borussia Dortmund? In teoria sì, formalmente lo è ancora ma occhio perché sabato all’Allianz Arena arriva il Bayer Leverkusen e in Germania qualcuno l’ha buttata lì: visto quello che ha combinato la squadra di Xabi Alonso la scorsa stagione, e come sta andando il Dortmund negli ultimi anni, non sarebbe il caso di considerare questa partita, appunto, il nuovo Klassiker? Dura diventare un classico in meno di due anni, eppure Xabi è riuscito anche in questo fra le tante magie che ha fatto da quando è arrivato a Leverkusen a inizio ottobre 2022. Con il club in zona retrocessione. Lui che aveva chiuso la carriera da giocatore proprio al Bayern Monaco ha iniziato quella da allenatore stravolgendo, in un paio di stagioni, il mondo dei bavaresi che in tre partite non hanno ancora mai vinto. Bilancio per Xabi: due vittorie e un pareggio, tutti con un impatto bello tosto. Tipo il 19 marzo 2023, 2-1 per il Leverkusen e dirigenti del Bayern che tornano a Monaco non più così tanto convinti di Julian Nagelsmann, che infatti qualche giorno dopo viene esonerato. Poi il club ha rimpianto la scelta di Kahn e Salihamidzic, ma in quel momento fra i vari motivi dell’esonero c’era anche la figuraccia fatta dai bavaresi davanti alle idee di Xabi, capace di arrivare in un club storico ma in grandissima difficoltà e in pochi mesi trasformarlo, visto che nel girone di ritorno della Bundesliga 2022-23 il Leverkusen aveva avuto una media punti da titolo. Cosa che poi è stata ribadita qualche mese dopo. 15 settembre 2023, dopo aver mandato a casa Nagelsmann, Xabi Alonso manda il primo messaggio anche a Thomas Tuchel, diventato allenatore del Bayern proprio dopo quella sconfitta dei bavaresi di marzo a Leverkusen. All’Allianz Arena Bayern Monaco messo in tremenda difficoltà tecnica, tattica ma soprattutto a livello mentale perché lì si inizia a capire che quel Bayer Leverkusen non si limita a giocare bene a calcio. C’è qualcosa in più: questi non mollano mai. Ma davvero mai! E non è retorica, perché il 2-2 su rigore di Palacios che al 94’ zittisce l’Allianz Arena apre una nuova dimensione per Leverkusen. Tutta la città, non solo il club, si rendono conto di essere cambiati, di potersela giocare, quasi quasi di poter essere considerati i favoriti. È lì che inizia a sfumare il mito del Neverkusen, la squadra che non vinceva mai. Soprannome trasformato alla fine della scorsa stagione in Neverloosen. La squadra che non perde mai. Quindi, ricapitolando, in tre partite da allenatore contro il Bayern Monaco, Xabi ha contribuito all’esonero di due allenatori. Mica male come record. Anche per questo il Bayern ha fatto di tutto per riportarlo a Monaco, dove Uli Hoeneß gli aveva offerto il posto da direttore sportivo appena chiusa la carriera da giocatore nel 2017 e a marzo, dopo il rifiuto, lo ha anche elogiato: “Uno che per rispetto e riconoscenza nei confronti di chi ha avuto fiducia in lui dice no a noi e al Liverpool è proprio da Bayern”. Metteteci anche il Real Madrid e avrete l’elenco delle tre big nelle quali ha giocato Xabi, le uniche che volendo a fine stagione potranno far scattare la clausola nel suo contratto e portarlo via da Leverkusen per 15 milioni. I dirigenti del Bayern ci avevano anche pensato: prendiamo un traghettatore per questa stagione mentre lavoriamo per convincere Xabi a scegliere noi. Invece pare che abbiano capito che l’attrazione di Madrid è più forte e, soprattutto, dopo le figuracce fatte questa estate con i nove, sì nove, rifiuti ricevuti un po’ da chiunque a Monaco non potevano rischiare magari di buttare un anno senza la certezza di avere già convinto Xabi. Un errore che fra l’altro avevano già commesso a febbraio, perché quando a Tuchel è stato comunicato che a fine stagione se ne sarebbe andato, il sì di Xabi a Monaco ancora non lo avevano. Ma lì sono sempre stato abituati così: tranquilli, figuratevi se qualcuno dice di no a noi. Alla fine il sì è arrivato da Vincent Kompany e se in meno di due anni da allenatore in Bundesliga Xabi Alonso ha ribaltato le gerarchie, in meno di tre mesi a Monaco Kompany ha zittito gli scettici. In Baviera nessuno era convinto della scelta di mettere sulla panchina del Bayern uno di 38 anni appena retrocesso in Premier League. Invece ha colpito subito per carisma e profondità di pensiero, dimostrando di aver imparato piuttosto bene dal suo maestro Guardiola. Pressing altissimo, ritmo e qualità alle stelle. Sei vittorie nelle prime sei partite in tutte le competizioni, con 29 gol segnati e appena cinque subiti. Tanto che Thomas Müller ha detto: “Chiaramente colpisce il fatto che segniamo tanti gol ma è la conseguenza del nostro modo di giocare. Penso che questo dominio del gioco, il fatto quasi di annullare l’avversario sia qualcosa di nuovo. A parte forse la stagione dei sei trofei vinti con Hansi Flick di recente non c’era mai stata un’annata nella quale eravamo davvero soddisfatti come club, come squadra e considerando le nostre prestazioni. L’immagine che stiamo dando al momento secondo me è perfetta per noi”. Xabi Alonso era stato compagno di squadra di Thomas nel Bayern di Pep e sa bene come funziona da quelle parti quando fanno sul serio, ecco perché sabato alle 18.30 all’Allianz Arena sarà una di quelle partite da stropicciarsi gli occhi. Bayern-Bayer, una "N" che fa tutta la differenza del mondo. N come neue, il nuovo Klassiker.

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