Ora Jurgen imparerà a dire "asap". Ma per quanto?

Head of Global Soccer è un titolo di quelli pesanti. Un ‘Capo del Calcio Globale’ è qualcosa che messo su un biglietto da visita farà un certo effetto. Eh sì, perché dal 1° gennaio 2025 Jurgen Klopp dovrà girare con in tasca anche un biglietto da visita. A me a questo punto piacerebbe vederlo anche nel paddock della Formula 1 mentre spiega a Jos Verstappen che il figlio Max ha vinto e sta vincendo “nonostante lui” e non “grazie a lui”. Magari accadrà in futuro e titoleremo: “Red Bull, dopo l’uscita di Newey ecco che arriva Klopp”. Jurgen Klopp dà l’idea di uno che farebbe bene qualunque cosa. Formazione scolastica ai minimi, formazione empirica all’ennesima potenza, Jurgen da operaio del pallone in campo è diventato quasi un filosofo della panchina. Una sorta di Immanuel Kant intento nella sua classica passeggiata delle 15:30 a Konigsberg con una tale puntualità da suggerire alle massaie prussiane di controllare l’orologio e regolarlo in base al suo infallibile passaggio. Di Kant Jurgen Klopp ha giusto l’iniziale del cognome ma sul suo pensiero concreto e razionale, con virate decise di “gegenpressing”, quelli che ‘mettono le ali’ hanno fiutato la possibilità di un colpo di grande effetto. Che ha una sua coerenza perché Klopp sulla carta è uno che può presiedere un consiglio di amministrazione solo con lo sguardo e il sorriso magnetico. Più operativamente sarà lui a supervisionare le attività di Lipsia e Salisburgo in Europa, New York Red Bulls negli States, Omiya Ardija in Giappone e Bragantino in Brasile. Diciamolo fino in fondo, non sarà un lavoro così difficile, a nessuna di queste squadre Klopp metterà troppa pressione dopo una sconfitta in casa. A meno che i ‘bibitari’ non inizino con JK una politica diversa, meno orientata alla costruzione del talento e più spinta al risultato finale. Anche perché nonostante le aspirazioni filosofiche e le necessità di far filtrare pensieri esperienziali, alla fine il conto economico lo fanno i numeri delle lattine vendute e siccome pecunia non olet a ‘Kaiser’ Jurgen verranno anche chiesti risultati. Dietro ad una scrivania con scarpe italiane e abito sartoriale Jurgen si troverà a dover imparare termini come Ebitda e soprattutto a fare riunioni dove quando uno dice una cosa sta “allineando il team”, se c’è particolare fretta quella cosa va fatta “asap” e quando Klopp avrà detto a qualcuno di fare qualcosa lo avrà “brieffato”. Ecco, in mezzo a tutto questo è possibile che a lui verrà presto voglia di sentire il profumo dell’erba e tornare in panchina. Quella che sostanzialmente gli è stata promessa quando Julian Nagelsmann lascerà la guida della Nazionale tedesca. Ragionevolmente dopo il Mondiale negli Stati Uniti & C . Che finirà il 19 luglio del 2026. Dal sul kick off saranno meno di 19 mesi. Non un tempo particolarmente lungo. E’ questo in realtà il vero punto oscuro della vicenda. Firmare un contratto con una clausola non esattamente difficile da verificarsi fa capire come JK si sia tenuto un bel portone aperto nel caso in cui il nodo della cravatta gli risulti particolarmente stretto…