Bye bye, Liverpool: bilancio in Reds, mai così male
Champions LeagueFine della corsa tra le regine d’Europa, forse fine di un’era: il Liverpool di Rafa Benitez è out. Non accadeva da sei anni, per una squadra che nelle ultime cinque edizioni due volte è arrivata in finale. Ecco perché. GUARDA LA GALLERY
di Lorenzo Longhi
da Londra
Fine della corsa tra le regine d’Europa, forse fine di un’era: il Liverpool di Rafa Benitez, quando ancora manca una giornata alla conclusione dei gironi di Champions League, è già fuori. Fiorentina e Lione hanno relegato i Reds alla retrocessione in Europa League. Non accadeva da sei anni, per una squadra che nelle ultime cinque edizioni due volte è arrivata in finale (vincente in una incredibile notte del 2005 Istanbul e sconfitto due anni dopo ad Atene, sempre contro il Milan), una in semifinale e per due volte ai quarti. Sempre tra le più forti, sempre candidato alla vittoria finale, spesso artefice dell’eliminazione di vittime illustri. Questa volta no, e l’uscita anticipata dalla Champions ora rischia seriamente di riportare i Reds sulla terra.
Già, perché questo è in assoluto il periodo peggiore del Liverpool dell’era Benitez. Secondi in campionato la scorsa stagione, a 4 punti dal Manchester United dopo una poderosa rimonta, i Reds si sono presentati ai nastri di partenza di questa stagione come candidati al successo, nonostante la cessione insensata di Xabi Alonso (“Una partenza che mi ha devastato”, aveva ammesso Steven Gerrard): oggi, dopo 13 partite, la classifica li vede al settimo posto, a pari merito con il Sunderland, e a -13 dal Chelsea di Ancelotti.
Il che, tradotto, significa anche il concreto rischio di non qualificarsi per la prossima Champions, una prospettiva disastrosa per il club. Che, per inciso, non vince il campionato dal 1990 - a fine stagione gli anni dall’ultimo trionfo saranno venti - e la scorsa primavera si è visto raggiungere in testa alla graduatoria dei club inglesi più scudettati proprio dallo United. Non bastasse questo, giusto un mese fa il Liverpool è stato eliminato anche dalla League Cup.
In attesa di entrare in lizza in FA Cup, ora l’Europa League (cui il sito dei Reds si è già adeguato) rischia seriamente di diventare l’ultima chiamata per il futuro a lungo termine di Benitez - nonostante i bookmakers stiano quotando il suo esonero, lo chief executive del club, Purslow, gli ha confermato la fiducia - e di diversi uomini della rosa. Difficile pensare ad esempio alla permanenza di Fernando Torres, in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions, possibilità che porterebbe verosimilmente ad un ridimensionamento nel rafforzamento della squadra anche in campo nazionale, causa introiti forzatamente inferiori. E così uomini come Gerrard e Carragher, enfant du pays, potrebbero rischiare di non vincere mai una Premier in una carriera per il resto impeccabile.
Benitez, che ha il contratto in scadenza fra otto mesi, sa bene di giocarsi l’ultima chance: lui, una coppa Uefa l’ha già vinta con il Valencia nel 2004, appena prima di approdare a Liverpool, e forse solo un bis potrebbe salvarlo. Per la prima volta, infatti, non tutto l’ambiente è con lui e anche dalle parti di Anfield si leva qualche critica. E quando, tra due settimane, la Fiorentina renderà visita ai Reds in una partita totalmente inutile, il senso della beffa sarà difficile da arginare. Una beffa, come la recente uscita nelle sale e in dvd della commedia “15 minutes that shook the world”, dedicata alla lontana notte di Istanbul: a pensarci oggi, sembra quasi un epitaffio.
da Londra
Fine della corsa tra le regine d’Europa, forse fine di un’era: il Liverpool di Rafa Benitez, quando ancora manca una giornata alla conclusione dei gironi di Champions League, è già fuori. Fiorentina e Lione hanno relegato i Reds alla retrocessione in Europa League. Non accadeva da sei anni, per una squadra che nelle ultime cinque edizioni due volte è arrivata in finale (vincente in una incredibile notte del 2005 Istanbul e sconfitto due anni dopo ad Atene, sempre contro il Milan), una in semifinale e per due volte ai quarti. Sempre tra le più forti, sempre candidato alla vittoria finale, spesso artefice dell’eliminazione di vittime illustri. Questa volta no, e l’uscita anticipata dalla Champions ora rischia seriamente di riportare i Reds sulla terra.
Già, perché questo è in assoluto il periodo peggiore del Liverpool dell’era Benitez. Secondi in campionato la scorsa stagione, a 4 punti dal Manchester United dopo una poderosa rimonta, i Reds si sono presentati ai nastri di partenza di questa stagione come candidati al successo, nonostante la cessione insensata di Xabi Alonso (“Una partenza che mi ha devastato”, aveva ammesso Steven Gerrard): oggi, dopo 13 partite, la classifica li vede al settimo posto, a pari merito con il Sunderland, e a -13 dal Chelsea di Ancelotti.
Il che, tradotto, significa anche il concreto rischio di non qualificarsi per la prossima Champions, una prospettiva disastrosa per il club. Che, per inciso, non vince il campionato dal 1990 - a fine stagione gli anni dall’ultimo trionfo saranno venti - e la scorsa primavera si è visto raggiungere in testa alla graduatoria dei club inglesi più scudettati proprio dallo United. Non bastasse questo, giusto un mese fa il Liverpool è stato eliminato anche dalla League Cup.
In attesa di entrare in lizza in FA Cup, ora l’Europa League (cui il sito dei Reds si è già adeguato) rischia seriamente di diventare l’ultima chiamata per il futuro a lungo termine di Benitez - nonostante i bookmakers stiano quotando il suo esonero, lo chief executive del club, Purslow, gli ha confermato la fiducia - e di diversi uomini della rosa. Difficile pensare ad esempio alla permanenza di Fernando Torres, in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions, possibilità che porterebbe verosimilmente ad un ridimensionamento nel rafforzamento della squadra anche in campo nazionale, causa introiti forzatamente inferiori. E così uomini come Gerrard e Carragher, enfant du pays, potrebbero rischiare di non vincere mai una Premier in una carriera per il resto impeccabile.
Benitez, che ha il contratto in scadenza fra otto mesi, sa bene di giocarsi l’ultima chance: lui, una coppa Uefa l’ha già vinta con il Valencia nel 2004, appena prima di approdare a Liverpool, e forse solo un bis potrebbe salvarlo. Per la prima volta, infatti, non tutto l’ambiente è con lui e anche dalle parti di Anfield si leva qualche critica. E quando, tra due settimane, la Fiorentina renderà visita ai Reds in una partita totalmente inutile, il senso della beffa sarà difficile da arginare. Una beffa, come la recente uscita nelle sale e in dvd della commedia “15 minutes that shook the world”, dedicata alla lontana notte di Istanbul: a pensarci oggi, sembra quasi un epitaffio.