Cosa aspettarsi dalla euro Juve di Tudor

Sono trascorse solo tre giornate di Serie A, la Champions League è solo all'inizio, eppure si può già intuire la direzione verso cui sta andando il lavoro di Igor Tudor. Per dare un giudizio corretto sui bianconeri, per capire quale possa essere il loro effettivo potenziale, ci sarà da capire la vera forza del reparto avanzato. Come si incastreranno i sei attaccanti della Juventus? Vlahovic è rimasto, più motivato che mai, e si giocherà il posto con il nuovo arrivato David. Yildiz è la stella della squadra, forse l’unico vero inamovibile. Conceicao, fin qui titolare, ha fatto vedere nello scorso campionato di essere forse più determinante a partita in corso. E poi ci sono i nuovi arrivati, Openda e Zhegrova, innesti di sicura qualità, di cui andrà capito l’impiego. Perché la Juve dipenderà dall’attacco? Perché dal centrocampo in giù l’ossatura della squadra è fatta: tra il valore dei giocatori e l’idea di calcio di Tudor, questa squadra avrà solidità . La scelta di Kalulu come esterno di destra va in quella direzione: l’equilibrio tattico è la prima cosa, si parte da lì, si farà sempre in tempo a giocare più aggressivi nel secondo tempo con i cambi. Capire come combinare l’attacco sarà la chiave tattica della Juventus di Igor Tudor. Anche pensando alla Champions League. Perché con Locatelli e Thuram – e Koopmeiners primo cambio – il centrocampo è completo: ha tecnica, quantità, esperienza e inserimenti. Anche in difesa, con il ritorno di Bremer e il quasi rientro di Cabal, il reparto è profondo: dopo gli infortuni della scorsa stagione, Tudor avrà la possibilità di ruotare spesso gli uomini nel reparto arretrato, e ciò favorirà la sopra citata solidità difensiva. Con Tudor la società ha fatto una scelta precisa: pensare prima alla classifica, solo poi allo sviluppo del gioco. Perché alla Juventus, come in tutti i grandi club, contano anche i risultati. Con Thiago Motta si era cercato una svolta epocale, un tentativo di innestare una nuova identità, ma mese dopo mese ci si è resi conto che la classifica stava sfuggendo di mano e che i giocatori, nel tentativo di seguire l’allenatore, cominciavano a essere disorientati. Troppi gli input tattici. Igor invece si è seduto in panchina con una missione sola: arrivare in Champions, che era sì l’obiettivo minimo di inizio stagione ma che in una certa fase sembrava potesse scappare via. E da calciatore, quando puoi concentrarti su una cosa sola, tutto diventa più facile. Tudor conosce l’ambiente Juve, sa di dover essere al di sotto della società ma al di sopra dei giocatori. Ecco perché non ci sarà spazio per le amicizie: in un club come la Juventus, dove l’intenzione è sempre quella di vincere, servono gerarchie precise, più importanti anche del valore assoluto dei calciatori. Quale sarà invece la ‘cifra tattica’ in vista della Champions? Io credo che il vero dubbio, come scritto sopra, sia quello legato al centravanti. Sia David sia Vlahovic hanno segnato in queste prima giornate. Sono attaccanti diversi, entrambi di alto livello, ma guai a pensare che il nuovo arrivato sia il titolare inamovibile. Giocheranno entrambi, e partirà dall’inizio chi dei due avrà segnato con più continuità in quel momento della stagione. Con buona pace dei discorsi legati al contratto di Vlahovic, in scadenza nel 2026. Si parte dal 3-4-2-1, il modulo sarà sempre quello, perché la Juve ha due rose: sia i titolari sia le riserve hanno le caratteristiche per interpretare lo schema, quindi non vedremo grandi aggiustamenti tattici nel corso del girone. Anche perché il calendario, tra Pafos, Villareal e Monaco, non presenta insidie particolari , e la Juventus potrà concedersi il lusso di non fare grossi stravolgimenti tattici. Attenzione al Bodo/Glimt, formazione esordiente in Champions ma molto ostica, specie in trasferta, per il tipo di campo e le difficoltà ambientali di giocare sopra il Circolo Polare Artico. Per il resto, il sorteggio ha sorriso ai bianconeri, che possono guardare a un piazzamento nelle prime otto: nel calcio non c’è mai niente di scontato, ma con questo calendario fissare l’obiettivo degli ottavi senza passare dai playoff non è utopia. E per giocarsi questi ottavi, da chi aspettarsi qualcosa se non da Yildiz? Nonostante la giovane età sarà lui il volto dell’Euro-Juve. Perché di ‘normalità’ si può passare il girone, forse arrivare ai quarti, ma per far sì che accada qualcosa di bello, serve un giocatore che faccia cose speciali. E Yildiz, in quanto a talento, non è secondo a nessuno nella Juventus. Per avanzare, lui dovrà essere il giocatore in più di questa Champions League.

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Giancarlo Marocchi