I tre segnali della notte europea della Fiorentina

Non è stata la Fiorentina più bella, ma è stata una Fiorentina vincente. Al momento, per i viola, questa è la notizia più importante. Contro la Dinamo Kiev è arrivata la risposta che tutti aspettavano dopo la brutta sconfitta con il Sassuolo e, soprattutto, prima della delicata sfida contro il Verona in campionato. Il successo in Conference League intanto irrobustisce la classifica in Europa, dopo il doppio passo falso con Mainz e Aek Atene, ma, soprattutto, è una bella iniezione di fiducia in vista del futuro. Le buone notizie per Vanoli non sono mancate. La prima è psicologica, perché la squadra ha approcciato nel migliore dei modi la partita ma, soprattutto, non si è sciolta come neve al sole al pareggio della Dinamo. La Fiorentina è stata finalmente gruppo, ha reagito con carattere e ha gestito al meglio i momenti di difficoltà della gara, volendo fortemente questa vittoria. La seconda buona notizia riguarda gli attaccanti: Dzeko più volte vicino al gol, il ritorno in campo di Kouamé, le reti di Kean e Gudmundsson. L’islandese è entrato dalla panchina con la voglia di spaccare la partita, di dimostrare a tutti che il peggio è alle spalle. Ha segnato il gol della vittoria e messo alle spalle una settimana di polemiche sul rigore non tirato: “È vero, sono il rigorista designato ma capisco che ci siano altri che vogliono tirarlo, è il passato e non voglio più pensarci”, ha spiegato. Come Moise Kean, che ha liquidato l’episodio con un sorriso: “E’ andata come ai giardinetti, uno vuole tirare e l’altro pure, vogliamo dare tutti tutto e questo è un segnale positivo”. Il segnale lo ha dato con il gol che ha regalato alla squadra il momentaneo vantaggio ma, soprattutto, con la scossa che serviva nella partita. Non segnava dal 26 ottobre, solo tre gol in stagione per l’attaccante azzurro che nella sera più complicata è tornato il leader che tutti conosciamo. Ha preso la squadra sulle spalle e l’ha trascinata alla vittoria, nonostante potesse fare meglio per alcune occasioni sprecate. Lo ha ammesso anche lui. La Fiorentina ha ritrovato uno dei suoi leader più importanti e quella fascia da capitano, indossata nel finale: “Dà tantissima responsabilità”. Insomma, un altro segnale importante della serata di Conference. E veniamo alla terza buona notizia, quella tattica. Vanoli ha più volte ribadito che i moduli non vincono le partite , ma forse in questo periodo per uscire dalla crisi può servire qualcosa di diverso. È successo anche in passato, sia con Italiano sia con Palladino, che alla Fiorentina servisse uno 'shock' tattico per invertire la tendenza. Il 4-2-3-1 dell’ultima mezz’ora ha fatto vedere una bella versione dei viola, dando equilibrio in un momento delicato della gara in cui la Dinamo stava provando a pareggiare la partita. Perché se è vero che le buone notizie ci sono state, la Fiorentina è ancora alle prese con alcuni dei suoi limiti. Come l’incapacità di leggere i momenti della partita e le insicurezze che affiorano, facendo commettere quelle ingenuità che hanno compromesso tante partite in questa stagione. I segnali di risveglio ci sono stati. Ora serve la prova del nove, nella partita che può indirizzare tanto il campionato viola. Per la 15^ di Serie A arriva il Verona, uno scontro diretto da non sbagliare e che ci dirà, probabilmente, se la Fiorentina è finalmente guarita.

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Vanessa Leonardi