Dall’Hotsknotsbegonia all’Hollywood aan de Rijn: cosa è successo al Vitesse?

Meno di tre anni fa il Vitesse affrontava agli ottavi di Conference League la Roma di José Mourinho, che poi avrebbe vinto il trofeo a Tirana. Oggi, invece, il club giallonero si ritrova al penultimo posto dell’Eerste Divisie, la serie b olandese. Come è possibile? Cosa è successo? Procediamo per gradi. Il Vitesse è nato nel 1892 ed il secondo club più antico d’Olanda dopo lo Sparta Rotterdam. Nella sua lunga vita il club di Arnhem ha vinto un solo trofeo: la KNVB Beker nel 2017. Per circa un secolo quella giallonera non è stata una squadra di primo livello, ma negli anni ‘90 ha iniziato a ritagliarsi il suo spazio nel calcio olandese. E il merito è di Bert Jacobs, leggendario allenatore del club che ha portato il Vitesse a lottare per le prime posizioni. Dopo una brutta prestazione della sua squadra Jacobs ha inventato il termine ‘hotsknotsbegonia’, che significa calcio caotico, calcio povero. Questa parola è entrata nella quotidianità del Vitesse. Ancora oggi viene utilizzata molto spesso, soprattutto quando la squadra gioca male, e caratterizza il club giallonero. Dopo alcune stagioni positive, nei primi anni 2000 il Vitesse ha nuovamente vissuto un periodo difficile e una crisi finanziaria. Il 2010 però è l’anno della grande svolta: un gruppo di businessman russi ha acquistato il club ed è nato un forte legame con il Chelsea del presidente Abramovich, da cui sono arrivati tanti giovani in prestito. La società giallonera è così diventata un “paradiso dei giovani” , dove sono diventati ‘grandi’ diversi futuri campioni come Matic, Bony, Mount, Odegaard, Solanke e Openda. La guerra tra Russia e Ucraina ha però cambiato il destino del club di Arnhem. Come Abramovich con il Chelsea, anche Valeri Ojf ha dovuto lasciare il Vitesse e così sono iniziati i problemi per il club giallonero. “Da quel momento la dirigenza del club ha commesso errori su errori. Coley Parry, un americano completamente sconosciuto, è diventato il nuovo proprietario ma senza che l'acquisizione fosse stata approvata dalla KNVB ” ci spiega Lex Lammers, giornalista olandese del de Gelderlander e da sempre vicino alle vicende del Vitesse. Parry e la sua società, il Common Group, avrebbero dovuto fornire garanzie economiche, che però non sono mai arrivate. A febbraio 2024 la Federcalcio olandese ha quindi pubblicato un duro comunicato che ha bloccato la trattativa: "Secondo il comitato delle licenze, non è stato dimostrato che Common Group abbia capitale azionario e non è chiaro se Common Group abbia investitori. Non è stata fornita alcuna informazione sull'origine dei fondi del Common Group". Appena due mesi più tardi è arrivata la penalizzazione di 18 punti che ha sancito l’aritmetica retrocessione del Vitesse in Eerste Divise. “Il processo si è trasformato in una telenovela – prosegue Lammers – Parry si è rivelato inaffidabile, lui e il club hanno continuamente fornito informazioni finanziarie errate e alla fine al Vitesse è stato presentato il conto di tutta la cattiva gestione degli ultimi mesi. L'acquisizione è stata respinta, è arrivata una penalità di 18 punti e il club è stato retrocesso a causa di inganni e false informazioni e ritardi nella consegna dei dati finanziari”. Come se non bastasse, negli ultimi mesi il The Guardian ha portato avanti un’indagine sui rapporti tra Ojf e Abramovich, che avrebbe dimostrato come l’ex presidente del Chelsea controllasse de facto anche il Vitesse. Soprattutto gli ultimi mesi sono quindi stati molti duri per il Vitesse, abituato sì a un ‘calcio caotico’ ma non a una situazione del genere: “Più che ‘hotsknotsbegonia’ ormai si deve parlare di ‘Hollywood aan de Rijn’, ovvero di ‘Hoolywood sul Reno’ , visto che ogni settimana c’è qualche nuovo imprevisto come in un telefilm”. Per risolvere la crisi finanziaria nella passata stagione il Vitesse ha lanciato dei ‘pacchetti’ per far investire i propri tifosi nel club. La tifoseria ha risposto con grande entusiasmo alla proposta, aiutando la società a recuperare più di 250 mila euro. All’iniziativa hanno preso parte anche alcuni ex giocatori e sponsor locali, che sono intervenuti per mantenere il Vitesse in vita. La tifoseria del Vitesse è rinomatamente molto calda e, chiaramente, all’inizio non ha preso affatto bene il declino del club:“Inizialmente c’era molta rabbia ma poi sono subentrate la paura e l’agitazione, perché il club ha rischiato di non sopravvivere. Quest’estate, anche grazie all’aiuto della Federazione, il Vitesse si è salvato dal fallimento all’ultimo ed è esplosa la gioia in città. Ancora oggi è più la felicità che la rabbia, perché il club ha davvero rischiato di non esistere più”. E, nonostante tutte le difficoltà, i tifosi continuano a riempire lo stadio: “Finora il club ha il maggior numero di spettatori della Eerste Divisie con una media di circa 15 mila presenti a partita”. La situazione continua a essere difficile: “Il club deve ora essere ricostruito da zero e tutte le speranze sono riposte in Franke. Il Vitesse ha ancora diversi debiti, che Franke potrebbe coprire se diventasse il proprietario. Il suo arrivo potrebbe rimettere in piedi il club, ma se la trattativa dovesse saltare… si aprirebbe uno scenario orribile. Andrebbe cercato un nuovo proprietario ma sarebbe difficile”. Nel frattempo, la squadra prova a lottare in Eerste Divisie ma senza grande successo: “L’obiettivo è tornare in Eredivisie, ma non è facile. La rosa è formata da giocatori molto giovani e al momento in squadra non ci sono grandi talenti. L’obiettivo minimo è raggiungere l’ottavo posto, che darebbe accesso ai playoff per la promozione. La dirigenza dice che serve pazienza, ma nel calcio ce ne è poca…”. Oltre alla questione finanziaria, il club ha commesso anche diversi errori a livello di gestione sportiva: “La dirigenza ha sbagliato tante mosse, a cominciare dalla scelta di nominare Phillip Cocu allenatore a settembre 2022. I contratti di alcuni giocatori importanti non sono stati rinnovati in tempo e questo ha causato problemi sul calciomercato. Anche tanti acquisti sono stati sbagliati e sono arrivati diversi giocatori mediocri. La qualità della squadra non era elevata ma gli stipendi erano molto alti. La squadra non riusciva a ottenere risultati e alla fine anche senza penalizzazione sarebbe arrivata la retrocessione” afferma Lammers. Ora la società prova a ripartire: “Il club ha presentato una nuova richiesta di acquisizione alla KNVB. Il nuovo proprietario è l'olandese Guus Franke con la sua società ‘Axiom Partners’ . Il processo è in corso, ma anche in questo caso la trattativa sta richiedendo molto tempo. La commissione licenze della KNVB sta conducendo ‘un’indagine approfondita’ su Franke, Axiom e il Vitesse a causa di tutti i problemi che ci sono stati nel recente passato. Non è quindi ancora possibile sapere quando verrà fatta chiarezza sull'acquisizione. Il club ovviamente spera si risolva tutto in tempi brevi, ma una data ancora non c’è”. Al momento, quindi, il Vitesse è ancora formalmente senza proprietario e alcuni dirigenti gestiscono il club ad interim. Il ‘calcio caotico’ è quindi ancora più che mai protagonista ad Arnhem, ma purtroppo in questi ultimi mesi il caos è soprattutto fuori dal campo. ‘Hotsknotsbegonia’ è il termine che descrive il Vitesse da anni, ma ora i tifosi gialloneri invocano un po’ di serenità.

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