Atalanta Copenaghen 0-0: Dea sfortunata, il muro danese regge. Gli highlights

La squadra di Gasperini domina e crea un numero impressionante di occasioni, ma non riesce a sfondare. L’accesso ai gironi di Europa League si deciderà nella gara di ritorno del 30 agosto, a Copenaghen

ATALANTA-COPENAGHEN 0-0

Atalanta (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Mancini, Masiello; Hateboer (92' Castagne), De Roon, Freuler, Gosens; Pasalic (46' Zapata); Gomez, Barrow (80' Cornelius). All. Gasperini

Copenaghen (4-4-2): Joronen; Ankersen, Vavro, Bjelland, Boilesen; Skov, Zeca (46' Kvist) ,Thomsen, Fischer (80' Kodro); N’doye, Sotiriou (75' Gregus). All. Solbakken

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16' - Ora ci prova Freuler, e per poco non sorprende il portiere. Passano pochi secondi e anche Gomez calcia da fuori, alto

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Il Copenaghen non riesce a tenere palla, l'Atalanta è aggressiva e padrona del campo

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10' - Atalanta ancora al tiro, stavolta con Barrow. Gasperini in panchina soddisfatto

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7' - Conclusione potentissima di Pasalic dal limite dell'area, servito ancora dal Papu dopo una bella giocata. Joronen devia in angolo

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6' - Gomez vede il portiere fuori dai pali e ci prova da metacampo. Joronen però rientra in tempo e para

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Atalanta subito aggressiva, pressa altissima il Copenaghen sospinta dalla Curva nerazzurra che si fa sentire anche al Mapei Stadium. Solo un centinaio invece i tifosi del Copenaghen giunti dalla Danimarca

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20 secondi di gioco e Barrow è già pericolosissimo in area! Purtroppo però perde il tempo al momento di concludere

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Partiti!

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Con al braccio la fascia "mimetica" che ha fatto discutere nell'ultimo turno di A, il capitano Papu Gomez a centrocampo per il lancio della moneta

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Squadre in campo, pochi attimi al fischio d'inizio

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STATISTICHE & CURIOSITA'

Primo incrocio ufficiale tra Atalanta e Copenhaghen nelle classiche coppe europee. Sono 8 i confronti – nelle classiche coppe europee – tra Copenhaghen e club italiani, con i danesi vittoriosi solo una volta, 2-1 in casa sulla Lazio nel preliminare Champions datato 8 agosto 2001; il resto del bilancio vede 1 pareggio e 6 successi dei club di casa nostra (4 su 4 quando hanno giocato in casa). Nei 720’ presi in esame, squadre italiane sempre a segno, per un totale di 22 marcature. Atalanta-Copenhaghen è la sfida numero 41 tra club italiani e danesi nelle classiche coppe europee. Il bilancio aggiornato racconta di 27 successi delle squadre “nostrane”, 10 pareggi ed appena 3 affermazioni dei team danesi. Nei 20 confronti disputati in Italia – invece – lo score è di 15 vittorie italiane, 4 pareggi ed 1 solo successo danese (Udinese-Aalborg 1-2, Intertoto, 22 luglio 2000). In queste 20 partite, i club italiani sono sempre andati in rete, per un totale di 43 marcature. Nelle sfide ad eliminazione diretta si registrano 14 qualificazioni per i club italiani contro 1 soltanto di quelli danesi (Sampdoria-Aalborg 2-2 e 0-0 nella coppa Uefa 2007/08. Oltre a questi confronti, si ricordano 2 doppie sfide andata/ritorno sia nei gironi di Champions League che di Europa League ed infine gare singole nei gironi dell’ex coppa Uefa – 2 – quando la formula era questa, a metà anni 2000. Una curiosità su Gian Piero Gasperini, infine: nel 2008/09 il “suo” Genoa ottenne il pass per i gironi – dal preliminare – proprio battendo un club danese, l’Odense: 3-1 all’andata a Marassi (autogol di Sorensen e doppietta di Figueroa per il Grifone, autorete di Mesto per gli ospiti), 1-1 nel ritorno in terra di Danimarca (autogol di Figueroa e Criscito, i marcatori). Contando le 11 gare di ex coppa Uefa ed oggi Europa League finora disputate in casa, l’Atalanta è ancora imbattuta con score – a proprio favore – di 6 successi e 5 pareggi. L’Atalanta, alla sua quarta partecipazione all’Europa League (ex coppa Uefa e delle Fiere), seconda consecutiva dopo quelle del 1989/90 e 1990/91, aveva – prima di questa edizione - come giocatori pluri-presenti in questa competizione, con 10 gettoni a testa, Roberto Bordin, Renzo Contratto, Fabrizio Ferron, Luigino Pasciullo e Domenico Progna. Nel corso delle 4 gare dei preliminari 2018/19 finora disputate dai nerazzurri, è saltato al comando – giocando tutte e 4 le partite finora – Andrea Masiello (12 presenze totali). L’8-0 con cui l’Atalanta ha vinto a Sarajevo il 2 agosto scorso, qualificandosi per il terzo preliminare di Europa League 2018/19, è entrato di diritto nella storia del calcio italiano (ed atalantino). Mai prima di allora un club italiano aveva vinto con così largo margine una trasferta nelle coppe europee (precedente record Gand-Roma 1-7, 6 agosto 2009, anch’essi preliminari di Europa League), mai un giocatore nerazzurro aveva fatto tripletta nelle coppe europee (Musa Barrow, il primo), inoltre – con la doppietta segnata ai bosniaci – il “Papu” Gomez è diventato marcatore all-time della Dea in coppa Uefa, oggi Europa League, con 4 centri, raggiungendo Josip Ilicic, a loro volta raggiunti da Musa Barrow, che ha segnato la quarta rete personale ad Haifa, lo scorso 9 agosto. L’Atalanta ha esordito nel migliore dei modi in campionato, travolgendo 4-0 il Frosinone. I bergamaschi, per differenza reti, sono primi in classifica tra le squadre che hanno vinto la prima partita. Stale Solbakken vanta 114 panchine, come sopra detto, nelle classiche eurocoppe, tutte sulla panchina del Copenhaghen. Di fatto, la formazione danese, che ha giocato in Europa 192 partite totali, nel 60% di queste è stata allenata dall’attuale coach biancoblu. Nel campionato danese, dopo 6 giornate, Copenhaghen in testa alla classifica con 13 punti, alla pari dell’Aalborg. La formazione di Solbakken detiene – finora – l’attacco più prolifico del torneo con 13 gol segnati e due dei 4 capocannonieri del torneo, Fischer e N’Doye, ciascuno con 4 gol, come Sabbi (Hobro) e Alan Sousa (Vejle).

- di Redazione SkySport24

Che fosse un ostacolo più difficile da superare rispetto ai precedenti (Sarajevo e Hapoel Haifa) era cosa nota: non ci si aspettava certo, però, che il Copenaghen fosse in grado di erigere un muro del genere al Mapei Stadium, nel playoff d’andata che decreterà la squadra che accederà ai gironi di Europa League. L’Atalanta domina, crea una quantità mostruosa di occasioni (sarebbe più corretto dire di tiri in porta, spesso dalla distanza), per lunghi tratti gioca al tiro al bersaglio schiacciando il Copenaghen nella sua area, ma niente, la palla non entra. Il muro danese regge, verdetto rinviato alla gara di ritorno (30 agosto) in Danimarca.

Partenza a mille

Al Mapei Stadium il terreno di gioco non sembra all’altezza ma l’Atalanta parte ugualmente a mille: per intenderci, dopo 20 secondi di gioco Barrow si è già presentato nell’area avversaria e solo il fatto che non riesca a trovare il tempo per la battuta permette al Copenaghen di salvarsi. Sotto gli occhi di un soddisfatto Gasp, comunque, l’Atalanta continua a premere, padrona del campo, schiacciando i danesi per un buon quarto d’ora e tentando una serie impressionante di conclusioni da fuori, soluzione che solitamente non appartiene alla squadra di Gasperini, più portata a cercare la manovra sugli esterni e “l’avvolgimento” dell’avversario. Ad ogni modo, ci provano Gomez (due volte, una addirittura da metacampo vedendo il portiere fuori dai pali), Pasalic (gran botta deviata in corner), Freuler e Barrow: tanti tiri, ma manca la chiara occasione da gol, e così il Copenaghen finisce per non rischiare mai troppo, se non al 32’ quando Gomez si libera per la conclusione dal limite (ancora una volta), ma il suo tiro colpisce in pieno Barrow che involontariamente devia in rete. La posizione irregolare del gambiano, però, vanifica tutto.

Tanto cuore, poca lucidità

L’incapacità di sfondare il muro danese porta Gasperini a un cambio dopo l’intervallo con l’inserimento di Zapata al posto di Pasalic, con relativa variazione di modulo: dal 3-4-1-2 con il trequartista al 3-4-3 con Zapata al centro dell’attacco, più bravo di Barrow (spesso poco lucido, nel primo tempo) a lottare spalle alla porta e a fare la sponda per i compagni, situazione che si verifica già al 48’, con Gomez che dà e riceve indietro, calciando di prima alto. È solo la prima di una serie di conclusioni con cui l’Atalanta schiaccia i danesi, dando il via a un vero e proprio tiro al bersaglio sfortunatissimo. Tra tiri che escono a fil di palo (Gomez a giro) e conclusioni deviate dalla difesa quel tanto che basta per non inquadrare la porta, il Copenaghen si salva e porta la sfida alla gara di ritorno, tra sette giorni. L'Atalanta, che ci ha messo cuore ma forse poca lucidità al momento di concludere, ha poco da rimproverarsi.