Gasperini sa già il prossimo passo che deve fare la Roma

Dopo la vittoria a Nizza, la Roma è tornata con un volo charter nella capitale atterrando alle 3 di notte. Gasperini ha chiesto a tutti i giocatori di rimanere a dormire a Trigoria. Per un motivo ben preciso: perché la mattina voleva tutti in campo. La vittoria della sera prima è già stata archiviata. Tanto che alle 10 del mattino le urla e le indicazioni in campo dell'allenatore arrivavano anche fuori i cancelli del Centro Tecnico. Questi sono i metodi d'allenamento dell’allenatore, che costituiscono di fatto la base dei suoi successi anche in Europa: disciplina, cultura del lavoro, mentalità costruita sul campo a ritmi elevati. Tutto costa fatica. Se vuoi giocare con lui, ti adegui oppure vai a cercarti un'altra squadra. E i risultati gli danno decisamente ragione. Anche in Europa, infatti, l'impatto gasperiniano è sempre più convincente. In cinque partite ufficiali, il Gasp ha ottenuto quattro vittorie, con la solidità difensiva che rimane il punto fermo della squadra: lo dimostrano i due soli gol subiti in cinque partite, di cui uno su rigore. Le chiavi della difesa sono affidate a una coppia che lascia solo garanzie: Mancini-NDicka, due pilastri sempre schierati, giocatori in grado di sopperire anche alla mancanza dei gol degli attaccanti, sostituiti dalle reti proprio dei due centrali di difesa. Reti da centravanti. Bruciando tutti sul primo palo NDicka, con grande senso dell'anticipo nel colpo di testa dell'ivoriano che dà un senso all'esordio in Europa. Stessa specialità di Gianluca Mancini nel riempire l'area di rigore avversaria sfruttando tempismo e forza fisica anche nella fase offensiva in cui realizza in Europa League il suo sesto gol. Un numero considerevole per un difensore. Cercasi attacco Ora si aspetta qualche segnale dagli attaccanti: in 5 partite ha segnato un gol il solo Soulé. Ancora a zero reti Dovbyk, Ferguson ed El Shaarawy. Al palo anche Dybala e Baldanzi assenti a Nizza. Contro Verona e Lille, le prossime due nel giro di una settimana, servono le loro risposte sul piano realizzativo. I margini di miglioramento passano da qui. L'evoluzione gasperiniana guarda avanti. Nessuna dicotomia post mercato. Non c'è tempo per il rimpianto dell'attaccante esterno non arrivato o per il mancato scambio Dovbyk-Gimenez. L'allenatore ha lo sguardo all'orizzonte: esce dalla comfort zone e cambia assetto. Nessuna idiosincrasia. Sperimenta il recupero di Pellegrini e cerca ora di scuotere dal letargo Dovbyk e Baldanzi. Pragmatico. Poi, dopo la sosta, torneranno Dybala e Bailey. Entrambi utili nello scontro diretto con l'Inter, la sliding door della scalata all'Everest di Gasperini. Di sicuro il suo tratto distintivo ha già caratterizzato il nuovo corso. Riempito di riconquista palla con pressing alto, più rapidità e verticalità nello sviluppo della manovra, più cross a tutta fascia degli esterni, più meritocrazia nelle scelte. Lo stato dell'arte è limpido. Gioca solo chi è più in forma e corre di più negli allenamenti. La mentalità nasce da qui. Tutto si conquista solo con il lavoro sul campo.

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Gasperini sa già il prossimo passo che deve fare la Roma

Angelo Mangiante