Calcio femminile, il duro addio di Eni Aluko
Calcio femminileEniola Aluko è andata via dalla Juventus e dall'Italia. Lo ha fatto scrivendo alcune verità: in Italia abbiamo un problema di razzismo. Ma il calcio femminile può costruire un futuro diverso e migliore
Io non lo so cos’è il razzismo. Non so cosa sia provato sulla e per la mia pelle. Io non posso sapere cosa di sente e si prova. Io, come molti. Ma so cos’è il razzismo. Ho la pelle bianca ma nei miei geni c’è L’empatia. Come in molti.
Posso immaginare cosa abbia provato Eni Aluko, e lo faccio leggendo le sue parole scritte, fissate, sul Guardian. Fisso quelle parole che ci portano in giro per il mondo. E dicono di noi la verità. Che abbiamo un problema di razzismo. Negarlo sarebbe stupido e da stupidì. La cronaca ce lo racconta con durezza tutti i giorni. E questo problema lo abbiamo nelle strade come negli stadi. Nelle scuole, negli uffici, nei mari e nelle terre.
Sospendo il giudizio e non commento i racconti di Eni: sono stanca di essere guardata nei negozi -scrive- come se dovessi rubare, sono stanca di essere annusata dai cani all’aeroporto come fossi Escobar. Solo lei, sa cosa sente. Anche se i cani, all’aeroporto annusano mio figlio di 8 anni, nello stesso modo. E sicuro non fa parte del cartello.
Eni se ne va dall’Italia, dalla Juventus e poi anche da Torino. Va verso nuove esperienze lavorative, ringraziando una società che le ha dato molto, salutando Torino e l’Italia non certo per colpa del razzismo, lasciando però a noi tutti un pensiero sul quale riflettere.
I no look, non funzionano. Bisogna riconoscere, affrontare, sconfiggere ogni forma di razzismo e discriminazione. Prendere provvedimenti veri e seri. Non girare la testa. Lo sappiamo, Eni. Sappiamo che abbiamo molto da fare, per uscire dal passato, per non fare passi indietro.
Il calcio femminile, e le tue parole lo dimostrano, può aiutare a correre verso il futuro. Senza buu. Senza occhiate storte. Senza pregiudizi. Prepara la penna, faremo di tutto per farti scrivere un nuovo articolo: da quando sono andata via dall’Italia, molto è cambiato...