Morace: "Che brave le Azzurre, ma questa semifinale deve essere un punto di partenza"

Con 153 presenze Carolina Morace è la calciatrice che ha indossato per più volte la maglia Azzurra della Nazionale. Ha esordito con l’Italia nel 1978 e ha conquistato per due volte la finale degli Europei, nel 1993 e nel 1997, occasione in cui segnò una storica doppietta alla Norvegia per potare le Azzurre in semifinale. Conclusa la carriera da giocatrice, è diventata allenatrice, dove ha ottenuto altri importanti risultati, su tutti la CONCACAF Women's Championship vinta con il Canada nel 2010. Nel 2019 è stata inserita tra le ‘Leggende del calcio’ del Golden Foot ed è ancora oggi tra le migliori marcatrici della storia della Nazionale. Arrivato al termine il viaggio dell’Italia Femminile a Euro 2025 – eliminata in semifinale dall’Inghilterra ai supplementari –, l’ex attaccante ha commentato ai microfoni di Sky Sport Insider il percorso delle Azzurre in Svizzera. Come ha vissuto il cammino delle Azzurre fino alla semifinale? Quali sono le prime sensazioni del giorno dopo? “C’è amarezza per come è finita, ma nel complesso il percorso è stato sicuramente positivo. C’è delusione perché come è stato detto, se il rigore fosse stato ad aree invertite… Dubito sarebbe stato fischiato. Anche i 7 minuti di recupero credo siano stati eccessivi. Penso abbia influito il peso che ha la nazionale inglese nel panorama internazionale, che ha vinto un Europeo e ha tante giocatrici di altissimo livello. Gli arbitri sentono la pressione quando arbitrano una squadra di questo livello, è normale. C’è rammarico anche perché forse con un filo di esperienza in più quel gol nel recupero non sarebbe arrivato. A pochi minuti dalla fine, bisognava gestire meglio il pallone e cercare di meno il raddoppio. Però, per tornare agli aspetti positivi, il percorso delle Azzurre è stato sicuramente bello ed emozionante. Alla vigilia del torneo credevo nel passaggio del turno ai quarti, ma non mi aspettavo una vittoria contro la Norvegia e la conquista della semifinale. La nazionale norvegese è molto forte, ha tante giocatrici importanti e vincere contro di loro è stato un grande risultato”. Questa semifinale è una conferma della crescita del movimento o un exploit isolato? “Come ho detto, è un bel risultato ma c’è ancora tanto da fare. Ad oggi l’Italia non ha nemmeno 50mila tesserate, l’Inghilterra sei anni fa ne aveva già 120mila. C’è chi dice ‘Ma con così poche tesserate arrivare in semifinale è un risultato ancora più grande’; sì, ma poi bisogna pensare al futuro. Per evitare che diventi un caso isolato non bisogna fermarsi a questo risultato ma voler continuare a crescere. Anche nel 2019 avevamo fatto molto bene con Milena Bertolini, ma poi è rimasto un caso isolato perché non è stata data continuità. Servono strutture e organizzazione, progetti e investimenti, altrimenti si va avanti solamente con dei cicli positivi. Il calcio femminile al momento sta progredendo con il professionismo perché c’è un fondo del Governo, negli altri Paesi non è così: hanno degli sponsor che investono nel calcio femminile. Non pretendiamo di avere da subito gli stessi sponsor del calcio inglese, ma è quella la strada da intraprendere. Spero che questo risultato non sia visto come un punto di arrivo, perché deve essere uno stimolo per fare sempre di più”. Tra le grandi protagoniste di questo Europeo c’è Girelli, quando ha segnato la doppietta contro la Norvegia ha pensato ai suoi due gol contro le norvegesi nel 1997? “Io e Girelli siamo due giocatrici molto diverse, lei ha caratteristiche diverse dalle mie. I due gol sono arrivati in maniera differente e in generale anche la partita si è sviluppata in moldo molto diversa da quella del 1997. 28 anni fa giocavamo tutte dietro, si lanciava la palla in avanti e io correvo per andare a fare gol. Credo superammo due volte la metà campo e in quelle due occasioni ho segnato. In circa 30 anni è cambiato molto, se non tutto. Girelli è una calciatrice molto intelligente e sa muoversi molto bene. Sa dove posizionarsi e dove farsi trovare per ricevere il passaggio e per calciare in porta, una qualità preziosa per un’attaccante. Credo sia migliorata molto e ha giocato un grande Europeo”. Ora Girelli è definitivamente tra le più grandi di sempre della Nazionale Azzurra? “Certo, ma il problema è tante altre giocatrici fortissime non sono mai state inserite tra le più grandi. Penso a Marsiletti o a Ida Golin, che è morta di recente ed è stata una delle migliori attaccanti in Italia ma non la conosce nessuno. Questo è un problema. Poi certo, Girelli ha fatto tantissimi gol, ha ottenuto grandi risultati e quindi è senza dubbio tra le più grandi. Ma lo è già da tempo, è stata anche già inserita nella Hall of Fame del calcio italiano”. Oltre a Girelli, quale calciatrice Azzurra le è piaciuta di più in questo torneo? “Mi sono piaciute Oliviero e Di Guglielmo, entrambe hanno giocato molto bene. Poi c'è una giocatrice che a me piace molto ma non ha avuto tantissimo spazio: Giada Greggi. Anche quando è entrata contro l’Inghilterra mi è piaciuta molto perché sa tenere palla e ruba molti palloni. Nel complesso però devo elogiare tutto il gruppo per l’atteggiamento avuto, mi è piaciuto che la squadra abbia giocato con più voglia di attaccare e con una linea più alta. Credo che questo atteggiamento abbia dato fiducia e forza alla squadra. Certo, qualcosa da migliorare c’è sempre. La difesa dell’Inghilterra è stata molto più aggressiva della nostra, il calcio è andato in quella direzione e sicuramente serve mettere in campo più aggressività e provare più spesso ad anticipare le attaccanti avversarie”. L’Europeo in Svizzera è stato un successo per tutto il calcio femminile, se lo aspettava? “Sì, questi grandi tornei femminili hanno sempre grande successo. Ogni volta si scrivono nuovi record di presenze allo stadio e sempre più tifosi si appassionano al calcio femminile, è una cosa positiva. La Svizzera è stata molto brava nell’organizzazione e ora hanno già annunciato che lavoreranno per crescere e migliorare. Vogliono passare da 75mila spettatori annui per il loro campionato a 150mila e vogliono raddoppiare il loro numero di tesserate, che al momento è di 40mila. Se riusciranno a farlo, dovranno sicuramente diventare uno stimolo in più anche per noi. Nel 2021 si parlava anche della possibilità che l’Italia organizzasse questo Europeo insieme alla Svizzera, peccato non sia stato fatto perché sarebbe stata sicuramente una bella pubblicità e avrebbe aiutato il movimento a crescere ancora di più”. Sui social e di conseguenza poi anche sui mezzi di informazione si è discusso molto anche dell’aspetto linguistico nel calcio femminile. C’è chi sostiene che bisognerebbe utilizzare ‘portiera’ al posto di ‘portiere’ e ‘difensora’ o ‘difenditrice’ al posto di ‘difensore’. Allo stesso tempo è stato elogiato il Ct Soncin per aver parlato al femminile, ma c’è anche chi l’ha criticato. Lei cosa ne pensa in merito a tutto questo? “Io credo siano due cose diverse. Per me bisogna seguire la grammatica e quello che ci dicono i linguisti. Non è questione di gusti personali, c’è chi dice ‘a me piace così’, ‘mi suona male’… Non è questo il punto. Anche se a oggi suona strano, bisogna utilizzare i termini portiera, difensora, arbitra e così via: questo ci dicono la grammatica e i linguisti. Se poi siamo in un gruppo formato da uomini e donne, si usa il maschile: questo prevede la lingua italiana. Capisco chi sostiene che bisognerebbe utilizzare il femminile se nel gruppo ci sono più donne, ma ad oggi i linguisti non concordano con questa linea. Se poi loro diranno che si potrà utilizzare, sarò ben felice”.

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Emiliano Tomasini