
Auguri Kakà, la sua carriera in 22 foto simbolo
Classe 1982, il volto pulito e quegli occhiali da studente in Erasmus: vincerà il Pallone d'Oro battendo Messi e Cristiano Ronaldo. Tra i pupilli di Berlusconi e amato dai tifosi. Dalla delusione di Istanbul alla rivincita di Atene da trascinatore. Il primo gol nel derby, il Real e l'America

MALPENSA - Giacca e cravatta. Gli occhiali. I capelli pettinati. La prima immagine di Ricardo Kakà in rossonero sembra più quella di uno studente all'estero per completare il suo percorso di studi. Lui è figlio di un ingegnere e di un'insegnante di matematica, nato nella parte ricca di quel Brasile patria dei calciatori cresciuti nella povertà delle favelas. Una profonda fede religiosa e un arrivo in incognito in rossonero. Leonardo l'ha suggerito, Braida l'ha portato a Milano. Ancelotti, l'allenatore, dirà: "Gli mancavano solo la cartella con i libri e la merendina"…
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IL PRIMO GOL - Ma il giocatore, in realtà, si rivelerà un grande campione fin dai primi momenti. L'esordio contro l'Ancora - con la maglia bianca (che sarà) quella delle grandi occasioni - è come un fulmine nel campionato italiano. Sombrero sull'avversario, accelerazione tra altri due, apertura per Cafu che manderà in gol Shevchenko. La prima rete è da predestinato: nel derby contro l'Inter.
KAKÁ: IL PAPA CHE PREGA DA SOLO MI HA COLPITO
SCUDETTO - La prima stagione è subito trionfale. Dieci gol, col Milan campione d'Italia. Nella partita scudetto contro la Roma firma l'assist per Shevchenko.
KAKÁ CANTA IN DIRETTA SOCIAL CON LAURA PAUSINI
I BELONG TO JESUS - Poi, quel 2 maggio 2004, cade il diluvio su San Siro che bagna la sua maglietta bianca: "Io appartengo a Gesù". La sua fede è fortissima: a 18 anni un incidente in piscina gli fa rischiare la paralisi, si sente graziato da Dio. Da quel momento nasce anche la sua esultanza con le braccia al cielo e gli occhi rivolti verso l'alto.

GIÀ CAMPIONE - Ma, attenzione, lo scudetto col Milan non è il primo trofeo della carriera di Kakà. Nel Mondiale del 2002 gioca appena diciotto minuti, ma alza al cielo la Coppa griffata dai gol del Fenomeno Ronaldo.

PUPILLO - Ben presto quel giovane brasiliano dalla faccia pulita diventa idolo in casa rossonera. Berlusconi lo definirà sempre come "il figlio che tutte le madri vorrebbero e il marito che tutte le mogli vorrebbero avere".

KAKA'O MERAVIGLIAO - E intanto i tifosi impazziscono per lui. Ancelotti preciserà, a talento ormai esploso: "Kakà non l’avevo mai visto, neppure in cassetta. Un giorno in conferenza stampa mi hanno chiesto di lui, le sue caratteristiche e come avrebbe potuto giocare. Ho cercato di arrangiarmi, affidandomi ai racconti che mi avevano fatto". Poi il brasiliano si materializza a Milanello: "Gattuso gli dà una spallata tremenda per battezzarlo al primo contrasto. Lui tiene palla e firma un lancio capolavoro che supera anche Nesta. Uno dei giocatori più forti che abbia mai allenato, di sicuro il più intelligente".

INFERNO - L'anno post scudetto la corsa del Milan arriva fino alla finale di Champions League, interrotta l'anno prima nella disfatta di La Coruña. A Istanbul Kakà inventa calcio in un primo tempo da togliere il fiato. La storia è ben nota: da 3-0 a 3-3, in sei minuti. Il brasiliano non sbaglia dal dischetto ma a trionfare sono i reds di Dudek e di Gerrard.

E RITORNO - La celebrazione definitiva del talento di Kakà, già esploso fin dai suoi primi momenti con la maglia rossonera, è datata 2007. Quel Milan fatica tantissimo in campionato risiedendo nelle zone meno nobili della classifica, ma in Champions si trasforma. Kakà fa cinque gol nei gironi, compresa una tripletta all'Anderlecht. Agli ottavi è un suo guizzo nei supplementari che decide la doppia sfida col Celtic.

TEATRO DEI SOGNI - Il capolavoro è però a Manchester. Old Trafford. Lo United di Ferguson e Ronaldo vince l'andata della semifinale 3-2, ma Kakà regala magie. Il secondo gol, direttamente da un rilancio di Dida e che sorprende persino le telecamere tv, è una perla rara. Sombrero, tocco d'astuzia tra Evra e Heinze, destro preciso.

ANCORA LA PIOGGIA - La rimonta, a San Siro, si completa con una partita perfetta, iniziata sempre da Kakà col gol che sblocca il match. Lo seguiranno Seedorf e Gilardino. Il calendario segna ancora il 2 maggio, di nuovo sotto la pioggia come tre anni esatti prima, il giorno dello scudetto contro la Roma.

OLIMPO - Nella finale della rivincita c'è ancora il timbro di Kakà. Sua la punizione guadagnata che porta al vantaggio. Suo l'assist per il raddoppio di Inzaghi.

PALMARES - È la prima e unica Champions della sua carriera. In un palmares rossonero con anche uno scudetto, una Supercoppa italiana, due europee e…

...Il Mondiale per club. Kakà decide anche l'altra rivincita - con un gol e due assist - dopo il ko del 2003 contro il Boca Juniors.

D'ORO - A completare il quadro arriva quindi il più importante riconoscimento individuale.

E dunque anche il Fifa World Player, esattamente come nel Pallone d'Oro battendo i due futuri "mostri" del calcio. Salvo il titolo di Modric, Kakà rimane l'ultimo ad averlo vinto prima del dominio di Messi e Cristiano Ronaldo.

NON SI VENDE KAKÀ - È la sera del 19 gennaio 2009: la partenza di Kakà dopo sei anni al Milan è molto più che un'ipotesi. Alla finestra c'è il City, pronto a sborsare una cifra monstre tra cartellino e ingaggio. La mobilitazione dei tifosi è incredibile, l'intervento di Berlusconi bloccherà una trattativa che si completerà comunque qualche mese dopo, ma con meta finale Madrid. Kakà sceglie l'8, lasciando il 22 per sempre legato ai colori rossoneri.

CHE COPPIA! - Dopo sei stagioni in rossonero Kakà saluta con 270 presenze e 95 gol. Una valigia piena di ricordi e con una nuova avventura nel Real insieme a CR7. Nell'estate del 2009 la spesa per rinforzare la squadra (dopo il triplete del primo Barcellona di Guardiola) è enorme. Ronaldo vincerà tutto, ma solo qualche anno dopo. Kakà chiude invece la sua parentesi a Madrid con poco più di cento partite e 29 reti. In bacheca una Liga, una coppa del Re e una supercoppa.

IL BALCONE - Questa volta il balcone è diverso, ma la maglia uguale. In quella sera del gennaio 2009 Kakà sventolò la sua '22' rossonera dichiarando di restare al Milan (anche se solo per altri sei mesi). Nel 2013 il messaggio è invece quello del ritorno.

Ad Allegri è succeduto in panchina l'ex compagno Seedorf, Kakà torna, segna ma non incanta come un tempo. È tutt'ora suo l'ultimo gol segnato dal Milan in Champions League, contro l'Atletico Madrid nel 2014.

SOGNO AMERICANO - Dopo il secondo romantico ritorno della carriera, in quel San Paolo dove aveva iniziato a giocare a calcio, Kakà sceglie la via della Mls. Insieme a tanti altri campioni del calcio passa tre anni negli Usa, a Orlando, Florida. Gioca con Nocerino e Julio Baptista, sfida David Villa, l'ex compagno Pirlo e Drogba. Dopo tre anni chiude la sua carriera.

AUGURI! Per festeggiare i 40 anni di Kakà lo speciale in onda oggi alle ore 10.15, 12.15, 16 e 23 su Sky Sport Football e disponibile on demand
Auguri Kakà, tutti i gol in Champions per i suoi 40 anni. VIDEO