Faticano le big in Spagna, Blancos compresi: quarti a -2 dal Siviglia e senza vittorie da tre partite, i campioni in carica della Champions convivono con le difficoltà realizzative nella prima stagione senza CR7 e Zidane. I più attenti hanno notato i percorsi in comune tra Lopetegui e Hiddink, allenatore del Real vent'anni fa: le coincidenze sono davvero incredibili
Tre partite senza reti segnate, addirittura quattro considerando lo stop in Champions a Mosca. Il totale recita 409 minuti a digiuno, più di sei ore considerando i tempi di recupero. Quasi un paradosso per l’invincibile Real Madrid campione d’Europa, orfano dell’era irripetibile targata Zinedine Zidane in panchina con lo scatenato Cristiano Ronaldo in campo. L’attualità vede i Blancos al 4° posto della Liga a quota 14 punti, posizione condivisa con l’Alavés fatale al 95’: una lunghezza in meno di Barcellona e Atletico Madrid, due di ritardo rispetto al sorprendente Siviglia che domina un campionato dove a faticare sono proprio le big. Più di tutte arranca il nuovo Real di Julen Lopetegui, illuso in avvio di stagione dalle reti di Benzema e Bale prima di precipitare nella crisi iniziata a fine settembre: detto del tabù realizzativo, le Merengues non hanno vinto nelle ultime tre uscite della Liga perdendo in trasferta da Siviglia a Vitoria-Gasteiz e impattando senza reti nel derby contro l’Atletico. Vietati tutti gli allarmismi in casa Real, certo è che la caduta libera della squadra risultava impensabile in occasione della prima pausa per le Nazionali. Ecco quindi che in Spagna non è passato inosservato il curiosissimo parallelo tra Lopetegui e un suo predecessore a Madrid vent’anni fa.
L’allenatore in questione è Guus Hiddink, tecnico del Real nella stagione 1998/99 dopo aver guidato l’Olanda al 4° posto nel Mondiale in Francia. Prima coincidenza tra i due: entrambi hanno guadagnato la panchina dei Blancos a margine della Coppa del Mondo, maturata dall’olandese classe 1946 a differenza del collega basco esonerato dalla Roja in virtù dell’intesa raggiunta con i campioni d’Europa. Certo è che entrambi coprivano il ruolo di Ct delle Nazionali dei rispettivi Paesi e, curiosamente, entrambi i Mondiali furono conquistati dalla Francia con Deschamps come denominatore comune. Vantaggio o meno, fate voi, Lopetegui e Hiddink si sono entrambi affacciati ad un Real Madrid reduce dal trionfo in Champions League rispettivamente con Heynckes e Zidane. Non finisce qui: entrambi gli allenatori in questione hanno perso tre delle prime dieci gare ufficiali con la nuova squadra "battezzando" la propria gestione con uno stop in Supercoppa Europea (Chelsea per Hiddink, Atletico Madrid per Lopetegui). Analizzando inoltre le sconfitte stagionali, i due tecnici in esame sono caduti contro un’avversaria sevillana (Betis per l’olandese e Siviglia per Julen) amplificando le inquietanti coincidenze con un terzo scivolone in comune: ko per due allo stadio Luzhniki in Champions League dinanzi ad una sfidante moscovita, lo Spartak vent’anni fa e il CSKA lo scorso 2 ottobre. La domanda sorge spontanea: quale fu il percorso di Hiddink a Madrid? Vincitore della Coppa Intercontinentale a dicembre, Guus venne esonerato il 23 febbraio seguente dopo quattro stop di fila per voce del presidente Lorenzo Sanz: "È più economico licenziare un allenatore che metà squadra". Insomma, Lopetegui è già avvisato.