Un altro italiano fa miracoli in Spagna: la storia di Alessio Lisci

Uno dei capisaldi della matematica che si insegna alla scuola elementare è la proprietà commutativa: “In un’addizione, invertendo l’ordine degli addendi, il risultato non cambia”. Questo concetto, ogni tanto, è valido anche nel mondo del calcio. Prendiamo la Serie A 2024/2025, per esempio. Nel campionato in corso si sta parlando molto, in termini positivi, del progetto ambizioso del Como, dei suoi investimenti sul mercato e del bel gioco di un giovane allenatore talentuoso come Fabregas. Adesso “invertiamo l’addendo”, ovvero voliamo in Spagna, per scoprire che c’è un ‘Fabregas’ italiano che allena in Segunda Division e, dal momento che “il risultato non cambia”, sta facendo anche lui grandi cose. Questa è la storia di Alessio Lisci, tecnico del Mirandes. La prima volta che Lisci compare sulla mappa del calcio europeo risale a tre anni fa, nell’aprile del 2022, quando viene chiamato come allenatore ad interim del Levante, in quel momento in fondo alla classifica e destinato a un’inesorabile retrocessione. Niente lieto fine, la formazione valenciana finirà comunque per scivolare in Segunda Division, ma non senza sorprendere nel finale di stagione: vittoria contro l’Atletico Madrid, vittoria contro il Villareal – che aveva eliminato poche settimane prima la Juventus di Massimiliano Allegri dalla Champions – e settima media punti nel girone di ritorno del campionato. Un ottimo biglietto da visita per un allenatore esordiente , che per qualche strano motivo non viene confermato sulla panchina delle ‘granotas’ , rimanendo senza incarico dopo più di 11 anni di militanza nel club, guidato dalle giovanili Under 10 – dove alternava al campo un secondo lavoro nel settore della ristorazione – fino ad arrivare alla prima squadra. Rimane senza panchina fino all’estate del 2023, quando viene chiamato appunto dal piccolo e umile Mirandes, in Segunda Division. Nei 12 mesi senza squadra intanto studia, si aggiorna, viaggia, condividendo alcune sedute tecniche con Vincenzo Italiano, Luciano Spalletti e Carlo Ancelotti. Ma chi è Alessio Lisci? Classe 1985, nato a Roma e cresciuto in Puglia , ma di formazione spagnola, quando a 26 anni vince una borsa di studio per frequentare il corso di allenatore a Las Rozas, l'equivalente della nostra Coverciano, dove poi convince il Levante ad assumerlo nel proprio staff durante il tirocinio formativo, rimanendo a Valencia per 11 stagioni. E si arriva appunto al Mirandes, il club della piccolissima città di Miranda de Ebro, attraversata dal fiume omonimo: 35mila abitanti scarsi – meno di quelli di Sassuolo, per fare un esempio di una piccola realtà del calcio italiano passata dalla Serie A negli ultimi anni – ma una grande passione, tanto che a ogni partita casalinga sono più di 3mila i tifosi che affollano gli spalti dell’Estadio Municipal de Anduva. In 98 anni di storia il Mirandes non è mai arrivato in Liga, la Segunda Division è il punto più alto mai raggiunto, pertanto mantenere la categoria è il requisito minimo. Primo anno di Lisci in panchina, stagione 2023/2024: 18esimo posto , salvezza raggiunta all’ultima giornata e missione compiuta. Per il secondo anno, stagione 2024/2025, quella in corso, le cose sono iniziate in salita. Perché le casse del Mirandes non sono particolarmente ricche, il mantra del club è la valorizzazione del talento: a ogni sessione di mercato estivo la squadra viene ricostruita quasi da zero, prendendo in prestito decine di giovani da club più blasonati per farli maturare e in cambio formare la rosa senza particolari esborsi economici. Ma entro certi limiti. Quando Lisci si è ritrovato con la squadra per il ritiro erano in quattro. Alla prima di campionato, invece, erano in undici, più due portieri. Tutti gli altri membri della panchina erano ragazzi della formazione giovanile. Anche lo staff tecnico è ridotto al minimo indispensabile, non ha uffici e allena la parte tattica direttamente nello spogliatoio. Una salvezza che sembra impossibile, giusto? Sbagliato. Perché dopo quella prima di campionato – vinta 1 a 0 contro il Cordoba – la società ha rimpolpato la rosa, e da quel momento è iniziata la scalata del Mirandes. Otto mesi e 32 giornate dopo, la squadra di Alessio Lisci è al quarto posto in campionato, in piena lotta per la promozione, a soli due punti dall’Elche capolista e a -1 proprio dall’ex Levante, secondo. Il tutto con il budget più basso della categoria e il penultimo monte salari della Segunda Division, con 17 dei 25 giocatori in organico che arrivano in prestito da altre società e un valore complessivo della rosa di poco più di 10 milioni di euro, un terzo dello stipendio di Kylian Mbappé . Lisci, già così, ha fatto un mezzo miracolo. Perché per la salvezza aritmetica, obiettivo iniziale della stagione, mancano giusto una manciata di punti nonostante ci siano ancora nove turni di giocare. Per larghi tratti della stagione il Mirandes è stato anche primo in classifica, merito di una difesa molto solida di ‘scuola’ italiana, nonostante la formazione dell’allenatore sia, come detto, tutta spagnola. Chissà se lo vedremo mai in Serie A, lui che dice di guardare con ammirazione a Roberto De Zerbi. Probabilmente no, almeno per ora. Prima c’è da compiere l’impresa con il piccolo e ambizioso Mirandes, dove il fascino della provincia e l’amore per il pallone vincono ancora sul denaro e sulla frenesia delle grandi piazze.

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Simone Dagani