Il Lens sta cercando di riscrivere la storia del calcio francese

Nell’ultimo decennio i piani alti della Serie A sono stati presi d’assalto da club che, vuoi per blasone, storia o disponibilità economiche, non avrebbero dovuto competere con le ‘grandi’ del nostro campionato: in origine fu l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, poi fu la volta del Bologna di Thiago Motta e di Vincenzo Italiano, mentre oggi siamo tutti ammaliati di fronte all’esplosione del giovane e ricchissimo Como di Cesc Fabgregas, in Serie B fino a un paio di stagioni fa. E dire che quello della Serie A non è un fenomeno isolato. Perché facendo un rapido tour in giro per i principali campionati europei si scopre che in Premier League nelle posizioni europee ci sono l’Aston Villa e il Sunderland ; in Bundesliga le outsider sono l’Hoffenheim e lo Stoccarda , mentre la Liga può vantare il Betis Siviglia e l’Espanyol . Manca qualcuno, ovvero la Ligue 1, dove la squadra rivelazione, il Lens, è addirittura al 1° posto, davanti al colosso Paris Saint-Germain. E dire che i giallorossi, anzi, i Sang et Or come vengono chiamati, non dovrebbero avere niente a che fare con quelle posizioni di classifica. Intanto per una questione strutturale. Lens è una città piccola, situata nel nord della Francia, poco lontana dal confine con il Belgio, e conta poco più di 30mila abitanti: il solo Parco dei Principi, l’impianto dove gioca il Psg, con quasi 50mila posti a sedere contiene quasi una volta e mezzo tutti i cittadini di Lens. Curiosamente, lo stesso stade Bollaert-Delelis, l’arena dei giallorossi, potrebbe ospitare tutti i residenti della città, avendo una capienza di circa 38mila persone, il che lo rende è l'unico stadio di tutta la Francia il cui numero massimo di spettatori è superiore a quello degli abitanti della città in cui sorge. La distanza tra i due club è evidente anche sotto il profilo finanziario: secondo quanto riportato da l’Equipe, il Lens può contare su un budget societario di poco più di 60 milioni di euro , mentre quello della corazzata Paris sfonda il tetto degli 800 milioni di euro, per distacco il più ricco del calcio francese. Stessi rapporti di forza anche per quanto riguarda il costo della rosa: stando alla stima fatta dal portale specializzato Transfermarkt, il valore totale dell’organico giallorosso supera appena i 90 milioni di euro , mentre Dembelé, Kvaratskhelia e compagni valgono complessivamente 1.15 miliardi. In pratica, tutto i 27 giocatori del Lens – i più costosi sono il difensore Baidoo e il mediano Sangaré, 8 milioni – valgono quanto il costo del cartellino del solo Vitinha, o quello del talentuoso Desiré Doué. Insomma, se il valore di una squadra dipendesse solo dai soldi, il Lens dovrebbe essere al decimo posto della Ligue1, ben distante dalla corazzata parigina. Eppure, dopo 14 giornate la classifica dice che le due squadre sono separate solo da un punto, grazie alla sconfitta del Psg nel Principato di Monaco e al conseguente sorpasso avvenuto nell’ultimo turno di campionato: Lens 31, Paris Saint-Germain 30. Non che il primato sia frutto di una coincidenza: i Sang et Or vengono infatti da quattro vittorie consecutive, hanno il sesto miglior attacco , la miglior difesa del torneo e la terza differenza reti, dietro anche all’ottimo Marsiglia di Roberto De Zerbi, distante solo un paio di punti in classifica. Anche lo stesso allenatore, Pierre Sage, è un ‘outisder’: 46 anni, una lunghissima gavetta nelle categorie minori e nelle giovanili , fino a subentrare sulla panchina del Lione a fine 2023 dopo la separazione tra il club e Fabio Grosso. Poco più di un anno in panchina e poi l’esonero a gennaio 2025, nonostante una qualificazione insperata all’Europa League nella stagione precedente. Certo, bisogna anche ammettere che questo Lens non è arrivato dal nulla, perché da quando è tornato in Ligue 1 il club giallorosso ha sempre veleggiato nella parte sinistra della classifica, tra il 7° e l’8° posto, con l’acuto della stagione 2022/23, quando trascinata dai gol di Fofana e soprattutto di Openda arrivò addirittura 2°, a un solo punto proprio dal Paris Saint-Germain di Mbappé, Messi e Neymar. Quella squadra oggi è completamente diversa, eppure sogna di essere il terzo incomodo in campionato grazie alle prestazioni di una vecchia conoscenza della Serie A. Il leader tecnico dei Sang et Or è infatti Florian Thauvin, ex fantasista dell’Udinese, autore della doppietta che nell’ultimo turno ha messo al tappeto l’Angers e regalato al Lens la vetta solitaria della graduatoria per la prima volta dal 2024. “Se non lo faccio io, data la mia carriera e la mia età, chi lo farà? Essere un punto di riferimento è bello, naturale e logico. Fa bene a me e alla squadra, ma non significa ancora nulla. Mancano ancora tante partite”, ha dichiarato dopo la vittoria sul prato dello Stade Raymond-Kopa. Un trionfo, forse passeggero, che sa di riscatto, dopo gli anni passati tra Messico e Friuli con le maglie di Tigres e Udinese per riconquistarsi una chiamata in Ligue 1 e soprattutto in nazionale, quattro anni dopo l’ultima volta. E con un ruolo nuovo, di leader dello spogliatoio, il collante che con umiltà, esperienza e duro lavoro sta creando un’alchimia nuova nello spogliatoio del Lens, come raccontato in un retroscena riportato da L’Equipe. Spogliatoio che, nonostante la stagione non sia nemmeno a metà, ci crede: “Le ambizioni? Le abbiamo da un po’. La novità di oggi è essere in testa alla classifica, ma è troppo presto per farsi prendere la mano. Vedremo. Ma ci sono tutte le basi per fare bene”, ha dichiarato lo stesso Thauvin sempre a margine della vittoria contro l’Angers. Non è quindi un caso che nessun giocatore giallorosso abbia segnato più di cinque reti in campionato , con lo stesso ‘Flo’ che si ferma a quattro. Il Lens è squadra vera, solida e compatta, dove tutti remano nella stessa direzione senza individualismi. Per quanto sia ancora prestissimo, e fare i conti con la potenza di fuoco del Paris Saint-Germain sia un’impresa per chiunque , tutte le outsider d’Europa guardano con ammirazione i giallorossi di Sage e Thauvin: Sang et Or, sangue e oro, il massimo dello sforzo per ottenere il massimo del riconoscimento. In questo momento storico, dalle parti di Lens, non ci poteva essere un soprannome più azzeccato.

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Il Lens sta cercando di riscrivere la storia del calcio francese

Simone Dagani