Mondiali Russia 2018, Argentina nel caos: Sampaoli esautorato. Tutti i retroscena

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A pochi giorni dalla partita decisiva contro la Nigeria, nel ritiro dell'Albiceleste regna il caos. Nell'ultimo allenamento Sampaoli ha provato un "7 contro 7" con Messi punto fermo di entrambe le squadre. Non sarà esonerato, ma non potrà prendere più decisioni. Ecco cosa sta accadendo

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In collaborazione con TRE3UNO3

 

DA MOSCA. Quale sarà la formazione dell'Argentina contro la Nigeria? È la domanda più ricorrente a Mosca, negli stadi e nelle strade riempite da sempre a Russia 2018 prevalentemente da tifosi argentini. Giocherà Messi. E su questo non ci sono dubbi. Ma gli altri dieci vicino al 10? Dal portiere in avanti, nessuna certezza. Non ci sarà Caballero, e Sampaoli vorrebbe Armani. Ma il gruppo dei veterani preferisce Guzmán. E la difesa? Rojo non sarebbe il preferito del Ct, ma è da sempre parte del gruppo. In mezzo Lo Celso è una scelta di Sampaoli, che fosse stato per lui non avrebbe proprio convocato Mascherano, o al massimo se ne sarebbe servito come difensore. Ma Mascherano deve giocare perché, fedelmente al suo soprannome, è uno dei capi dello spogliatoio. E davanti Agüero è intoccabile per Messi, suo compagno di stanza dai tempi dell'under 20, nonostante abbia liquidato il Ct con le dichiarazioni post Croazia. Per non parlare di Pavón, richiesto da tutta l'Argentina ma incompatibile con la possibilità che giochi Di María. Chiqui Tapia, il presidente federale che aveva scelto Sampaoli personalmente, ha deciso di appoggiare il gruppo dei veterani. Di fatto Sampaoli non dovrebbe più prendere decisioni, e gli è stato fatto capire che da qui in avanti sarà soltanto una figura in balia di decisioni di altri: i suoi calciatori più anziani. Nell'ultimo allenamento si è presentato per i 15 minuti a porte aperte e si è limitato a far giocare un 7 contro 7 a carte mescolate così come le sue idee, trapelate in un "papelito" che parla da sé. Non sarà esonerato, ma non avrà altra scelta se vorrà rimanere. Prima della sfida amichevole con l'Italia aveva detto che questa era una squadra più di Messi che sua. Adesso è certo. E anche il suo staff, che lo ha sostenuto a lungo, sembra in procinto di abbandonarlo.