Nel giorno di Akinfeev, che parando due rigori ha consegnato alla Russia i quarti di finale, scopriamo il Ct Cherchesov: condottiero dei padroni di casa, ex-portiere anche lui. "Duro, austero e più freddo dell'inverno di Mosca"
Nel giorno in cui il portiere Akinfeev è diventato l'eroe nazionale, la Russia celebra anche il condottiero "silenzioso" di questa squadra: il Ct Stanislav Cherchesov, che da giocatore è stato anch'egli portiere e ha indossato la maglia della nazionale russa (ma non solo...) a USA '94. "Faccia da duro, austero, più freddo dell'inverno di Mosca": così lo descrivono in Russia, ma Cherchesov ha recentemente dimostrato anche di avere un cuore non così gelido. Al termine di Spagna-Russia, infatti, non si è dimenticato di quel giornalista peruviano che lo ha sempre sostenuto e che senza molti dubbi aveva dichiarato che la Russia avrebbe fatto parecchia strada nel torneo. Il giornalista è Lorenzo de Chosica e ha ricevuto dal Ct una maglia della nazionale russa personalizzata: "Lorenzo, questa vittoria è tua, non mia. L'avete visto? Lui diceva che avremmo vinto da tanto, tanto tempo. Grazie, Lorenzo. Con più persone come te nella nostra squadra, vinceremmo la Coppa del Mondo" - ha detto Cherchesov.
Un record curioso, da giocatore
Cherchesov ha cominciato la sua carriera da giocatore nel 1981, nello Spartak Ordzhonikidze. Ha poi vestito le maglie di Spartak Mosca, Lokomotiv, Dinamo Dresda (Germania) e Tirol Innsbruck. Ma è con le nazionali che può vantare un curioso record, avendo infatti indossato ben tre maglie diverse: quella dell'Unione Sovietica, all'inizio. Poi, dopo la disgregazione dell'URSS, Cherchesov si è unito alla nazionale di calcio della Comunità degli Stati Indipendenti, con la quale giocò anche gli Europei nel 1992. Poi "è tornato a casa", giocando con la nazionale russa i Mondiali del '94 e gli Europei due anni dopo. E come Ct? Quella con la Russia è la prima esperienza di Cherchesov sulla panchina di una nazionale: finora aveva infatti allenato soltanto squadre di club in Russia, Austria e Polonia. Ma mai quanto oggi, conteranno soprattutto il suo presente, piuttosto che il suo passato.