Grandi come Perugia, il bus vintage, nessuno nato in patria: Curaçao è al Mondiale

È un puntino. Letteralmente un puntino sperduto del mondo che si è preso una clamorosa qualificazione Mondiale e due record assurdi in un colpo solo: i più piccoli di sempre alla Coppa del mondo e i più piccoli di sempre alla Coppa del mondo . Tanto per farvi capire, è come se al Mondiale ci andassero Ravenna o Livorno — siamo di poco sopra ai centocinquantamila abitanti — o come se al Mondiale ci andassero le città di Perugia o Ragusa, che hanno più o meno la stessa estensione, 444 chilometri quadrati. Un puntino, per davvero. Il doppio record Così Curaçao ha scritto la storia, polverizzando il primato durato appena un mese di Capo Verde di nazione più piccola di sempre al Mondiale a livello di estensione e dimezzando — più o meno — il primato di popolazione più piccola stabilito dall'Islanda nel 2018. Intanto un riepilogo: Curaçao ha strappato un pari contro la Giamaica nell'ultima partita del terzo step di qualificazioni della Concacaf, chiudendo in vetta il girone che valeva un posto in prima classe verso quel Mondiale allargato a quarantotto squadre che ha praticamente raddoppiato i posti delle nazionali del nord/centro America e dei Caraibi. Dai tre pass del 2022 ai tre+tre del 2026: gli anfitrioni più altrettante dal percorso di qualificazioni. Ecco quindi Panama, Haiti e, appunto, Curaçao. Prima nazione a un Mondiale senza alcun giocatore nato in quella nazione Festa. Grandissima. E tutta blu. Immergersi nelle immagini di Kingston, Giamaica, dove Curaçao festeggia in campo la sua storica qualificazione, è come nuotare nel blu del liquore che porta il loro nome. L'avrete visto nei listini dei bar, alla voce ingredienti: è un triple sec a base di scorze di laraha, un tipo di arancia dal sapore amaro oggi più dolce che mai. La prossima estate Curaçao stabilirà un altro record, abbastanza clamoroso a pensarci bene: saranno la prima nazionale di sempre al Mondiale senza alcun giocatore nato in patria. Possibile? Sì, se si sfogliano i libri di storia di una una nazione che è ancora costitutiva del Regno dei Paesi Bassi. Olanda, quindi, e che ha iniziato a giocare a calcio col nome di Curaçao solo a partire dal 2010 dopo lo scioglimento delle Antille Olandesi. Ecco allora che, senza grandi sorprese, sfogliare le carte d'identità dei giocatori della blue wave — l'onda blu, il loro bellissimo soprannome — è un tripudio di Groningen, Rotterdam, Breda e simili. Va detto: i più bravi con origini dell'isola caraibica sono stati 'presi' dalla nazionale olandese, parliamo di Jurriën Timber dell'Arsenal , di Malacia del Man United e di Geertruida del Sunderland. Ma Curaçao, da qualche anno, ha giocato la carta 'inverti il giro' di Uno: oggi chi non è abbastanza forte da sognare la nazionale che fu arancia meccanica è un gioiellino agli occhi della loro federcalcio. Il bus tutto blu È così che l'isoletta a sessanta chilometri dalla costa del Venezuela all'ottantaduesima posizione del ranking Fifa ha staccato il pass Mondiale, con un solo giocatore — per essere precisi — nato davvero a Curaçao, curiosamente anche il più prezioso e il più famoso di tutta la rosa: il capellone Tahith Chong, nato nella capitale Willemstad, ex vivaio Manchester United e oggi trequartista con lo Sheffield United nella B inglese, per dire. Insieme ai suoi compagni ha viaggiato tante volte su uno di qui vecchi bus scolastici che si vedono nei film americani: ristrutturato, meravigliosamente vintage e ovviamente tutto dipinto blu. Altro rito: tutti quanti ballano reggaeton in spogliatoio dopo le vittorie. Il decano Advocaat che allena da mezzo secolo Chi era assente alla festa contro la Giamaica è l'artefice del miracolo, il vecchio volpone Dick Advocaat. Ovviamente olandese, globetrotter e decano delle panchine mondiali, non a caso — con le sue 78 primavere — diventerà il più anziano Ct di sempre a una Coppa del mondo. Una carriera iniziata addirittura negli anni Ottanta, quando i drink blu Curaçao spopolavano nelle città da bere dell'edonismo raeganiano. Ct di Corea del Sud, Russia, Serbia e pure dell'Iraq. Oggi il suo capolavoro: riesce nell'impresa mancata ad alcuni predecessori illustri come Hiddink e Kluivert. Nella vita credete alle coincidenze? Anche l'advocaat, in Olanda, è un liquore, a base di uova, zucchero e brandy. Il 7-0 contro Messi e le esultanze pop È una favola scritta a tante mani, e chissà se al Mondiale prenderanno le classiche imbarcate o se riusciranno a stupire tutti. Per la cronaca: l'ultima amichevole di vero prestigio era stata contro l'Argentina di Messi nel 2023, senza alcun colpo di scena degno di Hollywood, tra l'altro uno dei teatri della prossima Coppa del mondo: tripletta di Leo e 7-0 complessivo. Sicuramente possiamo prepararci alle loro preghiere pre partita, agli allenamenti sulla spiaggia e alle esultanze pop tra balli e selfie. L'origine del nome Curaçao è ancora dibattuta: la spiegazione più accreditata è che derivi dalla parola portoghese coração, che significa "cuore". Ce ne hanno messo tantissimo per scrivere la storia.

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Marco Salami