Dal purè agli acuti passando per i bolliti: tutto quello che non sapete di Ancelotti

Calcio

L'allenatore emiliano è il principale candidato alla panchina della Nazionale. Tutti sanno quanti trofei ha vinto in carriera, ma in pochi conoscono le sue passioni e i suoi vizi. Dalla massima sul salame a Renato Zero: ecco gli aneddoti e le curiosità più divertenti sull'ex allenatore del Bayern

E' l'uomo individuato dalla Federazione per dare il via alla rinsascita del sistema calcistico italiano dopo la mancata qualificazione al Mondiale. L'allenatore di esperienza internazionale e carisma che può riportare serenità e restituire alla Nazionale le certezze perse dopo il fallimento della gestione Ventura. Carlo Ancelotti è il principale candidato per la panchina dell'Italia. Il suo palmares non lascia spazio a potenziali concorrenti: da allenatore ha vinto in Italia, Inghilterra, Francia, Spagna e Germania conquistando anche 3 Champions League. Gli italiani lo invocano a gran voce, convinti che sarà lui la soluzione ai problemi del nostro calcio. I risultati che ha ottenuto in carriera li conoscono tutti. In pochi invece possono dire di sapere tutte le passioni, i vizi e i segreti dell'allenatore emiliano. Elementi imprescindibili per capire la sua personalità e provare a immaginare come potrebbe gestire la Nazionale.

"Andiamo a cena, ma il purè lo faccio io"

Non è un mistero che Carletto abbia una passione per il cibo: "Stare a tavola con prodottti del territorio è importante per lui perchè ha un forte senso di appartenenza - racconta Marco Nosostti- Una volta andai a trovarlo a Londra, dove stava benissimo perchè lì si vive il calcio senza esasperazioni, e gli chiesi se potevamo cenare insieme". "Sì, però il puré lo faccio io" - fu la risposta di Ancelotti-. Una risposta a cui seguì una spiegazione che Marco Nosotti descrive così: "Voleva che il purè fosse algamato bene, senza grumi, che fosse fatto con grande rispetto per chi lo prepara e per chi lo mangerà". Se dovesse diventare il ct della Nazionale, dovrà mettere la stessa cura per far amalgamare il gruppo azzurro dopo i dissidi tra la squadra e lo staff tecnico della gestione Ventura. Così come gli farà comodo un carrello di bolliti: "Se saranno più di cinque e di numero dispari potremo vincere un'altra Coppa del Mondo" - ha detto una volta Ancelotti. Dalle parti di Coverciano si stanno già organizzando per farglieli avere.

"Un maiale non può allenare"

Per Ancelotti, dalla passione per la cucina deriva un profondo rispetto per gli animali. Soprattutto per alcune specie: "Quando arrivò a Torino per allenare la Juventus e vide davanti alla sede bianconera la scritta 'Un maiale non può allenare, si arrabbiò tantissimo" - racconta Alessandro Alciato-. La spiegazione che Carletto portò per spiegare il suo disappunto aveva ancora una volta a che fare col cibo: "Ho profondo rispetto per la figura del maiale: le bistecche sono buonissime". Il motivo di questa passione per la carne sta nelle sue origini: "Ancelotti è nato in una famiglia di contadini. Mangiava la carne solo una volta alla settimana: per lui ha un valore importante" - spiega Alciato-. Anche questa sua passione gli potrà essere utile alla guida della Nazionale per tenere sotto controllo l'alimentazione dei giocatori azzurri.

Quando nell'euforia della Decima disse: "Non ho fame"

Per misurare il grado di lucidità di Ancelotti bisogna parlare di cibo. A confermarlo è ancora Alciato, che per testare la brillantezza dell'allenatore emiliano, immediatamente dopo la vittoria della Champions League con il Real Madrid, usò proprio questo argomento: "Gli chiedevo se era contento, se si stava rendendo conto di quello che aveva fatto e lui si limitava a rispondere ripetendo la mia domanda in forma affermativa: sì, sono contento oppure sì me ne rendo conto". A quel punto Alciato decise di giocarsi la carta cibo: "Carlo hai fame?". "No" - rispose Ancelotti-. Nonostante fosse abituato a vincere trofei importanti, anche l'allenatore italiano era stato travolto dagli eventi di quella indimenticabile notte.

"Non è il salame che fa male, ma il coltello"

Il cibo rientra spesso anche nelle massime di Carlo Ancelotti. Una delle più celebri recita più o meno così: "Non è il salame che fa male, ma il coltello". Facile credere che abbia nel suo repertorio battute del genere anche per compattare il gruppo durante le sue esperienze in panchina. Sicuramente gli torneranno utili se dovesse diventare -come sembra- il prossimo ct dell'Italia. Insomma Ancelotti è l'uomo giusto per l'Italia no solo per la sua preparazione e la sua esperienza, ma anche per le sue qualità umane.

Da "Nel blu dipinto di blu" a "I migliori anni della nostra vita"

Descrivere Ancelotti solo attraverso la sua passione per il cibo sarebbe riduttivo. Nella sua vita c'è anche la musica, la stessa dalla quale si lascia trasportare dopo i suoi successi in panchina. Dopo la Premier vinta col Chelsea iniziò a cantare sul pullman scoperto per le strade di Londra "Nel blu dipinto di blu". Il miglior modo per omaggiare i tifosi dei Blues dopo quel trionfo. Al Bayern la sua avventura non è finita bene, ma la sua performance canora sulle note di "I migliori anni della nostra vita" è diventata virale. Da Renato Zero all'anno zero del calcio italiano. Da "Nel blu dipinto d blu" all'azzurro della Nazionale. Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sul fatto che Ancelotti sia l'uomo giusto per l'Italia, dopo questi indizi dovrà ricredersi.