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Jorginho: "Non penso al Pallone d'Oro. Non siamo più una sorpresa, ora viene il difficile"

Nazionale

Il centrocampista azzurro, grande favorito per il Pallone d'Oro, ha smorzato i toni: "Lascio parlare voi, il mio prossimo obiettivo è solo vincere con la Bulgaria e le prossime partite. Adesso noi non siamo più una sorpresa e per questo verrà il difficile: dovremo rimanere umili ed avere sempre fame. Un mio erede? Magari Tonali". E sul futuro: "Finire la carriera al Chelsea? Ho solo 29 anni e voglio giocare fino a 40. Se mi fanno un contratto di dieci anni..."

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Una stagione indimenticabile per Jorginho, che oltre agli Europei con l'Italia ha vinto anche Champions Legaue e Supercoppa europea con il Chelsea. Tre successi che lo proiettano in pole position per la vittoria del Pallone d'Oro, come precisato anche dal Ct Roberto Mancini. Il centrocampista azzurro, però, al momento non ci vuole pensare. Intervenuto in conferenza stampa dal ritiro di Coverciano, dove la Nazionale sta preparando i prossimi impegni di qualificazione ai Mondiali 2022, Jorginho ha voluto smorzare i toni: "Del Pallone d'Oro lascio parlare voi - ha detto l'ex Napoli -, io cerco di vivere il momento. Per quella decisione manca ancora qualche mese e io voglio concentrarmi sul presente e godermi questo momento con chi ho attorno. Vedremo cosa succederà. Quale vittoria mi è rimasta maggiormente impressa? Sono tutte speciali, parlare di un solo successo non è giusto. Ogni vittoria mi ha dato qualcosa e ogni trofeo ha davvero rappresentato una gioia incredibile".

"Restiamo umili, ora arriva il difficile. Ma nessun gruppo è come il nostro"

E il presente, appunto, è in azzurro. Per la Nazionale sarà la prima uscita dopo il trionfo a Euro 2020: "E adesso arriva il difficile - ha avvisato Jorginho - perché l'Italia non è più una sorpresa. Ora siamo nel posto in cui meritiamo di stare e tutti quelli che verranno a giocare contro di noi lo faranno in maniera differente. Siamo felici di quello che abbiamo fatto, ma dobbiamo sempre restare umili perché quando si abbassa la guardia arrivano le brutte notizie. Non vogliamo che succeda questo. Mancini ha cambiato il nostro modo di giocare e abbiamo mandato un bel messaggio non solo all'estero, ma anche agli italiani che si sono divertiti a guardare le nostre partite. Continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto". A partire dalla prossima partita, quella contro la Bulgaria: "Dobbiamo stare attenti, anche loro hanno delle armi e non dobbiamo farci sorprendere. La Bulgaria può farci male in contropiede, dovremo fare attenzione". Idee chiare anche sul paragone con le altre Nazionali: "Ci sono parecchie squadre con tanti giocatori di alto livello come la nostra. Ma, per come la vedo io, la differenza l'ha già fatta e continuerà a farla l'unione che abbiamo noi, il gruppo che abbiamo creato. Noi siamo un gruppo unito, ognuno cerca di aiutare l'altro: non sono sicuro che ci siano altri gruppi come il nostro. La distanza tra noi e il Brasile? Lasciamogli credere che siamo molto indietro, che la vittoria degli Europei è stata fortuna... Però è difficile rimanere nell'ombra: abbiamo mostrato un grande calcio e per continuare a fare quel lavoro, come ho già detto, dobbiamo andare avanti con fame e umiltà".

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"Grazie a chi mi ha cambiato ruolo e a chi in passato non ha creduto in me"

Jorginho ha poi parlato della sua evoluzione nel corso degli anni. Secondo molti, il regista del Chelsea è il migliore al mondo nella sua posizione: "Quindi non mi pento di aver cambiato ruolo - ha scherzato il classe '91 -, anzi, in realtà non sono stato io a sceglierlo. A 13 anni giocavo da trequartista e l'allenatore che avevo in Brasile mi ha cambiato ruolo. Da quel momento in poi ho iniziato a guardare Pirlo e Xavi. Non so se per crescere fosse necessario andare in Premier League, però questo trasferimento ha aggiunto parecchio al mio percorso e alla fine credo sia stata una cosa positiva. Non so se in Italia c'è un mio erede in questo momento, ci devo pensare. Magari potrebbe essere Tonali. Ora i bambini stanno crescendo giocando più a due in mezzo al campo e non ci sono più gli insegnamenti di una volta. Imparare da grandi, poi, diventa più difficile". Jorginho si è poi tolto qualche sassolino dalle scarpe, ricordando chi in passato non aveva riposto fiducia in lui. Adesso, per l'italo-brasiliano, sono addirittura arrivati i complimenti di Pelé: "Non ho nomi specifici da fare, ma ad inizio carriera in tanti non mi hanno voluto e mi hanno criticato. I sassolini ci saranno sempre e penso che anche queste cose mi hanno in un certo senso aiutato: mi hanno motivato, non ho mai abbassato la testa e quando ho vinto il premio Uefa per il miglior giocatore della passata stagione ho ringraziato anche loro. Pelé un mio fan? Sinceramente sono rimasto un po' sorpreso. Mi ha fatto davvero molto piacere, tutto quello che mi sta succedendo è un po' surreale".

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"Chiudo la carriera al Chelsea? Se mi fanno un contratto di 10 anni..."

In chiusura il centrocampista ha parlato del suo futuro: "Il mio prossimo obiettivo è battere la Bulgaria, bisogna sempre guardare all'obiettivo più vicino. Quindi l'obiettivo è battere la Bulgaria, poi la Svizzera e la Lituania. Se chiuderò la carriera al Chelsea? Al momento non ho avuta alcuna offerta contrattuale e adesso, sinceramente, non ci penso nemmeno. Voi mi parlate di finire la carriera, io ho 29 anni e voglio giocare fino a 40. Se mi fanno un contratto di dieci anni, allora sì", ha scherzato Jorginho. Che poi ha concluso con un parallelismo tra Tuchel e Mancini e un pensiero su Sarri, suo allenatore ai tempi del Napoli. : "Tra Tuchel e Mancini ci sono delle somiglianze, entrambi chiedono cose abbastanza simili e probabilmente per questo mi trovo molto bene con tutti e due. Sarri? Per me non è una sorpresa e sono molto felice per lui. Credo che quest'anno Immobile si divertirà molto".

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