Spalletti e l'Italia: è finita, ma non finirà mai. Il racconto delle ultime ore

È finita tra Luciano Spalletti e la Nazionale. E poco, anzi pochissimo importa se tecnicamente resteranno insieme ancora fino alla gara di lunedì contro la Moldova. Tra Spalletti e Gravina, quindi tra Spalletti e la Nazionale, è finito tutto. E di fatto quel ‘tutto’ si è compiuto alle 15:01 dell’8 giugno, quando lo stesso Ct in conferenza stampa pre gara ha tenuto a fare chiarezza. Quella definitiva. “Gravina mi ha comunicato che sarò sollevato dall’incarico di Ct della Nazionale” le sue parole. “A me è dispiaciuto, non avevo intenzione di mollare. Avrei preferito rimanere al mio posto e continuare a fare il mio lavoro”. È finita, ma non finirà mai, se conosciamo Spalletti, la passione per l’Italia, l’orgoglio di rappresentare e appartenere alla storia Azzurra: di qui la sua profonda delusione per ciò che poteva essere e non è stato. Ma che la separazione fosse imminente, per non dire proprio certa, si poteva intuire da più di qualche ora. La decisione era maturata già nella serata di sabato, il giorno dopo la sconfitta pesante e dolorosa di Oslo. La terza nelle ultime quattro gare. Troppe, e troppo gravi in generale. Perché, risultato a parte, ancora una volta abbiamo visto un’Italia che crea poco e concede sempre di più, che non reagisce come era avvenuto con la Germania, seppure in ritardo, nel pareggio per 3-3. Il colloquio Corsa e tempi non sono ancora all’altezza. Almeno non nella giornata di sabato, quella immediatamente dopo la sconfitta. Nel ritiro di Coverciano, Ct e Presidente Federale si parlano, si confrontano, non volano stracci però. Perché tra le parti c’è e c’è sempre stato rispetto. Ma le consultazioni sono state lunghe ed approfondite. Si interpellano i giocatori ,si cerca di capire se il progetto per il Mondiale sia ancora possibile insieme. Luciano lo crede, il presidente no. La decisione è presa, ma di base si concorda di aspettare martedì, per preservare la partita di lunedì contro la Moldovia. Qualcosa però trapela anche per bocca dello stesso Gravina durante il panel che l’ha visto protagonista a Parma in occasione del Festival della Serie A. Primo indizio: impossibilità di un destino comune, con la promessa di riparlarne martedì. Spalletti capisce e decide che il momento sia quello della conferenza stampa di domenica. Senza aspettare martedì, senza tergiversare. È sollevato dall’incarico e manifesta tutto il suo dolore e la delusione. E ora è il momento di guardare avanti. I nomi sono due: Ranieri e Pioli. Più di ogni altro. E più di ogni altro, è su Ranieri che la Federazione vorrebbe puntare, come salvatore della Patria fuori da ogni metafora. Il problema è che Ranieri ha detto più volte di voler smettere di allenare, e soprattutto ha un incarico in essere con la Roma come direttore tecnico. Che fare? La proposta azzurra lo lusinga, ma va tutto deciso o capito, compreso l’eventuale tema del doppio incarico che vedrebbe sir Claudio sia a disposizione della Federazione, sia dei Friedkin. La giornata si è chiusa con queste riflessioni e con un’immagine. Quella di Spalletti che va via travolto dall’emozione. Il suo incarico per la Nazionale è terminato, prima di quanto si aspettasse e non come si aspettasse. Ad accompagnarlo sono gli applausi. È andata così.

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