Catalogna, Guardiola: "Ho amici che andranno in carcere solo per aver chiesto di votare"

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Nella conferenza stampa della vigilia del match contro il Crystal Palace, l'allenatore del Manchester City è tornato a commentare le vicende politiche del suo Paese, facendo un appello all'Europa: "Deve risolvere il conflitto"

Ancora all'attacco per difendere la sua terra. Pep Guardiola ha commentato il persistere delle proteste in Catalogna contro le severe condanne inflitte ai secessionisti dalla Corte Suprema spagnola. Presente per la conferenza stampa della vigilia del match di Premier contro il Crystal Palace, l'allenatore del City non si è sottratto alle domande sulla situazione politica del suo Paese: "L'Europa deve fare un passo in avanti e aiutare a risolvere il conflitto tra Spagna e Catalogna, serve un mediatore esterno".

"Se la gente protesta è perché ne vale la pena"

Le parole di Guardiola sono arrivate mentre a Barcellona gli scontri tra manifestanti e polizia causavano un bilancio di 35 feriti e 10 arresti: "Incredibile come la gente stia continuando a marciare in tutta la Catalogna. Se le persone non fossero convinte di quello che stanno facendo, non parteciperebbero in milioni alla protesta". Dopo il video-messaggio registrato qualche giorno fa su una pagina indipendentista in cui denunciava una deriva autoritaria in Spagna, l'ex Barcellona ha confidato anche eventi che lo stanno toccando molto da vicino: "Ci sono miei amici in carcere solo per aver chiesto di votare, condannati a nove anni di prigione". Guardiola negli ultimi due anni, quando la questione indipendentista catalana è di nuovo esplosa, è sempre stato molto vicino alle esigenze del suo popolo e ha promesso: "Continuerò a difendere i diritti umani contro il razzismo, il machismo e ogni discriminazione"