Di Canio Premier Special: Arsenal-Tottenham, storia di un derby

Premier League

Il nuovo episodio del "Di Canio Premier Special" è dedicato al derby del nord di Londra e racconta la storia di una rivalità ultracentenaria nata per motivi che in pochi conoscono. Appuntamento martedì 9 marzo alle 19.30 ed a mezzanotte e mezza su Sky Sport Uno. Disponibile on demand e su Sky Go

Arsène Wenger, quando era ancora allenatore dell’Arsenal, sostenne un giorno che le squadre di Londra - a parità di forze - se vogliono vincere il campionato hanno un compito più difficile delle altre, perché una buona parte delle loro giornate consiste in derby: dispendiosi sul piano fisico e psicologico. Un’analisi interessante ma da approfondire, perché è evidente che non tutti i derby della capitale sono uguali: giocare a Craven Cottage, in casa del Fulham, vuol dire in genere trovare un pubblico non ostile e un’avversaria non eccezionale, perlomeno negli ultimi anni, mentre altro discorso sono gli incroci con Chelsea e West Ham, ad esempio. E non è che derby londinese voglia dire per forza trasferta comoda: da London Colney, centro di allenamento dell’Arsenal, al Selhurst Park del Crystal Palace ci vuole un’ora e mezzo di pullman, e per i tifosi il tragitto è solo un po’ meno complicato. Chiaro che non si dorme fuori dopo un lungo viaggio, ma si è comunque in un ambiente diverso.

 

Wenger cercava di mettere le mani avanti in caso di insuccesso e al tempo stesso di far aumentare il merito in caso di vittoria, e parlava però con la consapevolezza di chi certe cose le viveva. Il derby Arsenal-Tottenham, il derby di Londra nord che però solo nell’era dei social media è diventato ‘NLD’ (North London Derby), perché prima l’acronimo era sconosciuto e non era peccato mortale utilizzare tutte le lettere di una frase. Una rivalità che è al centro del nuovo episodio del Di Canio Premier Special, in onda oggi, nella settimana che precede la seconda sfida stagionale, questa volta all’Emirates Stadium.

 

All’andata vinsero gli Spurs per 2-0, giocando una partita di contenimento e contropiede e opponendo la propria solidità a un gioco più elaborato e persino particolare da parte dei Gunners, che ebbero ben 44 cross, numero abnorme per il loro tipo di gioco. Cross, quasi inutile dirlo, sfruttati male. Fu la vittoria numero 66 del Tottenham, contro le 82 dell’Arsenal e i 54 pareggi. La prima partita si giocò il 19 novembre 1887, un anno dopo la fondazione dei Gunners e cinque dopo quella degli avversari, e venne vinta dagli Spurs per 2-1, punteggio al momento in cui in realtà la partita venne sospesa per sopraggiunta oscurità. Era un’amichevole, così come quella successiva, tre mesi dopo, a campi invertiti: ovvero a Plumstead, quartiere a sud del Tamigi. 

tottenham-arsenal

La nascita della rivalità

Perché la prima curiosità che racconta Di Canio è proprio quella legata alle circostanze storiche che portarono la rivalità ai livelli in cui è ora. L’Arsenal infatti era nato come Dial Square, nome di una delle officine in cui lavoravano gli operai della fabbrica e deposito di armi (arsenale, appunto) che lo fondarono, per poi diventare Royal Arsenal e Woolwich Arsenal, dunque con un altro riferimento alla zona di operazioni. All’epoca dunque Tottenham-Woolwich Arsenal era solo una sfida cittadina come tante altre, ma solo dal 1913 divenne un derby, e molto sentito: in quell’anno infatti Henry Norris, proprietario dei Gunners, li trasferì a nord, nel quartiere di Islington e più in particolare nella zona chiamata Highbury, sul terreno di un ente religioso. L’area a sud del Tamigi non lo soddisfaceva in termini di potenziali tifosi e prospettive, e la fusione col Fulham era stata bocciata dalla lega: ma lo spostamento causò molte polemiche e risentimenti in casa Spurs. Iscritte a due campionati diversi, Arsenal in seconda divisione e Spurs in prima, le due ebbero il primo vero derby il 22 agosto 1914, amichevole benefica, per poi ritrovarsi altre volte durante i tornei locali di guerra, non riconosciuti ufficialmente. 

Gli anni Venti

La situazione si complicò nel 1919: terminata la Prima Guerra Mondiale, la lega voleva espandere la prima divisione da 20 a 22 squadre, e oltre alle due neopromosse ripescò il Chelsea, che aveva chiuso al penultimo posto nel 1914-15, ultimo campionato completato prima dello scoppio del conflitto. I Blues furono salvati anche perché si ritenne che fossero stati danneggiati dall’accordo tra giocatori di Liverpool e Manchester United che aveva salvato entrambe, culminato in una lunga serie di squalifiche a vita. Logica avrebbe voluto però anche il Tottenham, ultimo nel 1915, come seconda ripescata, ma al suo posto venne invece votata la promozione dell’Arsenal, solo sesto (in realtà quinto, correzione operata dalla Football League solo nel 1980) in seconda divisione ma considerato più affidabile di tutte le altre, forse per manovre di Norris, le cui responsabilità però non vennero mai accertate. Il Tottenham si rifece subito, ottenendo la promozione e vincendo la sua seconda FA Cup, ma quando le due squadre si sfidarono il 15 gennaio 1921, sul campo degli Spurs, la partita fu molto tesa e nervosa, segnale che il primo incontro di massima serie dell’era della contiguità geografica non faceva altro che riflettere l’animosità dei due club e delle rispettive tifoserie.

Dagli anni Trenta

L’Arsenal ebbe il sopravvento dalla seconda parte degli anni Venti a tutti gli anni Trenta grazie al grande allenatore e innovatore Herbert Chapman, vincitore di due titoli e una Coppa d’Inghilterra, e il Tottenham tornò rilevante solo nel 1949, con il ritorno nella massima serie per la prima volta dal 1935. Arrivarono presto campionato e coppa nello stesso anno, 1960-61, mentre a sua volta l’Arsenal perdeva colpi. Di Canio sottolinea questo aspetto particolare: quasi mai i due club ebbero successo nel medesimo periodo, rincorrendosi piuttosto come se i trofei di una spronassero l’altra. E infatti nel 1971 ecco l’Arsenal tornare a vincere il campionato per la prima volta dal 1953, completando la doppietta con la FA Cup. Quel titolo arrivò in un drammatico derby a… White Hart Lane: per via del calcolo valido ai tempi, ai Gunners serviva una vittoria o un pareggio ma solo per… 0-0, perché qualsiasi altro esito non avrebbe permesso loro di scavalcare il Leeds, che aveva già chiuso la sua stagione e aveva un punto in più (la vittoria valeva due punti, all’epoca). La gara ebbe alcuni momenti di grande tensione, ma a due minuti dalla fine, il 19enne Ray Kennedy segnò il gol della vittoria dei Gunners. E 33 anni dopo l’Arsenal vinse ancora il titolo a White Hart Lane: non era l’ultima giornata, era solo il 25 aprile ma lo scarto degli Invincibles di Wenger, con quel 2-2, divenne insormontabile per la seconda, il Chelsea.

Protagonista di quella partita fu il difensore centrale dell’Arsenal, Sol Campbell, che nel 2001 aveva lasciato il Tottenham, di cui era capitano, per andare proprio ai Gunners. E Campbell è rimasto forse il personaggio più controverso dei derby, più di Emmanuel Adebayor che dopo Harry Kane è il secondo realizzatore nella storia: Adebayor, al contrario di Campbell, ha segnato con entrambe le maglie, inimicandosi i tifosi dell’Arsenal per quella sfacciata esultanza verso di loro dopo un gol segnato con il Manchester City, visto che lui - al contrario di Campbell - il salto del fosso lo aveva fatto passando prima per un altro club. Non avevano suscitato animosità tali altri giocatori, in precedenza: ad esempio Pat Jennings, portiere battuto da Kennedy quel 3 maggio 1971 ma divenuto poi una colonna dei rivali, per un totale di 709 (!) partite tra l’una e l’altra.

Nicolas Anelka e Sol Campbell

Il racconto di Paolo Di Canio tocca dunque questi momenti storici, ricordando il grande trionfo degli Spurs nella semifinale di FA Cup del 1991 e le sensazioni che davano Highbury e White Hart Lane, i due storici stadi, con le loro peculiarità: la marea bianca al Tottenham, il campo a schiena d’asino all’Arsenal, con i tifosi seduti in prima fila che facevano fatica a vedere i loro… colleghi dalla parte opposta per via della curvatura. Uno speciale che sorvola gli anni e la rivalità, dà spunti e motivazioni e attende che Arsenal-Tottenham torni a valere un titolo, considerando il periodo di ricostruzione dei Gunners sotto Mikel Arteta e le difficoltà degli Spurs a risollevarsi dopo l’arrivo di José Mourinho e la sua alba ingannevole, culminata nella vittoria per 6-1 sul campo del Manchester. 

Di Canio