"Di Canio Premier Special: The Arsenal revolution", da oggi su Sky
alle 19.30Nel corso della sua storia, l’Arsenal ha vissuto molte svolte. L’ultima con Mikel Arteta: Paolo Di Canio incontra a Londra l’allenatore basco e racconta storia e prospettive dei Gunners. Appuntamento dal 17 novembre alle 19.30 e 23.30 su Sky Sport Calcio e NOW, disponibile on demand
In Messico, da quasi un secolo, esiste un importante partito che si chiama Partido Revolucionario Institucional, e sembra una contraddizione in termini: come può una rivoluzione diventare istituzionale, cioè stabilizzarsi? Può davvero esistere una rivoluzione permanente? La questione è naturalmente più complessa del semplice nome, ma un concetto del genere potrebbe essere applicato anche ad un grande club come l’Arsenal: fa parte delle istituzioni del calcio inglese, anzi europeo e mondiale, ma ha una curiosa storia di innovazioni e rivoluzioni, ed è questo il tema principale della prima puntata della quinta stagione del Di Canio Premier Special, ‘The Arsenal Revolution’.
La rivoluzione guidata da Mikel Arteta
L’ultima rivoluzione è quella in corso, guidata da Mikel Arteta, a cui ormai da quasi quattro anni è stata affidata la squadra: dopo un lungo periodo di transizione, e un brutto inizio di stagione 2021-22 nel quale la dirigenza mostrò serietà e fiducia nonostante l’ultimo posto alla terza giornata, dalla scorsa stagione i Gunners sono tornati squadra da titolo. Ed è questo il frutto più importante della rivoluzione Arteta, che nel primo periodo dovette scontrarsi con i medesimi problemi che avevano impedito al suo corregionale Unai Emery di far crescere la squadra, nonostante una finale di Europa League raggiunta - ma persa - contro il Chelsea. Un nuovo modo di vedere e insegnare calcio, l’ennesima rivoluzione: che rilancia lo spirito di quella precedente, avviata nell’autunno del 1996 con l’arrivo di Arsène Wenger, artefice di importanti innovazioni sul campo e fuori, testimoniate, nello speciale, dai contributi di alcuni dei giocatori dell’epoca. Wenger veniva poco tempo dopo l’uscita di George Graham, l’ex giocatore, diventato allenatore, che dal 1986 al 1995 aveva riportato l’Arsenal ai vertici, dopo un lungo periodo di mediocrità riscattato solamente, a fine anni Settanta, da tre finali consecutive di FA Cup raggiunte, una sola delle quali, però, vinta. I due titoli di Graham (1989, nella famosa notte di Anfield immortalata nel film ‘Febbre a 90’), uniti ad una FA Cup, una Coppa di Lega, una Coppa delle Coppe, rappresentarono a loro modo una rivoluzione perché ottenuti grazie ad una disciplina e un’organizzazione di gioco sconosciute alle edizioni precedenti dai Gunners, che l’ultimo campionato lo avevano vinto, gloriosamente, nel 1971.
Nel 1913 Harris Norris sposta il club a Highbury
E tutto questo senza dimenticare le rivoluzioni di ormai cento e più anni fa: nel 1913, il proprietario Henry Norris decise di spostare il club dalla zona di origine a Woolwich, a sud del Tamigi, al nord di Londra, Highbury, zona più propizia dal punto di vista economico e dello sviluppo potenziale. Fu l’origine della rivalità con il Tottenham, che in quelle parti era nato e lì esercitava una certa influenza, e rappresentò un gesto inusuale persino per tempi in cui non tutti i club avevano già trovato una sede definitiva e storica. L’arrivo di Herbert Chapman, nel 1925, fu un altro sconvolgimento: allenatore-manager già in senso moderno, introdusse innovazioni sul campo e fuori e lanciò il primo grande Arsenal della storia. Tutti temi che Paolo Di Canio tocca, in questo speciale girato in alcuni dei luoghi più importanti per la narrazione dell’Arsenal: Highbury, ora trasformato in un condominio ma con la struttura del vecchio stadio conservata all’esterno, l’Emirates Stadium (primo grande stadio di calcio costruito nel nuovo secolo, considerando che l’attuale Etihad Stadium fu in realtà edificato per i Giochi del Commonwealth), il centro tecnico di London Colney, con un illuminante ed emozionante dialogo con Mikel Arteta.