Bentornata Premier League: 6 motivi per godersela su Sky Sport

Gimme five, Pep! Nessuno era mai riuscito a vincere 4 campionati in fila nella storia del calcio inglese. Per questo per Pep Guardiola non c’è niente di più affascinante che provare a fare cinquina. Per allontanare il pensiero inquietante di quelle 115 infrazioni delle regole della Premier League per le quali il suo club dovrà rispondere a breve. Nell’attesa, ad oggi, il mercato estivo è in attivo – come prima del treble di due anni fa - vista la cessione di Julian Alvarez all’Atletico Madrid per 81.5 milioni di sterline. A fronte dell’arrivo del promettente Savinho dal Girona c’è l’inevitabile invecchiamento di alcuni uomini chiave: sua maestà De Bruyne - che l’anno scorso ha saltato mezzo campionato - ha compiuto 33 anni, Walker 34, Bernardo Silva è appena entrato nei 30. Fortuna che il talismano Rodri è nel pieno della sua maturità e che uomini decisivi come Gvardiol, Foden e Haaland sono nati nel terzo millennio. Pep, comunque, è già in cucina… Il giardino di Mikel Arteta, da buon erede naturale di Guardiola, da almeno due anni prova a prendere il suo posto nell’albo d’oro del campionato. Senza riuscirci. Due anni fa il basco fu in testa alla classifica per 248 giorni senza vincere il campionato: mai successo da quando esiste la Premier League. In questi due anni, però, il giardino di Mikel è diventato sempre più bello: un uomo-chiave in entrambe le fasi come il capitano Odegaard ha completato la sua definitiva maturazione. E lo stesso si può dire di Saliba e Saka. L’anno scorso l’innesto di Rice sembrava poter completare il quadro e trasformarlo in capolavoro. Ma non fu sufficiente. Quest’anno la pennellata decisiva potrebbe arrivare da casa nostra: Riccardo Calafiori da Roma, il difensore moderno che tutti volevano. Non è una fuga. Ma di cervello il ragazzo ne ha tanto. PS: Se solo Havertz esplodesse definitivamente… Gli Slot da riempire Se Bill Shankly era l’uomo che aveva costruito il Liverpool, Jurgen Klopp è quello che lo ha ricostruito. Con lui Anfield è tornato un tempio quasi inviolabile e i Reds sono ricomparsi sulla mappa del calcio internazionale che conta. “Kloppo” era ormai uno scouser adottivo. Uno di loro. Oggi prendere il suo posto non sarebbe facile per nessuno al mondo. Ci proverà Arne Slot olandese dal sorriso facile, ma maniacale sul lavoro, arrivato dal Feyenoord dopo aver vinto un’Eredivisie e una Coppa d’Olanda. La sua filosofia offensiva è ritenuta in grado di traghettare nell’era del dopo-Klopp una rosa ad oggi sostanzialmente immutata. Mamardashvili, luccicante con la Georgia agli Europei, è stato bloccato per il futuro post-Alisson. Per l’immediato, invece, il pressing su Zubimendi della Real Sociedad non ha prodotto gli effetti sperati. Buon lavoro, Arne. Villains di nuovo grandi? Gli allenatori baschi ormai più che una moda sono una certezza. Unai Emery lo dimostra da anni tra Liga e Premier League. La scorsa stagione l’ennesimo piccolo capolavoro: riportare in Champions League il vecchio Villa, vincitore della Coppa Campioni 1982. Ora, però, arriva il difficile: confermarsi malgrado un’estate convulsa anche per esigenze di bilancio. Da qui il sacrificio obbligato e doloroso del talentuoso super-welter Douglas Luiz , rimpiazzato da Amadou Onana, peso massimo belga arrivato dall’Everton. Tutto accompagnato da alcuni ritorni che suonano come affascinanti scommesse: Ross Barkley dal Luton e Jaden Philogene dall’Hull City . E dalla speranza che Watkins dopo una stagione da 19 gol e 13 assist in campionato e un Europeo dove ha fatto molto meglio di Kane possa continuare a brillare. Anche in Europa. Enzo, pensaci tu... A garantire per Enzo Maresca c’è la stima di Guardiola e una promozione da favola con il Leicester, riportato in Premier League vincendo il campionato davanti all’Ipswich di McKenna. Tanto per cominciare. Ma quello che gli viene chiesto a Stamford Bridge è qualcosa di più: riordinare il progetto tecnico-tattico nel caos della gestione Clearlake Capital – Todd Bohely. Quattro manager permanenti in due anni. Giocatori acquistati ad ondate, apparentemente senza una logica. Anche quest’estate spesi 156.3 milioni per 9 giocatori. Tra questi Pedro Neto, pagato 54 milioni di sterline dai Wolves. Ma la notizia più bella forse è un rinnovo di contratto: Cole Palmer sarà “blue” fino al 2033! Con 22 gol e 11 assist in campionato la vera certezza del Chelsea l’anno scorso era stata lui. Il paradosso Ten Hag A Manchester ormai si studia nelle scuole. Una Coppa di Lega e una FA Cup conquistate in due anni ad Old Trafford. Ma l’ultimo campionato è stato un disastro: 8° posto a 31 punti dal City campione , 58 gol subiti . Il suo destino sembrava segnato. Del resto nel dopo-Ferguson anche Van Gaal fu esonerato dopo aver vinto l’Fa Cup. Rilanciato dal rifiuto di Tuchel, invece, Ten Hag è ancora al suo posto. Oltre a godersi l’esplosione di Kobbie Mainoo ora guiderà un Man United sempre più “a trazione olandese”. In attacco è arrivato Zirkzee dal Bologna e in difesa, a poche ore dall’inizio del campionato, la coppia Mazraoui-De Ligt: 116 partite giocate insieme all’Ajax. Proprio il marchio “Ajax” da queste parti è un classico ormai: vedi Onana, Martinez, Eriksen. Ma, purtroppo per Ten Hag, anche Antony: gli 85 milioni di sterline spesi peggio forse della storia recente del club. Quasi peggio di un ottavo posto.

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